I nostri assaggi prima di Golosaria, con la degustazione di alcuni campioni che troveremo anche durante la rassegna, fra cui belle novità dall'Oltregiogo

Continuano i nostri assaggi anche nei giorni  precedenti Golosaria, per presentarvi al meglio alcune delle novità che potrete assaggiare durante la tre giorni. Eccone alcune.

BASTIERI - Terzo d'Acqui

Sarà una cantina da scoprire a Golosaria dove porterà un nuovo vino. Lo abbiamo assaggiato in anteprima: si tratta dell’Acqui secco “Pibun" firmato da Silvano Marchetti che, con questo prodotto, dà forma compiuta a un sogno: dimostrare che il brachetto può essere uva anche per grandi rossi. E lo fa grazie a questo vino ottenuto da uve in sovramaturazione che dopo l'acciaio fanno un breve passaggio in legno non nuovo, per non marcare troppo l'impronta. E il risultato è un Brachetto non Brachetto. Se da un lato infatti risulta immediatamente riconoscibile al naso per i profumi marcati, intensi, di rosa, accompagnati da una piacevole vena balsamica, in bocca si fa caldo, avvolgente, decisamente tannico, con un’aromaticità che si ritrova nel retrogusto, appena accentuata dal residuo zuccherino.
Un vino quasi da meditazione che ci mostra una nuova strada per questo vitigno troppo spesso sottovalutato. Lo assaggeremo a Golosaria, allo stand di Bastieri e in una delle masterclass collettive, domenica alle ore 16.00.
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BELCREDI - Montù Beccaria

Una scoperta in zona Cesarini questa bella cantina dell'Oltrepò capace di giocare su due diversi poderi dove sono coltivate tutte le uve che caratterizzano questo territorio: croatina, barbera, chardonnay, pinot grigio, riesling, cortese e, naturalmente, pinot nero.
Ed è proprio da qui che ci arriva subito una bella soddisfazione grazie all'assaggio del Pinot nero Extra Dry, un metodo charmat che ha una bolla di media grandezza, naso già di una certa complessità, con profumi floreali tipici del vitigno, ma anche sentori di foglia secca. In bocca è fresco, con un residuo zuccherino che si apprezza particolarmente nel suo ruolo di vino da aperitivo.
Molto classica e piacevole la Bonarda Podere San Martino vivace, un bicchiere sincero: spuma consistente e rosea, naso dal frutto fresco e intenso e una buona tannicità in bocca che lo rendono il vino da accompagnare al salame di Varzi (oppure al Nobile del Giarolo, da leggere qui la degustazione di Paolo Massobrio LINK).
Infine il Sangue di Giuda, un grande vino dolce dell'Oltrepò Pavese sempre troppo ai margini (ma non all’estero). E non lo merita, come dimostra questo campione dal naso ricco di prugna ed erbe aromatiche, quasi balsamico, e la freschezza in bocca dove nel retrogusto torna la prugna. Vi preghiamo: scopritelo perché sarà una sorpresa che in America hanno scoperto da tempo.
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CASCINA GIAMBOLINO - Carbonara Scrivia (Al)

Lo abbiamo scoperto dapprima come sommo produttore di Nobile del Giarolo (vedi qui LINK) e subito dopo come altrettanto talentuoso produttore di vino. Emanuele Bassi e Alice Castellani conducono questa attività di famiglia dedita all'allevamento con propri foraggi di bovine di razza piemontese, di produzione carni, salumi e vino. E anche in quest'ultimo campo non mancano le sorprese. Il Colli Tortonesi Cortese “Rampina" 2021 ha colore paglierino carico, naso floreale e fruttato (pera), accompagnato da una speziatura di zenzero. In bocca ha equilibrio, buona mineralità e sapidità. Un bianco che rivaleggia senza problemi con l'altro big del territorio (il Derthona) che abbiamo assaggiato sia nel campione 2019 e sia in quello del 2020. Il 2020 ha colore giallo oro, al naso note di miele, camomilla quasi di Liiquore Strega, e poi idrocarburo in sottofondo. Piacevole speziatura e mineralità, in bocca è setoso, pieno, con bel finale sapido. Una sorpresa. Il Derthona  2019 ha invece colore oro più ramato, profumo elegante e più compiuto di frutta matura e idrocarburi. E’ un Timorasso! Decisamente carico, pieno, maturo, con mineralità espressiva e finale amarognolo. La spinta alcolica si sente.
Anche il Rosato Rosa della Malvusta merita ben più di un sorso: bel colore rosso brillante, ha naso di ciliegia, netta, e rosa in essenza. In bocca è profondo, equilibrato, leggermente tannico, fresco.
Passiamo ai rossi. Ecco il Rosso Carlè che, malgrado l'inclinazione dialettale, ha caratura internazionale (nasce da uve croatina). Naso ricco, profondo, come il colore impenetrabile. Insieme alla frutta matura emergono le note terziarie che sfiorano, appena, lo smalto. In bocca dà il meglio di sé: pieno, tannico. E' un velluto.
Il Colli Tortonesi Dolcetto Belaria 2020 è il vino della memoria, il dolcetto contadino, che ha naso di piccoli frutti, con note animali e in bocca la giusta acidità.
Grandi entrambe le Barbera. La Colli Tortonesi Barbera “Canvèra” 2021 al naso colpisce per la nota fruttata che qui si esprime con la pesca (del resto Volpedo è a un passo), al naso è avvolgente con l'acidità che spinge. In bocca è vellutata (ma davvero). Ancora più convincente la Colli Tortonesi Barbera “Maior" 2018, un vino maestoso. Ha naso di viola e incenso, in bocca un tannino leggero e un'acidità viva che ci fa sentire la potenza del vitigno. Grande complessità, che si esprime nell'evoluzione del bicchiere. Andateli a trovare a Carbonara Scrivia, il loro spaccio è sempre aperto al pubblico. cascina giambolino.jpg

FRANCONE di Neive (Cn)

Conosciamo da anni questa azienda a conduzione familiare di cui ancora troppo pochi parlano, senza accorgersi di avere di fronte uno dei più grandi produttori di Langa. Noi li abbiamo premiati con il Barbaresco Gallina 2014, ma oggi avremmo almeno altre quattro o cinque etichette per attribuirgli il Top Hundred. Già ottimo il Langhe Rosato 2021 che ha un bel colore rosa intenso, naso di piccoli frutti e rabarbaro, note fini di lavanda. In bocca è fresco, di sostanza.
Il Langhe Nebbiolo Anfora 2020 è il numero uno di questa tornata di assaggi: ha naso che esalta l'anice pronta ad evolvere, nell'invecchiamento, in incenso vero e proprio marchio di fabbrica di alcuni tra i più grandi vini del mondo. In bocca l'anfora dona al sorso l'estrema finezza di un velo di seta, con il tannino che si accompagna, come coppia consolidata, con la giusta acidità.
Per quanto riguarda i Barbaresco abbiamo assaggiato in anteprima l'annata 2020 dell'Albesani e dello Starderi. Il primo è il più pronto, con naso ricco, balsamico e note di frutta secca e pane nero. Il secondo però è quello che fa maggiori promesse con un naso complesso ancora in formazione e in bocca acidità e potenza. Nell'annata 2019 due gli assaggi: Fausoni e Gallina. Se il secondo esprime la potenza, il primo è figlio dell'eleganza e a quest'ultimo va la nostra predilezione. Naso con note di vermut, di grande eleganza, in bocca è composto, ha tannino fine e diffuso. Un grande Barberesco. francone.jpg

CASCINA BERTOLOTTO - Spigno Monferrato (Al)

Abbiamo sempre ammirato questa realtà capace di esprimersi in una viticoltura di confine che qui ha trovato nuovo respiro anche nella spumantistica. La incontreremo che a Golosaria Milano e oggi riassaggiamo parte della produzione dei rossi con la Barbera del Monferrato "Re di Biss" 2018, un'interpretazione selvatica, animale, del vitigno che al naso esprime sottobosco e humus, e il Dolcetto d’Acqui “Serpegatto" 2019 un vino che concilia la buona complessità olfattiva con una bocca sempre molto fresca. Chapeau per il Piemonte Brachetto "La Tia” 2021 da uve aromatiche coltivate in altitudine. Qui la rosa trova una parte erbacea, di foglia, che dona eleganza a un sorso austero. Sempre grande!!!
bertolotto.jpgTra le altre sorprese della degustazione (che sarà reperibile nell’enoteca di GOLOSARIA), il Colli Tortonesi Derthona Timorasso “Tantéi" 2020 firmato da Enrico Mandirola a Casasco (Al): di colore paglierino, ha un naso fine con note di miele di flora alpino e frutta matura. in bocca ha stoffa, seta e nel retrogusto torna netta la nota di miele.
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Straordinario poi l'assaggio del nuovo vino prodotto da un nostro Top Hundred, Cascina Rainero (sarà presente a Golosaria): si tratta del Piemonte Riesling "Tujoski" un bianco bio macerato dieci giorni in cemento per dare un vino che, da prova di botte, appare già foriero di soddisfazioni: ha naso di frutta disidratata e grafite. E' balsamico, mediterraneo, in bocca è avvolgente, con buona acidità e una base quasi tannica. All'assaggio ancora in fase di composizione, ma che è già in grado di dirci che sarà grande.

Infine, tra i rossi, il Valle D'Aoste Rouge Boheme 2019 di Tanteum e Marietta di Aosta, ottenuto da uve petit rouge e cornalin, ha colore impenetrabile e naso ricco, floreale, in bocca è ben fatto con il giusto equilibrio tra tannini e acidità. 
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