Oggi su Avvenire Paolo Massobrio mette in guardia dai rischi per economia ed imprese se non si finanzia il credito al posto di dare sussidi

Nell'articolo uscito questa settimana su Avvenire Paolo Massobrio ha ricordato una strofa di una canzone che Giorgio Conte gli inviò durante il primo lockdown: “Stringimi forte abbracciami, prima che s’alzi il vento; stringimi forte abbracciami, prima che scada il tempo”.

Perché, al contrario dell'eternità, la vita di tutti i giorni ha sempre qualcosa che scade, che è destinato a finire, come i piccoli commercianti che potranno reggere ancora forse un paio di mesi, poi potrebbero dover chiudere le loro attività.

Le note di questa canzone - sottolinea Massobrio - che richiamano la parola fine, sembrano evocare un grido che, se scade il tempo, diventerà sempre più forte. Perché, come ha scritto l’imprenditore Antonio Intiglietta, patron di Artigiano in Fiera, alle imprese non servono i sussidi, ma il credito, che permetterebbe di resistere e mettere in atto delle strategie. Pertanto Massobrio si chiede chi si preoccupa di una microeconomia che sta scomparendo e dell'economia di un Paese che, in vista di un prossimo scostamento di bilancio, potrebbe non assicurare più un futuro ai suoi figli.

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