L'Antica Trattoria del Sacerno, un locale rustico dove si trascorre con grande piacere il tempo di un pranzo o una cena a base di pesce, alla corte di un grande chef

Siamo davvero felici quando incontriamo uno chef lontano da certi stereotipi, godiamo se questo chef nella sua irruenza ci strappa sorrisi sdrammatizzando anche la poesia di un mestiere (che prima di tutto è sudore e fatica), ma godiamo ancora di più se questo cuoco non solo sa cucinare alla grande ma ha una naturale abilità nel gestire a 360° non solo le cucine ma anche la sala. Parliamo di Dario Picchiotti, un istrione che a vederlo all’opera sembra un leone che si cimenta con maestria fra i tavoli raccontandoti a memoria ogni singolo piatto nei più reconditi dettagli, facendoti capire che viene da una gavetta che segna e insegna e che dietro la coltre dell’esuberanza c’è tanto studio, lavoro e una sconfinata passione. Vi invitiamo a venire a trovarlo a Sacerno (Via di Mezzo Levante, 2 – tel. 051 6469050) a pochi chilometri da Bologna, in piena campagna, in un locale rustico dove si trascorre con grande piacere il tempo di un pranzo o una cena a base di pesce.

Il benvenuto con le polpette del pescatore danno il via ad una degustazione che corre sul filo di equilibri mai scontati, del gioco e di piacevoli contrasti che solo uno chef dalla personalità di Picchiotti riesce a gestire. Lo capirete subito con la ricciola aglio e prezzemolo e i gamberi gobbetti con aceto di mele, pistacchio e timo al cedro. Sulla stessa falsa riga lo sgombro con ricotta di pecora, mela e cipolla, ma è con la millefoglie di alici dolci, puntarelle con maionese e pomodoro – in un formidabile scontro fra acido e amaro – che le nostre papille gustative si divertono oltremisura. Stesso fil rouge acido amaro, a seguire, nei ravioli di grano arso ripieni di stracciatella di burrata, salmerino e caviale, in un gioco dove anche la componente della grassezza trova la giusta collocazione. Ma la nostra portata del cuore resterà il penta baccalà, ovvero un piccolo viaggio nel mondo del baccalà proposto in un crostino, in una tortilla, con carciofo tardivo (di San Luca di Bologna), mantecato e fritto con la senape! Geniale infine la “zuppa” di pesce in una inedita versione asciutta con vongole, polpo, triglia e cappasanta con il pomodoro di pesce da versare a piacimento..e che alla fine sarà il compendio perfetto per infinite scarpette con gli ottimi pani proposti!

Anche sui dolci proposte mai scontate, come nell’inedito mango salato e meringa ma soprattutto nel “vintage” latte e menta, da urlo! Bravo Dario! Ma brava anche alla sommelier Giada che in sala si muove con eleganza – in un perfetto contraltare con l’istrionico Dario – consigliandoti vini di una carta che presenta proposte che denotano ricerca e curiosità. Bravi ragazzi, continuate così!

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