La sfida di Salvatore Garofalo e Marco Rinaldi? Gusto e bellezza a prezzi popolari

È il destino dei numeri 1. Accettare sfide che spaventano i più. Difficile soprattutto subentrare a storie di successo, che nel loro svolgersi hanno conquistato decine di migliaia di fans. È così nello sport. C’è voluto il talento straordinario di Michael Schumacher per far breccia nei cuori dei tifosi Ferrari innamorati del tre volte campione del mondo Niki Lauda. E ci son voluti allenatori fuoriclasse come Josè Mourinho, Arrigo Sacchi e Fabio Capello, Marcello Lippi, dopo i trionfi di Helenio Herrera, Nereo Rocco e Giovanni Trapattoni, per restituire passione ai tifosi interisti, milanisti e juventini, per Inter, Milan e Juventus. Ed è così anche nel mondo del gusto. 

L’impresa più ardua, rilevare un locale dal passato glorioso, e dargli una nuova identità, inaugurando una nuova stagione di successi. È quello che vogliono fare Salvatore Garofalo e Marco Rinaldi, nuovi alfieri della Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano (Mi). Noi, a differenza dei tanti che secondo quella che sta diventando pessima consuetudine, si sono accontentati di rilanciare il comunicato stampa con la notizia del loro arrivo alla mitica “Cassinetta” (pigrizia? “braccini corti”?), come sempre, a verificare il valore di questa nuova avventura, ci siamo andati. Il nostro giudizio? Rilevare l’eredità di Renata ed Ezio Santin, coppia fantastica che rappresenta la storia del gusto italiano, è impresa che farebbe tremare i polsi a chiunque. Chef famosi inclusi, che non a caso, si son guardati bene dall’assumersi tale rischio. Ma qui, in campo, son scesi due gladiatori. Coraggio? Sana “follia”? Incoscienza? Sì e no. Sì, perché non c’è dubbio che ci voglia fegato a mettersi a giocare una partita tanto prestigiosa. No, perché è vero anche che il bagaglio di professionalità con cui son arrivati a questo traguardo (Garofalo è chef che, oltre ad essere stato a lungo al fianco proprio di Ezio Santin, ha lavorato con fuoriclasse come Gualtiero Marchesi e Pietro Leemann e Rinaldi è profondo conoscitore dell’universo brassicolo), e soprattutto, l’intelligenza con cui sanno leggere la realtà, fa sì, che per loro, la “Champions league” del gusto non sia affatto utopia!

Cominciamo col dire che l’ “Osteria” è la bomboniera di sempre, con la locanda del ‘500 romantica e di bellezza senza eguali, vero gioiello di accoglienza e unica al mondo, con il Naviglio che scorre quieto, il ponticello, le sale all’interno piene di fascino. Ma numerose le novità. La prima, gli arredi, tavoli e sedie in testa, di rustica eleganza, pensati per mettere a proprio agio persone di tutte le età. La seconda, la cucina, golosa ma, come la definiscono qui, “abbordabile”, con forte legame con il territorio, prodotti per lo più di origine biologica certificata, presenza di verdure e formaggi, largo spazio alle preparazioni realizzate con la birra (birra che ha rappresentazione ampia in cantina, al fianco di una selezione contenuta, ma sapiente, di vini, proposti anche a bicchiere). Terza, e significativa, i prezzi popolari, da osteria creativa, davvero alla portata di tutti. 

In tavola? Sarete felici con culatello con pan fritto e grano saraceno, goloso involtino di verza rossa e polenta macinata a pietra con fonduta di gorgonzola di Abbiategrasso e noci, risotto Carnaroli alla “Charles Quint” aglio nero pepe della Tasmania e finger lime, pici freschi cacio pepe e gamberi, gustosa coscia d’oca arrostita ai profumi dell’orto con polenta macinata a pietra e verze brasate, strepitoso gelato alla Montagnarde su zuppetta fredda di cachi alla vaniglia bourbon pistacchio salato e melograna. Una sosta qui sarà un’emozione!

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