Marc Lantieri con la sua solare Amy, la moglie, si è insediato nel castello di Grinzane Cavour. E noi lo abbiamo già provato.

Nuova vita (avrà sette vite come i gatti questo castello?) nel castello di Grinzane Cavour (via Castello, 5 - tel. 0173262172), simbolo del Piemonte del vino, ma anche di una certa cucina, che non ha mai avuto lunghi periodi di continuità. Eppure i riconoscimenti sono arrivati. Intanto bisogna dire che la location è bellissima, suggestiva: un raccolto castello sulla collina, sede delle selezione dei vini dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba, che qui fanno l’asta mondiale del tartufo. Io ci venni la prima volta, su invito di Luciano de Giacomi, gran maestro dei Cavalieri, a parlare di vitigni rari. E rimasi stupito dalla serietà di questa congregazione, ma anche dalla bellezza che mi circondava. Qui il conte Camillo Benso di Cavour lasciò il segno, tant’è che Grinzane si chiama Cavour proprio in onore di colui che rivoluzionò la concezione del Barolo, chiamando come consulente un francese, tale Louis Oudart, che proprio in queste cantine fece le sperimentazioni del Barolo secco che tutti oggi conosciamo. E se Oudart arrivava dalla Francia, Marc Lantieri arriva dalla vicina Tenda, ma sempre Francia è. Il suo curriculum è di tutto rispetto: alle Antiche Contrade di Cuneo si è fatto notare, poi ha aperto un suo locale a Mondovì, ed ora ha deciso di scommettere qui: con numeri un poco più impegnativi, ma soprattutto con un turn over di clientela internazionale. Il suo è un menu che poggia su due capisaldi: le materie prime migliori del Piemonte (la carne è di Martini di Boves) e il tocco di creatività che gli è proprio, nel segno della leggerezza. Gran lavoratore e perfezionista, farà arrivare i suoi piatti in una cornice sontuosa, con mise en place e servizio di valore, carta dei vini da sogno. Dei nostri assaggi ecco allora la carne battuta al coltello, ma ovviamente con salsa alla senape all’antica e dragoncello, il lomo di baccalà cotto a bassa temperatura con guazzetto di carciofi e uovo pochè. Curiosi i suoi cappellacci verdi e neri in salsa di frutti di mare e pesto al basilico (delicati), prima di uno spettacolare scamone di vitello con giardinetto di verdure, riduzione di Nebbiolo e spezie. I dolci in chiusura saranno altrettanto perfetti: per noi tartellette al limone e cocco con sorbetto al frutto della passione. Bravo!

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