Dalla cantina di Roseto degli Abruzzi, rossi eleganti, e un vino, il Trebbiano d’Abruzzo Podere Colle della Corte 2018, che è bianco di gran classe

«Credo che sia la prima volta che una grande città dedica un luogo della toponomastica ad un vignaiuolo, ad una persona che rappresenta, con il corso della sua vita, il valore culturale della creazione del vino. Rispettare il territorio, la terra, i cicli climatici e la natura fu la filosofia di vita di Edoardo Valentini, fin dagli inizi. Creare vini che fossero l’espressione del territorio, che a sua volta è espressione dell’incontro tra la natura e la presenza umana nel corso della storia e con le culture che esprime, è stato il convincimento profondo su cui è nato un mito, una cultura del fare vino e una solida impresa. Valentini era convinto fosse necessario, appunto, conoscere e capire i venti, la luce, la terra di quel territorio, per fare del vino e per questo, si dice, suggeriva di rivolgersi alla lettura dei filosofi presocratici a chi gli chiedeva consigli».

Così Luca Bergamo, vicesindaco di Roma, in occasione dell’inaugurazione del «Parco Edoardo Valentini: vignaiuolo e cantiniere (1933 – 2006)» nella capitale, in viale Giustiniano Imperatore. Non si ha notizia di altre città che abbiano dedicato uno dei suoi parchi a un produttore di vini, ma devo dire che se, come ha affermato il Vicesindaco di Roma, questa è stata la prima volta, va detto che la dedica non poteva andare a persona migliore, anche per il suo essere stato alfiere di quel Montepulciano d’Abruzzo e di quel Trebbiano d’Abruzzo, che, non v’è dubbio, sono simbolo dell’eccellenza italiana come pochi altri. Ed è proprio cercando le migliori interpretazioni di questi due vini abruzzesi, per onorare la memoria del grande Edoardo Valentini, che ci siamo imbattuti in vini che, siamo certi, sarebbero piaciuti anche a lui.

Li produce la cantina Orlandi Contucci Ponno, realtà che ha i vigneti sulle prime alture della val Vomano, a un paio di chilometri dall’Adriatico e a meno di venti dal Gran Sasso. Posizione incantevole, che, assicurando l’azione termoregolatrice del mare, e temperando il calore delle notti estive con le brezze dell’alta montagna, garantisce alle vigne un ciclo vegetativo regolare e continuo essenziale allo sviluppo delle qualità organolettiche delle uve. La produzione, inizialmente impostata sui vitigni internazionali, nel tempo si è spostata, con ottimi risultati, peraltro, sugli autoctoni. Dal 2007 entrato nella galassia dei Gussalli Beretta, oggi è realtà di 31 ettari vitati e le bottiglie prodotte sono 185.000.

Tra i vini, convincente l’assaggio del Cerasuolo d’Abruzzo, che nome più azzeccato, Vermiglio, non potrebbe avere, e che è bicchiere ideale per questa stagione, magari in abbinamento con un gustoso brodetto alla pescarese, cui si abbina per i suoi profumi di frutti di bosco, la sua nota di ciliegia, e il suo gusto caratterizzato da buona struttura e persistenza.
Di bella personalità il Pecorino, figlio di criomacerazione per l’estrazione dei profumi e pigiatura soffice, che si presenta di un bel colore paglierino brillante, con riflessi verde acqua, profumi floreali di ginestra, note di frutta esotica e sorso sapido e dinamico.

A conquistare il podio, però, per noi, due rossi, ossia il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo D.O.C.G. 2015 Podere La Regia Specula (richiama la sede dell’osservatorio, “l’antica specola reale”, dalla quale si scrutava il mare per individuare le navi di briganti e pirati che assalivano le coste), dai profumi di amarena e frutti di bosco, e dal sorso caldo e vellutato. E il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo D.O.C.G. Riserva 2013, granato, con riflessi rubino, dai profumi di frutta rossa e spezie, dall’elegante nota di liquirizia, e dal gusto pieno, con tannini ben integrati e finale lunghissimo.
A salire sul gradino più alto, il bianco che, siamo sicuri, avrebbe convinto anche Edoardo Valentini, il Trebbiano d’Abruzzo Superiore D.O.C. Podere Colle della Corte 2018. Dal colore giallo oro, ci ha entusiasmato con le sue note di ginestra, grano, zenzero ed erbe aromatiche, e soprattutto con il suo gusto, pieno, fresco e salino. Un vino che dice che grande bianco italiano sia il Trebbiano d’Abruzzo!

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