La Notizia

Zona rossa contro la diffusione dei locali multietnici. Succede a Genova ma esempi simili vengono promossi in tutta Italia, solitamente a tutela del centro storico. Ciò nonostante la ristorazione esotica continua a piacere agli italiani e l’Antitrust mette in guardia dalle delibere troppo creative. (La Stampa) @ E’ scontro sull’utilizzo del nome “italico” per i prodotti frutto dell’accordo di filiera sull'olio tanto sventagliato nei giorni scorsi da Coldiretti, Unaprol, Federolio e la Filiera Agricola Italiana. Cia e Confagricoltura chiedono che non si possa utilizzare il riferimento al nostro Paese perché sono un blend di oli comunitari. (La Stampa) @ A cena con Darwin: dalle uova al burro al latte, il cibo evolve con noi. E’ l’argomento di un nuovo libro di Bollati Boringhieri, ripreso oggi sulle pagine del Giornale. @ L’uovo di Marcello Mastroianni:Lo cuocevo al tegamino, un po’ bruciacchiato, avevo sempre fame”. Repubblica Sapori raccoglie una serie di interventi storici di grandi artisti di cinema e teatro sul rapporto con il cibo. Saranno trasmessi all’interno del programma Pantagruel in onda da sabato su Radio 3 Rai.

Un Barilla si mangia le pastiglie Leone; la rivincita del cottage cheese

E’ stato Luca Barilla a “mangiarsi” le pastiglie Leone. Il vicepresidente della multinazionale della pasta è l’investitore che ha rilevato dalla famiglia Monero le quote della società dolciaria torinese. “Un investimento a titolo privato - spiega in una nota l’azienda di Parma - che non rientra nel perimetro delle attività della Barilla”. Alla guida di Pastiglie Leone, come già annunciato ieri dai giornali, ci sarà Francesco Ferrarini, consigliere delegato di Blu1877, il fondo di corporate venture capital di Barilla. (Corriere della Sera) @ L’America riscopre il cottage cheese. Complice il presidente Trump e la guerra allo yogurt, i “fiocchi di Nixon” - così chiamati perché costituirono l’ultimo pasto di Richard Nixon alla Casa Bianca ai tempi de Watergate - si prendono una rivincita e tornano a popolare gli scaffali dei supermercati con nuovi aromi e in piccole confezioni prodotte anche da industrie casearie artigianali. Arturo Zampaglione su Repubblica. @ Dai fiocchi di latte al riso della Lomellina che ha conquistato (anche) gli sceicchi. Sul Corriere della Sera è da leggere la storia della Riserva San Massimo, l’azienda risicola della famiglia Antonelli che porta il suo riso sulle tavole dei grandi chef e dei migliori ristoranti del Golfo Persico. @ Avocado, noci e miele. Il Kenya rilancia il bio per combattere i danni causati alla salute da decenni di agricoltura intensiva e cibo spazzatura. L’affondo di Carlo Petrini su Reppublica.

Rubriche

Su La Stampa di oggi Paolo Massobrio racconta “la perfezione fruttata” del Vermentino prodotto dall’azienda agricola Giacomelli di Castelnuovo Magra (Spezia). @ Il bartender Bruno Vanzan passa in rassegna i cocktails (e le leggende) riconducibili al Margarita. @ Sulle stesse pagine Edoardo Raspelli recensisce i piatti proposti dal ristorante della società agricola San Desiderio di Monastero Bormida, mentre “Doctor Chef” Federico Francesco Ferrero fa un viaggio a ritroso alla scoperta dell’ “antico spettacolo del sangue”, ovvero il rituale dell’uccisione degli animali da cortile che i nostri nonni erano soliti compiere “Senza contemplare un macello, un’autorizzazione sanitaria, un locale santificato e perfino un frigorifero. Ma neppure senza il sospetto che ci fosse qualcosa di pericoloso in pratiche tramandate, per qualche migliaio di anni, di padre in figlio e di nonna in nipote”.

Il Pensiero

L’Occidente è libero ma niente pollo. Su Il Fatto Quotidiano Massimo Fini se la prende con l’estremismo vegano - lo “specismo” - per cui tutte le forme di vita sono egualmente importanti. Anche se chiaramente - scrive Fini - non è così: “Chi di fronte alla scelta se salvare un gatto o un bambino privilegerebbe il gatto?” (purtroppo qualcuno sì, almeno a leggere certe esternazioni di estremisti animalisti. ndr) “Lo specismo - argomenta Fini - al di là dei suoi aspetti grotteschi denuncia un vizio assai più grave e ben più esteso dell’era contemporanea: il totalitarismo ideologico.

L'assaggio

Al ristorante La Viestana (via Mentana, 22 • tel. 039835270) di Monza (MB). Un indirizzo prezioso dove il gusto è protagonista e il conto alla portata di tutte le tasche. Qui si gustano piatti che raccontano in modo convincente e goloso la tradizione pugliese e del mare: dall’antipasto di mare caldo o crudo al risotto ai frutti di mare; dalle orecchiette alla viestana alla zuppa di pesce. Su ilGolosario.it la sosta di Marco Gatti.

Il Vino

Il Ruchè di Castagnole Monferrato "Oltrevalle" 2016 di azienda agricola Bosco (tel. 340 9679826) di Castagnole Monferrato (AT). Mi ha dato nel bicchiere un colore rubino scarico, al naso piccoli frutti, ma di una finezza particolare: senti la rosa profonda e purpurea. Al naso è piccante: pepe. Pazzesca la piccantezza. In bocca è elegante, molto elegante, e ha tannicità finissima. Ovvero, finale amaro con note fini. Che bella trama. E’ anche minerale con note ferrose. E c’è la mandorla. Un bel Ruchè!