La notizia

La porchetta val bene una statua. Non uno scherzo goliardico ma quanto accaduto a Roma, dove la gloria di Ariccia è stata celebrata con una statua realizzata da Amedeo Longo, installata in una piazza di Trastevere, che ha scatenato una pioggia di polemiche. Se ne parla su QN, dove Mauro Bassini racconta l’iniziativa che sulla stessa pagina è criticata da Lorenzo Guadagnucci, per cui “Chi ha ideato, realizzato e poi installato l’opera non ha pensato nemmeno per un momento all’animale e alla sua dignità: il maiale in carne e ossa, con la sua vita, la sua sensibilità, la sua dignità, è rimasto fuori dall’orizzonte cognitivo di chi è stato coinvolto nel progetto”. @ Sulla questione riflette anche Michele Serra, che su Repubblica scrive “Chissà cosa avrebbero scritto Trilussa, Flaiano e Gianni Mura del monumento alla porchetta in Trastevere con conseguente insurrezione vegana. Per la serie ‘ci mancava solo questa’ come se non bastasse tutta l’altra carne già al fuoco, tutte le liti già in corso. L’opera non appare solenne come il Dito di Cattelan in piazza della Borsa a Milano. Forse perché è sdraiata, forse perché il maiale, nonostante il grugno, assomiglia più a un cane, forse perché è penalizzata dal titolo ‘Dal panino si va in piazza’, che puzza di movida e dunque aggrava la posizione dell’artista. (…) Un tentativo coraggioso, ma ignaro del fatto che il ruolo del critico, nel Terzo Millennio, è passato dagli Albino Longhi e dai Federico Zeri ai social, specie nel format ‘vergogna!”, popolarissimo. Il monumento funebre al porco non evoca magnate dalla Sora Lella, ma la consueta spirale di recriminazione e accuse”. @ “La Grande Porchetta” è invece il titolo scelto da Massimo Gramellini, che sul Corriere della Sera spiega: “Non è facile essere artisti, oggidì, e mica solo di porchette. Se durante il Rinascimento si cercava l’universale in ogni individuo, nella nuova fase storica del Rincrescimento ogni sensibilità individuale si arroga il diritto di porre il veto sull’universo intero. Rimane il fatto che  la statua della porchetta ha disturbato più in quanto carnivora, e meno perché sembra uscita da un catalogo di arredamento dei Casamonica. Ormai ci si indigna per tutto, tranne che per il cattivo gusto. Ma se la bruttezza è l’unica cosa che non offende più nessuno, gli amanti del bello esistono ancora?”. @ I consumatori lombardi tornano a spendere nei negozi. Dopo la fine delle restrizioni alla mobilità, c’è stato un boom di acquisti in diversi settori merceologici. A fare da volano arredamento e moda, seguiti da sport, bellezza e libri. Anche nei supermercati, i lombardi sono tornati a fare la spesa sei volte al mese, contro le quattro volte registrate durante il lockdown del 2020. (QN) @ Andate nelle edicole. E’ l’appello lanciato dai sindaci dei Comuni Italiani attraverso una campagna promossa da Fieg e Anci. “Le rivendite non non offrono solo giornali, ma servizi. E sono un bene prezioso per la comunità”. (QN) @ Intanto, a Milano va in scena la guerra ai dehors. Sono in tutto 2.600 gli spazi concessi gratuitamente, ma i troppi tavoli all’aperto hanno spinto il Municipio 1 a chiedere una stretta su orari e dimensioni. (Il Giornale) 

Lo stato dell'arte del vino italiano; cioccolato amaro e il boom del gin

Il mondo del vino italiano è in salute e da fine marzo è ripartito con buone performance all’estero, fra cui Cina, Usa e Paesi europei. Lo scrive Paolo Massobrio su Avvenire di oggi, al termine del weekend che ha riportato a Verona Opera Wine e la preview di Vinitaly. “E’ arrivato il momento per apprezzare i vini che migliorano dopo un periodo di affinamento - scrive - E la cosa vale sia per i bianchi sia per i rossi, giacché il Covid ha portato i vignaioli a fare di necessità virtù, giocando la carta dell’affinamento che porta a vendere prodotti più maturi e interessanti”. Un periodo, spiega Massobrio, dove non è mancata la creatività, con diverse case history che, ad esempio, hanno visto le Marche allargare la distribuzione vendendo il vino nei bar in box o il Piemonte ripartire con l’enoturismo, facendo diventare le cantine, ma anche i vigneti, luoghi dove passare il tempo e scoprire il racconto della terra. Come ha fatto Nicola Gatta, produttore franciacortino che ha già mille persone prenotate per le visite nella sua cantina. “Una creatività esplosiva che andrebbe guardata con attenzione dalle istituzioni, perché l’Italia che alza la testa merita di essere tracciata”. @ E proprio della preview di Vinitaly si parla anche su Italia Oggi, dove Emanuele Scarci riprende il sentiment emerso nel fine settimana a Veronafiere, con un rimbalzo della fiducia degli operatori che, tuttavia, hanno rinviato i giudizi a settembre per confermare se le performance degli ordini dei primi 5 mesi del 2021 siano spinte dal ripristino delle scorte o da un ritorno strutturale al 2019. Intanto, in aprile, l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma ha segnalato un brusco colpo d’acceleratore del mercato Usa con un balzo dell’import di vino del 20% a valore, la Francia che sgomma del 51% e l’Italia del 26%. Infine, a margine di Opera Wine, sulle alleanze tra fiere italiane, il presidente del quartiere scaligero Maurizio Danese ha spiegato: “E’ al lavoro una commissione che individuerà le modifiche allo statuto; dopo, i soci decideranno se le partnership si trasformeranno in integrazioni o rimarranno collaborazioni”. @ Non solo Ripasso e Amarone. La Valpolicella investe sul recupero della tradizione del proprio terroir e i produttori puntano sul Valpolicella Doc Superiore. E’ quanto emerge da un’indagine interna del Consorzio, che sarà presentata domani in occasione di “Valpolicella Superiore - A Territory Opportunity”, evento digitale per produttori, stampa e e operatori pensato per mettere a fuoco le potenzialità e le sfide per il futuro della denominazione. L’approfondimento di Lorenzo Fabiano sul Corriere di Verona. @ E’ appena stata inaugurata dalla cantina Arnaldo Caprai la Terrazza Monte della Torre, uno spazio esclusivo all’interno della tenuta di Montefalco affacciato sui vigneti di sagrantino, dove da oggi è possibile vivere un’esperienza di degustazione esclusiva, suddivisa in tre percorsi accomunati dalla presenza di un wine educator a disposizione degli ospiti, dalla visita in cantina e dall’abbinamento gastronomico con una selezione di prodotti tipici. Un'iniziativa che ha visto la luce con l’arrivo dell’estate, ma che proseguirà anche nei mesi autunnali e invernali per diventare un punto di riferimento per tutti i wine losers. Accanto a questa novità, anche per il 2021 è confermata la proposta pic-nic firmata Arnaldo Caprai, con la possibilità di abbinare alla visita in cantina anche una degustazione tra i filari o sulla terrazza Belvedere, all’ombra di una quercia secolare. Per informazioni e prenotazioni www.arnaldocaprai.it. @ Cioccolato amaro per Caffarel. Il gruppo Lindt tiene in scacco l’azienda di Luserna San Giovanni e novanta tra operai e impiegati, un quarto dei dipendenti, sembrano sul punto di perdere il posto di lavoro. (Corriere della Sera) @ Italia paese di santi, poeti, navigatori e…produttori di gin. Sono già almeno 300 le etichette made in Italy del celebre distillato, con moltissime aziende che stanno lanciando i propri brand puntando su selezioni di botaniche che giocano sulle peculiarità dei territori e sull’esaltazione delle eccellenze italiane. Ne parla su Il Messaggero Carlo Ottaviano, con un excursus sulla storia e le origini del gin tonic, il drink inventato dai soldati inglesi in India, che ci mettevano anche il chinino per combattere la malaria. 

L'assaggio

Al ristorante Il Pilota (via Cascina Speziana • tel. 0382 729713) di Spessa (PV). E’ la “casa” di Ferdinando Dattilo, un oste vero che emoziona con un servizio di rara professionalità e una cucina tradizionale ghiotta che privilegia il mare, in cui sono protagonisti piatti come l’antipasto misto di mare, la caponata, i tagliolini freschi con ragù di polpo, la grigliata mista di pesce o il tris gratinato (pesce spada, salmone e gamberoni). Su ilGolosario.it la sosta di Marco Gatti. 

Il vino

Il Piemonte Sauvignon Parcella 602 2020 de I Parcellari di Davide Canina di Govone (CN). Un gioiello che viene dal vigneto Bricco Sartorino di Portacomaro, dove il terreno è franco limoso, e l’esposizione Sud Est. Realizzato usando Vinooxygen®, vinificatore brevettato per vinificare senza travasi, ha veste luminosa, scintillante, giallo – paglierina, con suggestive note di agrumi tra cui spiccano pompelmo rosa e cedro, note di erbe aromatiche, sorso che si propone con una tale elegante sapidità, che è un irresistibile invito a tornare al bicchiere. L’approfondimento di Marco Gatti a questo link