La Notizia

Scherza coi Fanti ma lascia stare i vini. Fa discutere l’uscita impropria di Cristian De Sica sui vini abruzzesi, nel contesto del film “Natale a tutti i costi”, in uscita in questi giorni su Netflix, così come ha creato polemiche la miniserie - sempre di Netflix - ambientata sulle colline del Prosecco dal titolo “Odio il Natale”. In particolare, a non piacere ai produttori sarebbe stata la scena in cui Marco Rossetti, nei panni dell’imprenditore del vino Carlo, mostra all’attrice protagonista Gianna (Pilar Fogliati ndr) il suo terreno. “Un vero gioiello - dice l’attore - Perché in quel terreno si possono vedere tutte le zone di produzione del Prosecco: il Prosecco Docg, l’Asolo Prosecco e le colline dove si produce il Conegliano Valdobbiadene, quelle divenute patrimonio Unesco”. Un terreno, insomma, dove magicamente sembra realizzarsi la tanto auspicata concordia dei Prosecchi. Peccato che duri solo il tempo di un’inquadratura. A qualcuno però la scena non è proprio andata giù. Il Motivo? “Distorce la realtà”, spiega in una nota il Gran Maestro della Confraternita del Valdobbiadene Enrico Bortolomiol. “Mischiare tre territori distinti, e tre diverse Denominazioni, non può che andare nella direzione sbagliata, quella dell’omologazione e della generalizzazione contro le quali da tempo si è espressa la maggior parte della Docg”.  @ Il Prosecco è comunque in ascesa e la conferma arriva dai dati dell’Osservatorio Unione Italiana Vini - Ismea che ha stimato per l’anno in corso un export di 1,6 miliardi di euro, sul totale dei 2 degli spumanti italiani venduti all’estero, per quello che viene definito come il “prodotto dell’agroalimentare italiano più commercializzato al mondo”. Un dato record ancor più sotto Natale, stante il fatto che il Prosecco, tra Docg di Asolo e Conegliano e la Doc, vale da solo il 70% della produzione di spumanti imbottigliati in Italia, con circa 341 milioni di bottiglie che verranno stappate sotto l’albero. @ Il Brachetto secco diventa un vino stellato. La versione secca del vino simbolo di Acqui ha conquistato i palati dei sommelier di tre locali stellati che nei giorni scorsi, insieme a uno dei maggiori blogger di settore, sono arrivati nell’Acquese su invito del Consorzio di Tutela per andare alla scoperta del mondo del Brachetto. Una full immersion con 60 campioni assaggiati, tra cui ha prevalso la versione “dry”, che ogni anno vede una produzione di 10 mila bottiglie sul totale di 3 milioni della denominazione. “Sevirà per rilanciare il nostro territorio” ha spiegato il presidente del Consorzio Paolo Ricagno. (La Stampa) @ Il caro-vita manda in crisi le storiche botteghe milanesi. Ultima a chiudere i battenti l’Antica Cartoleria Novecento di piazza Risorgimento. Aperto nel 1899, lo storico negozio dovrà abbassare le serrande per volere della proprietà, ma l’intero quartiere si è già mobilitato per tenerlo in vita. A seguirlo anche la gelateria Viel di corso Buenos Aires, dal 1949 punto di riferimento per i milanesi. “E’ l’ultimo anno, paghiamo canoni e bollette troppo alte…e i clienti non bastano” lo sfogo di Silvia, figlia del titolare. @ Per due negozi che chiudono a Milano, un altro riapre al pubblico in quel di Torino. Si tratta dello storico Caffè San Carlo, che spalanca le porte dopo un restauro che ha portato al rinnovamento degli interni con un “bancone astronave che guarda al futuro”, ma anche dei dehors: quello con affaccio diretto in piazza San Carlo e, dalla primavera, anche lungo la gradinata che conduce alle Gallerie d’Italia. A fine gennaio, inoltre, aprirà “Scatto”, il ristorante fine dining aperto sette giorni su sette (dalle 8 alle 22) con 120 coperti firmato dai fratelli Costardi che ritentano l’avventura torinese, dal loro ristorante di Vercelli. (Corriere della Sera di Torino). 

Natale in casa Clerici; uve di ghiaccio e i vini delle miniere

“A Natale nessuno deve stare solo”. Parola di Antonella Clerici, che su #Buonenotizie racconta i suoi punti fermi per le feste, tra cui spiccano la famiglia e l’ospitalità. “Quando ero ragazza - racconta - festeggiavamo il 25 a pranzo e il menu era sempre lo stesso: pollo in gelatina, tortellini in brodo, vitello tonnato, tacchino ripieno. Poi mi sono trasferita a Roma e lì si festeggia la cena del 24: per la Vigilia ho imparato a cucinare gli spaghetti con il tonno e la ventresca”. @ Un vino di ghiaccio da uve congelate. Non fantascienza, ma la realtà di Goran Amnegard, viticoltore svedese che con la sua azienda Blaxsta vanta uno dei vigneti più a nord del mondo. Nel suo podere coltiva il vitigno vidal blanc, che sfrutta le condizioni di freddo estreme per regalare il cosiddetto “vino di ghiaccio”, ottenuto dalla fermentazione di uve congelate e colte tardivamente nel mese di dicembre. L’approfondimento di Maicol Mercuriali su Italia Oggi. @ Su ilGusto.it questa settimana Paolo Massobrio racconta le etichette uniche invecchiate nelle miniere in alta quota di tre cantine valdostane: Cave Mont Blanc de Morgex et la Salle, Cave des Onze Communes e La Crotta di Vigneron. L’articolo completo a questo link

L'assaggio

L’assaggio di oggi è con alcune “chicche” dell’artigianato calabrese selezionate da ilGolosario per il Natale. Non solo il panettone con crema al bocconotto della Gelateria Sicoli di Amantea (CS), ma anche il torrone artigianale de Le Chicche di Francesco Taverna di Taurianova (RC); quindi il Pandolce della pasticceria Aloisio di Aiello Calabro (CS); i Panicelli dell’Opificio Calabria di Santa Maria del Cedro (CS); il Pandorato di Fazzolari di Gioiosa Ionica (RC); la Stroncatura di Mammola Funghi di Reggio Calabria o le golosità proposte dalla Degusteria Magnatum di Longobardi (CS). L’approfondimento di Andrea Voltolini su ilGolosario.it.

Il vino

Storica degustazione ieri pomeriggio dei vini della Cantina Terlan con l'Alto Adige Terlaner Cuvèe 2021 frutto di uve pinot bianco, chardonnay e un 10% di sauvignon blanc.  Ha colore oro brillante, al naso e’ finissimo e ficcante, con bella frutta bianca distesa, polpa di pera. Elegante all’ingresso con un' acidità spiccata che avvolge il sorso e poi una salinità espressiva. Un fil rouge che abbiamo ritrovato, udite dite, anche nel campione di Terlaner Rarity del 1991, frutto del metodo Stoker che ha fissato la longevità dei vini. Bellissima esperienza.