Io, Guenda e il Gene matto

E’ disponibile su Amazon e sul sito di Comunica Edizioni il nostro ultimo libro dal titolo “Io, Guenda e il Gene matto”. Un libro a due voci, quella di Francesca e di Lucia - Guenda e Guenda - e una sola scrittura, quella dell’autrice Lucia Ravera. Un dialogo in cui l’Io e il Tu si fondono nelle parole e nei pensieri di due amiche-sorelle. È un inno alla vita questo libro che Lucia Ravera dedica all’amica di sempre, Francesca Settimi. Non una biografia, anche se esiste una linea temporale che consente di leggere ogni capitolo come un momento a sé o come tappa di un percorso, in cui la svolta avviene un giorno, all’improvviso, in un ospedale. Qui Francesca si sottopone negli anni a 25 interventi, per debellare il cancro che la invade a causa della rarissima mutazione genetica della quale è portatrice (il gene matto!). E quando tutto porterebbe alla rassegnazione, ecco che esplode urgente l’impeto della resilienza. Francesca ritrova in sé una forza inaspettata e il cibo rappresenta il trait d’union, il principio della sua rivincita. Per saperne di più il nostro approfondimento su ilGolosario.it.

La Notizia

Si parla ancora di prodotti a base di insetti sui giornali, con Giorgia Petani che su Libero riporta le sue impressioni dopo l’assaggio del primo hamburger contenente farina di grillo venduto da ieri dalla catena Pane & Trita di Milano. “Alla vista - scrive - sembra un panino qualsiasi, ma dopo il primo morso si avverte la differenza e il sapore è forte, simile alla polvere della bottarga”. @ Intanto, tra gli addetti ai lavori si diffonde il timore che il via libera per l’alimentazione umana al tenebrio molitor - la larva di un coleottero infestante dei cereali - possa consentire la trasformazione in oro di enormi partite di grano andate a male, ormai inutilizzabili perché intaccate dall’insetto. Queste, da ora (tagliate con altre partite di grano buono), potrebbero essere trasformate in farina non solo commestibile e commercializzabile, ma anche arricchita in proteine. Insomma, un’operazione che "speculativamente sarebbe un capolavoro”. (Libero) @ Di insetti si parla però anche su La Stampa di Torino, dove ha fatto discutere la scelta di Enrico Murdocco, panificatore e chef del ristorante Tellia, di proporre ai clienti il primo pane realizzato con farina di insetti commercializzata dalla Italian Cricket Farm, una fattoria del Pinerolese. Costerà 20 euro al chilo. @ C’è il pane anche al centro dell’approfondimento di Adelia Pantano, che su La Stampa di Alessandria racconta il progetto “Bread for peace” avviato al carcere di San Michele. Grazie a un’intesa con la città di Leopoli, i detenuti realizzano un pane utilizzando il grano proveniente dall’Ucraina, cui va anche parte del ricavato delle vendite. @ Cambio di rotta per il Roccaverano Dop, che muta nome e disciplinare: da quest’anno nel logo sarà eliminata la dicitura “robiola”, mentre la Dop potrà essere prodotta esclusivamente con il latte di capra. @ Auguri a Donnafugata. La cantina siciliana fondata nel 1983 e guidata dalla famiglia Rallo compie 40 anni e festeggia con il riconoscimento assegnatole come “Impresa Vincente” nell’agribusiness. Su La Stampa parla José Rallo, l’amministratrice delegata, che racconta: “Per tenere il passo abbiamo investito moltissimo in comunicazione”. Grazie alla sua passione per la musica è nato anche il progetto “Donnafugata Music & Wine”, degustazione multisensoriale per assaporare il vino accompagnati dalla musica in luoghi come il Blue Note di New York o l’Acropoli di Atene.

Continuano le Anteprime

Continua la maratona delle Anteprime e in questo momento siamo a San Gimignano a testare l’annata 2022 della Vernaccia. Qui di seguito gli articoli già usciti sulle tre prime anteprime: il Morellino di Scansano 2022, Il Chianti 2022 nelle diverse zone, il chianti Superiore 2021 e le Riserve nella prima giornata; il Chianti Classico 2021 e il Vino Nobile di Montepulciano

Il pensiero

Quello di oggi è affidato a Camillo Langone, che su Il Foglio si interroga sul successo - a suo giudizio immeritato - dell’Amarone. “Bevo una bottiglia di Amarone che mi hanno regalato. Ogni tanto me ne regalano (non compro mai bottiglie con simili prezzi) e ogni tanto riprovo a farmelo piacere, o quantomeno a capirlo: non ci riesco mai. Non capisco perché con queste estati calde ci si ostini ad appassire le uve: magari aveva un senso nel 1936, anno di nascita dei siffatto vinone costolone, ma ora? (…) Non capisco perché piacesse tanto a Gianni Mura, perché piaccia tanto a Paolo Massobrio e Hai McInerey. Non capisco perché chiamare Amarone un vino che amaro non è (problema analogo al Prosecco, che non è secco). Non capisco perché bere Amarone in una valle in cui esiste il Recioto, in una provincia in cui esiste il Bardolino, in una regione in cui esiste il Raboso frizzante. Non capisco”.

Ho capito bene?

Il cibo stuzzica tutti i sensi, anche l’olfatto. Lo hanno capito le case di lusso, che stanno spianando la strada alla vendita di candele di fascia alta agli aromi più disparati: da quello di hamburger fino al croissant. Un trend in crescita specialmente in America, dove le vendite sono aumentate del 53% dal 2019 secondo i dati del Gruppo Npd, con sempre più ristoranti che le hanno scelte per i loro locali. Tra i primi a studiare soluzioni di questo tipo l’azienda di fragranze D.S & Durga e il ristorante Jupiter, che hanno inventato una candela al profumo di acqua di cottura della pasta. Ma non mancano quelle ispirate all’odore di pomodoro maturo o di una tortilla al burro. (Italia Oggi)

L'assaggio

Alla Trattoria Baldini (via Il Prato, 96/R • tel. 055287663) di Firenze. Vicino alla stazione Leopolda dove nei giorni scorsi si sono svolte le Anteprime, è una meta molto amata dai fiorentini per la sua capacità di codificare la tradizione, a cominciare dal fiasco di vino già aperto sul tavolo. Dalla cucina ecco invece proposte come la bruschetta al cavolo nero e fagioli; la tipica ribollita; il coniglio al mattone con le patate e una iconica trippa in umido. Su ilGolosario.it la sosta di Paolo Massobrio.

Il vino

E’ il Nobile di Montepulciano 2020 di Poggio alla Sala. Una grandiosa scoperta dalle Anteprime, per un vino dal colore rubino già con riflessi aranciati. Al naso una frutta che abbraccia un balsamico. Ben concentrato, abbastanza intenso. Molto buono, vibrante in bocca, con tannini setosi.