La Notizia

Serrande sempre più abbassate: in 11 anni hanno chiuso i battenti 111mila negozi ed è boom delle strutture ricettive per offrire posti letto. Si teme la desertificazione delle città – dice il presidente di Confcommercio Sangalli - e a soffrire maggiormente sarebbero i negozi di prossimità (Andrea Cuomo su IlGiornale, Claudio Marin su QN) @ La marcia dei trattori si spinge su due fronti: Sanremo, con Rai e Amadeus che dicono no a rappresentanti sul palco (scommettiamo che Fiorello intervista la mucca Ercolina? NDR) e Roma, che vede il ministro Lollobrigida in trincea. I manifestanti, che nel frattempo hanno annullato la mobilitazione in piazza san Giovanni, chiedono un faccia a faccia col titolare dell’Agricoltura. E la politica si divide, cercando di sfruttare un tema strategico per la campagna elettorale delle Europee. Su Il Fatto Quotidiano, un articolo rivela le strategie in casa Coldiretti, che sta programmando assemblee con gli associati, almeno 4 in ogni provincia. (Del resto gli agricoltori che protestano sono tutti iscritti a un sindacato agricolo, a quanto pare. NDR).
@ Intanto i vignaioli diventano “Sentinelle del territorio” per legge. Il provvedimento che è passato in Camera e Senato, fra non molto diventerà legge. E la Fivi (i vignaioli indipendenti) che aveva promosso una raccolta firme, ora chiede un riconoscimento economico per il ruolo svolto a favore dell’ambiente. @ Gli agrofarmaci sono medicine non veleni. Lo spiega la professoressa Gulino dopo la decisione della UE di fare marcia indietro sui fitofarmaci (Il Corriere della Sera di Torino). @ Ogm alla ribalta su Sette del Corriere, dove la genetista Vittoria Brambilla lascia intendere che nel 2024 biotecnologie ed ecologia possono essere alleate. E si parla del caso del riso che non si ammala @ C’è una nuova vita per la lana sudicia: quasi 9 mila tonnellate da smaltire all’anno, ma il 60% di queste risorse per tappeti, filati e isolanti va in Oriente (Corriere di Torino) @ Ma anche il Trota avrà il problema dello smaltimento? Per ora alleva solo 70 capre - scrive Fabrizio Roncone su Sette – che parla della nuova vita del figlio di Umberto Bossi, da lui soprannominato “Il Trota”, che si è pure sposato.

Altre notizie

Allarme caldo e siccità: a gennaio superati 1,5 gradi per 12 mesi. Lo dice l’Osservatorio Europeo Copernicus e l’orso che dorme su un iceberg in Novergia diventa il simbolo di questa situazione preoccupante @ Alla Bit di Milano il Piemonte ha lanciato l’iniziativa del tartufo tutto l’anno... con la promozione, mai scattata, anche del tartufo nero (la Stampa di Cuneo). @ Se mancano gli insetti le viole fanno da sole – si legge sul Venerdì di Repubblica, dove si affronta il tema dell’autoimpollinazione. @ A Milano cresce l’attenzione per il Capodanno cinese (questo è l’anno del Drago), ma pare non abbia una data fissa, giacché dipende dalle fasi lunari fra il 20 gennaio e il 20 febbraio. (Repubblica Milano) @ Frosinone è la città più inquinata d’Italia, seguita da Torino, Treviso, Mantova, Padova cui seguono tutte le principali città venete ad eccezione di Belluno. Al decimo posto Milano (quasi una vittoria no ? NDR) @Il Grande banchetto” è un libro di geopolitica spiegata mangiando. Ne è autore Antonio Picasso (Paesi edizioni) recensito su il Venerdì. @ La disputa della Vignaigrette (è francese o italiana?) è invece al centro del libro “Una educazione culinaria” (Mondadori) del giornalista-chef Bill Buford (Il Venerdì). @ Digiunare a intermittenza, il dibattito prosegue e Antonio Polito, secondo cui le radici di questa pratica si trovano nella Bibbia, su Sette confessa: “Non dimagrisco, ma sto meglio”

Il pensiero

I trattori sono i killer della civiltà contadina” scrive Ferdinando Camon sulla Stampa. “Ho visto l’arrivo del trattore a casa di mio padre contadino e fu una festa, ma una festa funebre, perché moriva la stalla, morivano i buoi. Morivano i contadini, subentravano gli industrialetti della terra... Le ragioni principali per cui sfilano i trattori sono due: proteggere il made in Italy e avere a più basso prezzo il gasolio. Non hai made in Italy se non produci quel che mangi e non lo puoi produrre se il gasolio continua a costare quel che costa. Ai tempi della Dc, questi due risultati i contadini li avrebbero avuti presto. Perché ai tempi della Dc i contadini contavano molto. Oggi contano poco. Hanno ragione e sfilano, ma quel che ottengono sarà poco o molto poco.” (Certo, se aggiungiamo che il rischio è lo sfaldarsi delle loro stesse organizzazioni agricole, per un pugno di qualcosa oggi... NDR)

Fuori dalla tavola

Questo Festival di Sanremo sarà ricordato per le scarpe di Travolta e il ballo del qua qua, di cui prende le difese Al Bano che dice di non comprendere le polemiche (la papera è un prodotto agricolo no ? NDR). Curiosa è poi la risposta di Franco Uzzeni, l’imprenditore piemontese di Soriso (Novara) titolare della U-Power: “Ero in prima fila all’Ariston e indossavo le stesse scarpe. Oggi a Ventimiglia abbiamo girato uno spot con John e Diletta Leotta. Sapevo che Travolta avrebbe indossato le nostre scarpe. Ma non non abbiamo pagato per Sanremo" (Embè! Ma quanta pubblicità gratuita sta accumulando per le sue scarpe da lavoro. Diciamo che il Festival lo ha già vinto lui, grazie a un’informazione che cerca lo scandalo a tutti i costi. E così facendo ha messo in rilievo: marca delle scarpe, imprenditore, azienda e pure lo spot che verrà. Bingooooo! NDR)

L'assaggio

Vescovo Moro è la tavola veronese. Siamo in zona San Zeno per assaggiare, da un menu che si modula sulla stagionalità delle materie prime, luccio in salsa con chips di polenta o polpo alla piastra con lenticchie all’amatriciana e burrata. Tra i primi, bigoli con gamberi gobbetti crudi, crema al prezzemolo, pane arrostito o risotto con mazzancolle marinate burro vanigliato e whisky, Di secondo, pastissada de caval con polenta (nella foto) o ricciola al forno su guazzetto di zafferano gamberi scottati. Leggi l'articolo completo

Il vino

E visto che ci troviamo a Verona, eccoci alle prese con l’Amarone di un nuovo produttore per IlGolosario. Si tratta di Roccolo Callisto di Verona. L’Amarone della Valpolicella 2019 ha colore rosso rubino intenso, profumi di amarena e ciliegia, che si fondono con eleganti note speziate, e in particolare di cannella, note balsamiche e di erbe aromatiche. Al sorso il vino risulta pieno, sostenuto da una bella freschezza e da tannini vellutati.