La Notizia

Addio città, torno a vivere nelle Langhe. Complice lo smart working degli ultimi mesi, in tanti hanno riscoperto il piacere di vivere nei paesi. Il fenomeno è evidenziato dalla presidente provinciale di Fimaa Cuneo, Simona Trucco, che su Repubblica Torino individua Barolo e Grinzane Cavour tra i centri più ricercati e spiega: “Le persone recuperano piccole palazzine, magari casali rurali o case storiche. In alcuni casi si tratta di acquisti finalizzati a realizzare strutture ricettive o della ristorazione, ma buona parte della domanda è sostenuta anche da chi cerca una casa in cui vivere”. @ Ma nelle Langhe anche la terra può essere un affare. Tra le colline care a Cesare Pavese esistono cru venduti a prezzi esorbitanti, ma anche diverse opportunità low cost. Lo rileva sempre su Repubblica il vice presidente di Fimaa Cuneo, Ezio Balocco, secondo cui “Un ettaro a Barolo costa tra 1,2 e 1,5 milioni di euro, anche se per alcuni Cru non esiste quotazione. Ma a Barbaresco un ettaro può essere venduto tra 700 mila e 900 mila euro e diverse sono anche le cifre per vitigni a nebbiolo e moscato, che vengono alienati tra i 90 mila e i 110 mila euro”. Ma oltre alla vite, le Langhe sono anche terra di nocciole, i cui terreni hanno prezzi che oscillano intorno ai 9 mila euro, quotazione che sale a 18 mila nel caso in cui il noccioleto abbia già le piante in produzione. @ Un codice di condotta per buone pratiche responsabili nel settore dell’industria, dei servizi e del commercio alimentare, con l’obbiettivo di migliorare le prestazioni in termini di sostenibilità ambientale e favorire la transizione ecologica. E’ quello pubblicato dalla Commissione Europea come primo step della strategia Farm to Fork che ha già incontrato l’interesse di 65 portatori tra associazioni e singole compagnie. Per l’Italia hanno aderito Barilla, Coop Italia e Ferrero. (Italia Oggi) @ Di alleanza fra città e campagna parla invece Paolo Massobrio, che su Avvenire di oggi cita il caso esemplare di FattorMia, il portale dedicato all’adozione di un produttore agricolo che consente, tramite un abbonamento annuale, di veder crescere la propria pianta o animale per poi recarsi in azienda a ritirare i prodotti. “Sembra un gioco - scrive Massobrio - ma è un sistema che crea un’alleanza fra città e campagna, trasformando il consumatore in co-produttore. E’ sempre la comunanza degli obiettivi che permette di superare i problemi”. Per leggere l’articolo completo clicca qui.

La rivoluzione del tappo a vite e la storia della famiglia della grappa

Con il tappo a vite il mondo non fu mai più lo stesso. Lo scrive Italia Oggi riprendendo la storia di John Landis Mason, stagnaio americano che nel 1858 brevettò questa invenzione “basilare” il cui successo fu strepitoso. “Inizialmente - si legge - veniva usata con i vasi in vetro o per le conserve che, negli Usa, portano ancora il suo nome: Mason Jar”. Ma sulle bottiglie la chiusura a vite arrivò più tardi e per i liquori fu un’invenzione dei distillatori scozzesi che apparve per la prima volta sul Whisky Teacher’s Highland Cream, venduto con lo slogan “Seppellite il cavatappi!”. @ Sulle pagine de La Stampa si parla invece del libro “Miranda Per grappa ricevuta”, il libro di Antonella Bocchino presentato lo scorso sabato al centro studi Lazarito Bocchino che racconta le vicende della famiglia Bocchino, una delle dinastie di acquartieri più celebri d’Italia. Miranda è la mamma di Antonella Bocchino (che oggi segue la tradizione di famiglia con il marchio Ab Selezione) e la vicenda, che si dipana da Canelli alle Ande, è una storia di uomini raccontata dalle donne, tra passioni e sentori di grappa. @ La Cascina Bullona va all’asta. I titolari del primo agriturismo magentino hanno deciso di liquidare l’attività avviata nel 1983. “Gli ultimi anni si sono dimostrati faticosi a livello economico e pregiudicanti per la salute di tutti - ha spiegato su QN Stefano Viganò - Per 38 anni ci ha sorretto la passione per l’agricoltura e di questi 22 un amore incondizionato per l’arte del ricevere”. Presto sarà organizzata una vendita al rialzo della fattoria, seguita dal liquidatore per chi ha interesse a continuare l’attività.

Il pensiero

Quello di oggi è affidato ad Andrea Fagioli, che su Avvenire riflette sul surplus di programmi televisivi dedicati alla cucina. “In estate i dietologi consigliano di mangiare meno e più leggero - scrive - Non sembra volerne sapere la tv che continua, sia pure con qualche flessione, a proporre programmi di cucina. (…) Il rapporto tra cibo e tv esiste da sempre e il cibo fa parte della storia della televisione italiana. E’ un genere al pari del varietà e del quiz. Ma è soprattutto negli ultimi anni che i cosiddetti cooking show hanno iniziato a imperversare. Sia nella versione talent, tipo Masterchef, che in quella reality, come 4 Ristoranti. Ma ci sono anche programmi di sole ricette come Fatto in casa per voi dell’ormai mitica Benedetta Rossi. E se non bastasse I panini li fa Max”.

L'assaggio

Al Ciabot San Giorgio Agri Wine Bar (fraz. Tre Rivi - loc. Bordoni Bassi • tel. 335 6815652) di Monteu Roero (CN). Un luogo magico, una terrazza naturale con vista a 360° sul Roero dove la famiglia Negro regala esperienze di gusto come la “Merenda Sinoira” (19-22) che prevede il “Cup” con assaggi di salumi e formaggi locali; gallina di cortile con prosciutto cotto e verdure degli orti in gelatina a Vermouth; tonno di coniglio con insalata, crudità e bagna brusca o vitello tonnato alla maniera antica. Su ilGolosario.it la sosta di Paolo Massobrio e Andrea Voltolini. 

Il vino

Il Lambrusco Reggiano “Concerto” 2020 di Ermete Medici di Gaida (RE). Un vino di fronte a cui ci si inginocchia. Da uve salamino, offre un sorso teso, fruttato, intenso, sempre con il marchio di fabbrica di questa cantina, che è l’aromaticità. La degustazione di Paolo Massobrio a questo link.