La Notizia

Scoppia il caso del menu sessista. Ancora troppi locali decidono a priori che a pagare sarà l’uomo, un’idea che nasce da un atto di galanteria ma che adesso genera solo fastidio. A lanciare la provocazione è Luca Ferrua, che su I Piaceri del Gusto indaga sulla tendenza di molti ristoranti a riservare agli uomini il menu con i prezzi, così come la scelta dei vini. “Allora chi paga il conto? - scrive - Lo vedrete alla fine del pasto, comunque lo paga chi ne ha voglia: chi desidera condividere una gioia; chi vuole ricambiare un favore; chi è innamorato; chi è felice; chi può permetterselo; chi vuole sedurre; chi voleva proprio mangiare in quel ristorante e ha portato con sé una persona cara”. Sul tema è invece diversa la posizione di Libero, che titola “Pagare il conto alla dama è diventato un atto sessista”. E avanza una controproposta: a questo punto adeguiamoci anche noi maschi: paghino sempre le donne (Vabbè NDR) @ Si avvicina Vinitaly e anche il turismo ringrazia. Complice l’appuntamento di Veronafiere, il turismo sta ripartendo tanto a Verona quanto sul lago: c’è un buon afflusso interno, ma anche da fuori, e si vede un primo ritorno degli inglesi, assenti ormai dal 2020. Le prenotazioni indicano che ci sarà vita anche dopo Pasqua. (Corriere di Verona) A proposito di turismo, in Piemonte torna in versione nuova il voucher che offre 2 pernottamenti su 4 pagati da Regione e strutture. L’obiettivo è fare in modo che la permanenza media dei turisti nella Regione superi i tre giorni (Repubblica Torino) @ A Verona fa passi in avanti il Museo del Vino, che sorgerà alle ex Gallerie Mercatali, davanti alla Fiera. “Sarà un museo permanente - ha spiegato ieri il consigliere regionale Enrico Corsi - una sorta di Vinitaly 365 giorni all’anno, che farà diventare a tutti gli effetti Verona la capitale enologica d’Italia”. @ In vista dell’inizio di Vinitaly su I Piaceri del Gusto sono da leggere anche i vini del cuore di Luca Ferrua, Lara Loreti, Eleonora Cozzella, Lara De Luna e Paolo Massobrio. Non una classifica, ma un viaggio nei rispettivi modi di intendere il vino dove Massobrio segnala la Barbera d’Asti “Curej” di Braida, il  “Preja” di Enrico Druetto da uve baratuciat, il Portofino Doc “Cimixa” di Bisson, il Lessini Durello Metodo Classico Pas Dosè di Fongaro, il Romagna Albana Tantalilli di  Tozzi, il Toscana Tarconte di Fattoria La Maliosa, il Colli Maceratesi Ribona di Podere Sabbioni, Il Molise Doc Tintilia di Terresacre, il Costa d’Amalfi Furore Bianco Doc “Fiorduva” di Marisa Cuomo e il Cannonau di Sardegna in anfora di Olianas. @ Le Langhe sono pronte a voltare le spalle al Vinitaly. “Siamo come la barriera corallina, se qualcuno vuole vederci e conoscerci venga da noi”. E’ la provocazione lanciata dal presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Matteo Ascheri, dalle Ogr di Torino dove si è appena concluso Grandi Langhe, il salone che ha visto la partecipazione di 2.000 persone. E con l’occasione attacca anche la Douja d’Or di Asti.

Il pizzicotto

Fa piacere che Grandi Langhe abbia avuto successo, con 2.000 persone in due giornate. Anche Golosaria Wine a Milano, il 19 marzo scorso, coi vini della Lombardia ha avuto 1.000 persone in un solo giorno, segno che quando si comunica bene i risultati arrivano, a Torino come a Milano. Tuttavia, a differenza di Matteo Ascheri, abbiamo imparato ad avere il senso delle proporzioni, per cui un mini evento, bello quanto si vuole, non si può certo paragonare a un Vinitaly che quest'anno ha investito 4 milioni di euro per l’incoming dei buyer di tutto il mondo possibile, come mai è successo in passato. Sul fatto poi che le Langhe siano come la barriera corallina si può discutere, ma avere la presunzione che un vino così importante come il Barolo uno se lo debba venire a prendere e ad assaggiare in loco forse stona col percorso che hanno fatto i produttori nel tempo. Quanto alla Douja d’Or forse sfugge un fatto: è nata proprio per favorire l’arrivo sul territorio di migliaia di persone (che arrivavano, Covid permettendo) così come la Fiera del Tartufo di Alba o anche la nostra Golosaria fra i castelli del Monferrato. La cito perché posso tranquillamente documentare numeri e provenienze, ben superiori alle 2.000 unità, anzi con uno zero in più. 

Guerra del cibo e l'Italia virtuosa della carta (riciclata)

L’arma russa del cibo è spuntata. Putin minaccia l’Europa e l’Occidente di ridurre l’export verso i Paesi ostili, ma per la Fao nessun Paese Ue dipende fortemente dal grano russo, lo stesso dicasi per quello proveniente dall’Ucraina. Ne parla su Italia Oggi Luigi Chiarello, che in merito a questa guerra scrive: “La minaccia di Putin è una palla di cannone sparata a salve. O meglio, un bersaglio mancato, che potrebbe provocare danni solo per il suo ‘rinculo’”. @ Un decalogo per arginare l’effetto devastante che il caro-energia rischia di avere su imprese e famiglie. E’ quello messo a punto da Alleanza Cooperative chiedendo al governo interventi strutturali urgenti. Tra i punti chiave messi in luce dal movimento l’attuazione della disciplina sulle comunità energetiche, misure di compensazione a sostegno delle imprese energivore basate più che sui codici Ateco, sul rapporto tra fatturato e costi energetici. Le proposte: ristori in cambio di investimenti sulla produzione delle rinnovabili, soprattutto per chi presta servizi alla pubblica amministrazione; rateizzazione del pagamento delle bollette; riduzione delle aliquote fiscali e degli oneri di sistema e riorganizzazione complessiva dei bonus energetici. (Avvenire) @ Branca International, holding della famiglia Branca, ha acquisito una partecipazione di minoranza in Etilika, piattaforma di vendita online di vini pregiati italiani, champagne e superalcolici. (QN) @ Lo Champagne diventa un nuovo asset per gli investimenti. Le bottiglie delle grandi maison francesi tornano al centro della scena e spingono i vini pregiati al primo posto tra i beni di passione, superando le borse di Hermès. Se ne parla su La Verità, che riprende l’articolo “Analisi economica” di Paola Jadeluca pubblicato su Arbiter, un'indagine sul mondo delle bollicine francesi. @ “Ecologico” non solo sulla carta. E’ la filosofia di Comieco, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica che annuncia la seconda edizione del Premio Demetra per la letteratura ambientale. Un riconoscimento nato per dare visibilità agli autori e agli editori indipendenti che pongono l’ambiente e la sostenibilità al centro delle loro pubblicazioni. Sul tema del recupero e riciclo della carta interviene anche il direttore di Comieco, Carlo Montalbetti, che rivela che l’Italia - secondo il “Rapporto Annuale su raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone” - ha già superato l’obiettivo Ue di riciclo (85%). E lo ha fatto con ben 10 anni di anticipo. (Corriere della Sera) @ Sulle stesse pagine si parla poi del Premio Nonino, il riconoscimento istituito nel 1977 dalla dinastia dei produttori di grappa che negli anni ha incoronato 6 vincitori che poi sono volati a Stoccolma (ultimo Giorgio Parisi) e che tornerà a maggio dopo i rinvii di 2020 e 2021. “Ripartiamo nel segno della pace”, il commento degli organizzatori. 

Fotonotizia

Un bell’esempio di solidarietà nel mondo agricolo arriva da Antonella Manuli, vignaiola titolare de La Maliosa di Saturnia che ha accolto una famiglia ucraina nella sua cantina. Brava Antonella!

L'assaggio

Al ristorante Il Grecale (borgata Muratori, 90 • tel. 3382669092) di La Morra (CN). La nuova location di Alessandro Neri, fino a poco tempo fa a Novello, è un posto “spaziale”, con un panorama mozzafiato sui vigneti di nebbiolo. Qui si mangia pesce, ma è eccellente anche la carne come la nostra Pit Beef con fonduta e tartufo nero o la tagliata di fassona al bbq con patate di montagna al forno. Ottimi anche i ravioli del plin, accanto ai tajarin al ragù di salsiccia. E’ una delle ultime quattro soste imperdibili raccontate da Paolo Massobrio su ilGolosario.it.

Il vino

Il Montecucco Sangiovese “Podere Montale” 2016 di Podere Montale di Seggiano (GR). Quello che colpisce di questo vino è quella bella nota fumè di griglia e carne dolce. Poi emerge potente la frutta. In bocca è rotondo, tannico, pieno, piacevolmente iconico con quel finale minerale che lo premia a pieni voti.