Sorprese dalla Puglia e una conferma dalla Toscana nelle ultime prove firmate dalla nostra redazione

Una buona prova della Puglia del vino, tra vini ormai assodati come il Primitivo e campioni sempre più interessanti come il Susumaniello. C’è anche un’importante conferma in Toscana e una nuova cantina nel Mantovano da tenere sotto osservazione.

CANTINE SGARZI LUIGI

di Castel San Pietro Terme (Bo)
Giunta alla quarta generazione, questa cantina rappresenta una grande storia imprenditoriale ben esemplificata dagli impianti all'avanguardia e vocati all'ecosostenibilità che oggi sorgono accanto al primo vigneto impiantato dal bisnonno Luigi circa 90 anni fa. Oggi sono oltre duecento gli ettari di proprietà tra Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia per una produzione decisamente diversificata. Tra i nostri assaggi lo Spumante Extra Dry Pignoletto, molto piacevole al naso con profumi di pesca nettarina. In bocca c'è la freschezza e un finale quasi agrumato. Decisamente classico il Sangiovese Rubicone 2020 con un naso che alla prugna tipica del vitigno affianca il mallo di noce. Dalle proprietà pugliesi arriva invece il Salento Primitivo Susumaniello 2020, un vino capace di stupirci per il naso, elegante, e per il sorso pieno, equilibrato. Altrettanto interessante il Puglia Primitivo Nero di Troia 2021 che nonostante la giovane età si presenta con naso importante, complesso, dove si scorgono addirittura note di curry. In bocca ha equilibrio e giusta acidità che favoriscono la beva.sgarzi.jpg

TENUTA VIGLIONE

di Santeramo in Colle (Ba)
Una splendida masseria nell'Alta Murgia, che è anche sede di un attrezzato wine resort con spa, è il cuore dell'attività della famiglia Zullo, oggi giunta alla terza generazione con la guida di Giovanni, artefice di un processo di ammodernamento delle strutture e delle linee dei vini. Gli assaggi, tutti interessanti, confermano che ci troviamo di fronte a uno dei riferimenti per la vitivinicoltura pugliese. Dalla collezione Prestige, che raccoglie i vini affinati in barrique, si distingue il Bianco Puglia Herba 2021, da uve verdeca e chardonnay, che ha naso ricco di note aromatiche, salvia e alloro, mentre in bocca è ricco di acidità.
viglione-4bottiglie.jpgDella linea Maioliche invece ci conquista la Puglia Verdeca 2021 che al naso ha l'esuberanza della frutta esotica (mango) da cui lascia trapelare note delicate di malva, mentre in bocca gioca sulla freschezza con una acidità diffusa. Da notare anche i due rosati, il Puglia Rosato della collezione Maioliche, fresco, profumato ma con una cotè più abboccata, e il Puglia Susumaniello Rosato Morso 2021, che al naso conquista per la polpa di ciliegia e in bocca ha corpo e un'acidità vibrante che si suggerisce anche una potenziale evoluzione. Piacevole anche la versione in rosso che ci arriva dal Puglia Susumaniello Morso Rosso 2021 con naso ampio, ricco di speziatura, con una piacevole vena di curcuma, mentre in bocca è caldo con un ingresso quasi dolce. Della linea Maioliche, poi, il Puglia Nero di Troia 2020 si dimostra un ottimo campione di colore rubino brillante, con naso di ciliegia matura e mandorla, vellutato all'assaggio.
viglione-maioliche.jpgL'etichetta da cinque asterischi sarà però il Gioia del Colle Primitivo Sellato 2019 che al naso ha la complessità dei grandi vini, con la frutta fresca che lascia il campo a quella secca e una speziatura sottile, in bocca è equilibrato, con un tannino fine e diffuso. A contendersi la palma anche il Gioia del Colle Primitivo Riserva Marpione 2018 che invece ha naso più balsamico, con note di anice, e in bocca ha tannino vellutato e una speziatura finale molto gradevole.viglione-marpione.jpg

CASA VINICOLA ERRICO

di Cerignola (Fg)
Un'azienda ad ampio raggio, nata da un'attività di commercio delle uve iniziata a metà del secolo con il nonno e che da inizio degli anni Duemila si è sviluppata in una cantina moderna, articolata su più linee che guardano a tutto il panorama della viticoltura pugliese. Oggi la proposta spazia da vini dedicati a un consumo quotidiano a vere e proprie riserve basate sia sui vitigni autoctoni sia sugli internazionali che in alcune zone della Puglia hanno trovato uno sviluppo interessante. E' il caso quest'ultimo dello Chardonnay Donna Lidia 2021, dedicato alla matriarca della famiglia Errico, che si presenta con una naso marcatamente verde e un curioso cenno di polvere da sparo, in bocca la giusta acidità. Il Fiano Gaia ha sua volta porta la medesima firma con un naso più minerale, di pietra, accompagnato da una bella speziatura. Il Nero di Troia Primo Giuseppe 2017 rappresenta un'interpretazione più rustica di questo vitigno mentre il Primitivo Donna Sofia 2018 punta decisamente sulla speziatura, profonda al naso, che crea un piacevole corollario all'assaggio che ha nell'equilibrio la sua cifra stilistica.errico.jpg

AZ. AGR. GORZONI FABRIZIO

di Villimpenta (Mn)
Siamo al confine tra Mantovano e Veronese a casa di un agricoltore che dal 2009 ha deciso di scommettere sui vini con l'acquisizione di un piccolo vigneto (cinque ettari) ceduto dalla parrocchia. La decisione di puntare sui vitigni storici di questa porzione di territorio cioè il lambrusco, ancellotta e salamino, e il merlot. Da qui una linea di vini - Crepuscolo - che evocano questa tradizione contadina. C'è il Provincia di Mantova Lambrusco Rosato che ha un naso di erba medica, il Provincia di Mantova Lambrusco Rosso Vino Frizzante Crepuscolo che è un vino che richiama immediatamente, per l'abbinamento, i grandi salumi del Mantovano con un naso rustico, vinoso, e un sorso pieno. Continua sulla stessa linea il Provincia di Mantova L’Ancestrale da uve salamino e ancellotta con un naso di cortile, terragno, mentre rappresenta una chiave di lettura originale il Provincia di Mantova Merlot Crepuscolo capace di portare all'olfatto un piacevole mix tra la pesca melba e l'incenso.gorzoni.jpg

TENUTA CASENUOVE

di Greve in Chianti (Fi)
https://www.ilgolosario.it/it/tenuta-casenuove-sd25837
Dopo gli assaggi di settembre (link) abbiamo deciso di riassaggiare i vini di questa cantina che ci avevano particolarmente colpito. A distanza di otto mesi, confermiamo l'ottima impressione generale soprattutto grazie al Chianti Classico Riserva 2017 con un naso di sottobosco, polvere da sparo e liquirizia e un tannino diffuso, ben espresso, in bocca. Ancor più convincente il Chianti Classico 2018 che anche in questo caso rivela un naso complesso, di sottobosco e pelliccia, in bocca ha la giusta acidità, equilibrio accompagnati da una bella speziatura.tenuta casenuove.jpg

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