Banco d'assaggio organizzato dal Consorzio del Vermouth di Torino: 53 campioni tra Extra Dry, Dry, Bianco, Ambrato e Rosso, anche nelle versioni Superiore

Il ritorno alla normalità? Passa anche da una degustazione per la stampa di Vermouth, che si è svolta a Milano all'Hotel Palazzo Parigi Hotel & Grand Spa, organizzata dal Consorzio del Vermouth di Torino.

Un evento a cui tenevamo tantissimo, per ricominciare a comunicare il nostro prodotto” le parole di benvenuto di Roberto Bava, presidente del Consorzio. Che poi ha snocciolato alcuni dati interessanti: nonostante l'annus horribilis appena trascorso, il Vermouth di Torino ha saputo galleggiare, segnando alla fine del 2020 un -17%, a fronte di un mercato horeca praticamente azzerato. Attenzione, stiamo parlando di Vermouth di Torino, e non genericamente di Vermouth. Ossia di quel vino aromatizzato che nel 2017 ha ottenuto l'indicazione geografica (di Torino, appunto), per un disciplinare di produzione che prevede la produzione in Piemonte, l'utilizzo di vini italiani, un minimo di 0,5 g/l di assenzio (l'erba fondamentale del Vermouth, che deve essere coltivata o raccolta in Piemonte) e una gradazione alcolica compresa tra i 16 e i 22% vol.
roberto bava.jpgRoberto Bava (a sinistra) con il vice presidente del consorzio Pierstefano BertaIl disciplinare prevede anche la tipologia Vermouth di Torino Superiore, che si riferisce a prodotti con un titolo alcolometrico non inferiore a 17% vol., realizzati con almeno il 50% di vini piemontesi e aromatizzati con erbe – diverse dall’assenzio – coltivate o raccolte in Piemonte. A valorizzare e comunicare il Vermouth di Torino è il Consorzio nato nel 2019, dopo oltre vent'anni di lavori, che raggruppa oggi 23 soci.
vermouth dry.jpgCampioni di Vermouth Extra Dry e Dry

Vermouth di Torino Extra Dry e Dry (e Superiore Extra Dry)

Sono Vermouth che non non sempre (o quasi mai) si prestano al consumo in purezza, ma trovano il migliore utilizzo in un buon Martini Cocktail. Extra Dry sono i prodotti che contengono meno di 30 grammi di zucchero per litro; Dry i vermouth con meno di 50 grammi per litro.

Carlo Alberto Vermouth di Torino Superiore Extra Dry *****
Un grandissimo Extra Dry, che si distingue da tutti gli altri per una morbidezza e piacevolezza fuori dagli schemi. Merito anche del mosto di uve Moscato che si aggiunge all'Erbaluce di Caluso. Ma soprattutto di un tripudio armonico di erbe aromatiche - timo, santoreggia, maggiorana, zafferano – che disegna uno spettro olfattivo straordinario. Nella categoria, una spanna sopra.

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Arudi Vermouth di Torino Dry ***1/2
Qualche grammo in più di zucchero può cambiare la prospettiva dell'assaggio, e lo si capisce da questo Dry (base Trebbiano e Chardonnay) per un soffio sopra la quota dell'Extra Dry, che acquista rotondità e piacevolezza. La componente agrumata è più decisa, poi escono lo zenzero e i fiori di sambuco. È una realtà al debutto, dopo che Max e Mirna Bernardini (titolari anche di Vertosan) hanno rilevato la Martino Balbo, azienda dormiente da più di 40 anni, dandole il nome di un noto aromatiere degli anni '40 del secolo scorso.

Bordiga Vermouth di Torino Extra Dry ***
L'Extra Dry di Bordiga si presenta di colore molto scarico e si caratterizza per un sorso diritto e particolarmente amaro (per la categoria). Mitica l'etichetta con palme, dune e cammelli.
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Vermouth di Torino Bianco (e Superiore bianco)

Se fino all'inizio del '900 esisteva una sola tipologia di vermouth (l'Ambrato), in quegli anni diverse aziende cominciarono a produrne una versione bianca, che si distingueva (e si distingue tuttora) per il colore più tenue e per caratteristiche note floreali e agrumate.

vermouth-berto-bianco-17-cl-75-aperitiv-dla-tradission.jpgBerto Vermouth di Torino Superiore Bianco *****
Chi nel vermouth bianco cerca i fiori, assaggi questa versione che dei fiori ha le note aromatiche della rosa e dei fiori di melissa e la rotondità erbacea della camomilla. Poi entrano gli agrumi, le spezie dolci (cannella, noce moscata) e l'amaricante dell'assenzio sul finale, che però non interrompe la trama floreale.

Chazalettes Vermouth di Torino Bianco *****
Il “Bianco della Regina”, dedicato alla Regina Margherita di Savoia, che nel 1907 concesse a Chazalettes il Brevetto Reale. Altra straordinaria interpretazione, per una fragranza olfattiva di fiori e agrumi dolci inusitata, e poi cardamomo, coriandolo e angelica, prima che le note amare facciano il loro dovere bilanciando l'insieme.
chazalettes.jpgCalissano Vermouth di Torino Superiore Bianco ****
Base Gavi, per questo Vermouth Bianco sbilanciato piacevolmente su note agrumate rese più complesse da una speziatura dolce evidente (soprattutto cardamomo). Bella persistenza.

Luigi Vico Vermouth di Torino Bianco ***1/2
La cantina di Serralunga d'Alba da un paio di anni produce anche questo vermouth bianco in tiratura limitata (2000 bottiglie), a base 100% Moscato di produzione aziendale. Come personale è la ricetta, pescata dall'antro dei ricordi olfattivi, che si rifà a quando la nonna dell'attuale titolare concedeva al nipote di annusare il vermouth di casa. È un vermouth molto caratteristico, dall'ottima acidità e una parta agrumata in risalto, arricchito dal cardo mariano che cresce spontaneo tra le vigne.
vico.jpgBordiga Vermouth di Torino Bianco ***1/2
La storica distilleria cuneese si conferma anche con il Vermouth bianco, rotondo ed equilibrato nelle sue componenti floreali, agrumate e balsamiche, arricchite da una suadente speziatura dolce.

Vermouth di Torino Ambrato (e Superiore Ambrato)


Del Professore Classico Vermouth di Torino Ambrato *****
I ragazzi del Jerry Thomas di Roma hanno sfruttato tutta la loro esperienza e sensibilità di palato per estrarre un vermouth che colpisce fin dalla texture del sorso, più masticabile. Ma non perché più dolce (almeno all'assaggio). Floreale (ma meno del Berto), fruttato (agrumi) con una componente speziata ricca di vaniglia, chiodi di garofano e macis e una vena balsamica. Tutto questo in bocca si compendia in un finale giustamente amaricante.
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Vermouth di Torino Rosso (e Superiore Rosso)

Dopo la nascita del vermouth bianco, a partire dagli anni Venti del Novecento inizia ad affermarsi anche il Vermouth rosso, colorato con il caramello come richiesto dal mercato americano. Il vermouth rosso ha un naso più complesso e scuro, arricchito generalmente da note amaricanti più marcate. Nella versione Superiore la complessità diventa ancora più evidente, facendone una perfetta bevuta in purezza, con o senza ghiaccio, ma preferibilmente con una scorza di limone sfusato.

Carlo Alberto Vermouth di Torino Superiore Rosso *****
Si distingue fin dal colore, meno rosso, più ambrato, che loro definiscono “bruno rame medievale”. L'armatura è una spremuta di ciliegie raccolte surmature in un mezzogiorno di fine giugno. Poi arrivano le note balsamiche, la scorza d'arancia, le spezie dolci, la fava tonka. Un vermouth amabile, dove l'amaro è un'ultima pennellata che resta nei solchi della lingua.

Del Professore Vermouth di Torino Superiore Rosso *****
Anche in questo caso si vede la mano dei bartender, per un vermouth sì rotondo e morbido (i Rosso Superiore lo sono tutti), ma dalla spinta amaricante marcata (rabarbaro e genziana). Se l'arancia amara è la nota agrumata che ci si aspetta, la freschezza della menta alpina lo caratterizza piacevolmente.Cocchi_Rosso.jpg
Cocchi Storico Vermouth di Torino Rosso ****1/2
Un altro mito tra i vermouth, apprezzato dai bartender di tutto il mondo. Un vermouth rotondo, dal sorso avvolgente e ampio, che ricorda lo zucchero filato, il cacao, l'arancia amara, e poi note legnose e speziate di sandalo, e solo alla fine la parte amara dell'artemisia e della china, per un retrogusto che non va più via.

Peliti's Vermouth di Torino Rosso ****
Azienda giovane, avviata 5 anni fa, che riprende le ricette di Federico Peliti, confettiere per la casa reale britannica e autore di una 40 di ricette di vermouth. La XXII ricetta è la formula di Edoardo VII, prodotta su richiesta della casa reale inglese dal 1877 al 1940, oggi riproposta fedelmente. È un vermouth che si distingue, cupo di spezie scure, carico, dall'amaro accentuato (doppio assenzio e quassia), ma anche agrumato di cedro. Un viaggio tra Italia e India in un sol bicchiere.
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Berto Vermouth di Torino Superiore Rosso ****
Barbera d'Asti e Cortese sono la base vinosa di questo vermouth superiore disteso e rilucente. Le parti amare si nascondono un po', prevalicate da una bellissima componente balsamica (menta e ginepro) e da spezie morbide (vaniglia e liquirizia).

Vergnano Vermouth di Torino Superiore Rosso ****
Ancora un Superiore che tende, nella sua complessità, alla dolcezza, e che si apre con una nota di camomilla ed erba sfalciata, poi un concentrato di agrumi, e solo sul finale la presenza dell'artemisia. Particolarmente ricco.

Carpano Antica Formula Vermouth di Torino Rosso ***1/2
Praticamente un benchmark dei Vermouth, col quale bene o male bisogna confrontarsi. Ricco e profondo, con tutte le spezie e le componenti amare in equilibrio. La sua formula antica – nomen omen – non concede spazio a virtuosismi, ma rappresenta una pietra miliare, anche in miscelazione.

Casa Martelletti Vermouth di Torino Rosso***1/2
Apprezzato dai barman, anche per un apporto qualità/prezzo imbattibile, questo vermouth si esalta in miscelazione ma fa un'egregia figura anche in purezza. Alla base c'è del Moscato d'Asti, in cui macerano oltre 20 tra erbe e spezie. Le più evidenti all'assaggio sono la buccia di arancia amara, la genziana, la china, ma anche una componente dolce che parrebbe una spolverata di cacao. Decisamente equilibrato.
la-canellese-vermut-Torino.jpgLa Canellese Vermouth di Torino Rosso ***
Produttore storico (che belli i suoi manifesti vintage!), autore di vermouth caldo ed equilibrato. Interessante la parte agrumata, ha un che di liquirizia e una componente amaricante (assenzio e china) non eccessiva.

Arudi Vermouth di Torino Rosso ***
Base Trebbiano e Chardonnay, più un'aggiunta di vino rosso, per un vermouth equilibrato, giustamente amaricante e di buona persistenza.

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