Gusto, professionalità, squadra giovane, intelligenza nel leggere le esigenze della clientela oggi. Questi i segreti di un grande ristorante dove ci si sente a casa

Che sorpresa! Che emozione! L’indirizzo che vi segnaliamo oggi, Trussardi alla Scala (piazza della Scala 5 – tel. 0280688201) non è nuovo, ma in un certo senso, nuovo, lo è. La novità, e non da poco, è legata a una generazione, quella dei trentenni, di cui la critica non si è ancora accorta, ma che crediamo sia ora di considerare. Soprattutto quando ha i nomi di veri fuoriclasse come Roberto Conti, chef, 31 anni, e Simone Dimitri, maître, 30 anni, le due colonne su cui poggia il nuovo corso del ristorante della celeberrima maison di moda. Con loro un team di giovani, di valore, su cui la proprietà ha avuto il coraggio di investire. Ben fatto. Il risultato? Successo. L’ambiente è stato reso più caldo, e ora è molto accogliente grazie agli interventi che lo hanno reso simile a un salotto di casa, con oggetti personali della collezione d’arte e mobili antichi di casa Trussardi. E con l’illuminazione che si è arricchita con lampade a muro e piantane vintage in ottone e vetro che fanno atmosfera grazie anche all’inserimento nell’arredo di nuove sedute, divani con struttura in ottone brunito e rivestimento in morbida pelle avio con schienale e seduta capitonnè. I muri sono stati rivestiti da un tessuto color sabbia chiaro melange a trama tridimensionale, ripreso anche nel tovagliato. La vista su piazza della Scala è impagabile.

Il servizio, come anticipato, esprime quella passione e quella voglia di fare bene che è tipico dei giovani promettenti. La cucina è espressione golosa e invitante, di uno chef che, cresciuto al fianco di grandi maestri, padroneggiando tecnica e fantasia, oggi, chiamato alla guida, dimostra di avere il passo del campione. Nota di merito, la scelta di proporre “tre taglie” di piatto, ossia small, regular e large. Tradotto significa che ciascuno mangia secondo il suo appetito. E secondo il suo gusto, visto che se uno va pazzo per una specialità, se la può godere alla grande. Le porzioni, anche small, peraltro, son di piena soddisfazione (cosa che merita l’applauso, perché l’occhio vuol la sua parte, certo, ma anche il palato!).

La vostra felicità gastronomica potrà avere il gusto di capesante arrosto e panzanella, dell’iconico spaghetti cacio e pepe con ricci di mare, dell’omaggio a Milano ed Expo che è il risotto alla milanese con medaglione di ossobuco in gremolada, del sampietro arrosto con melanzana alla brace origano e liquirizia, della superba “Meringa” (meringa crema pasticciera al cardamomo e sorbetto alla fragola). Starete benissimo, e non vedrete l’ora di tornare. Milano ha un “nuovo” grande ristorante!

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