Sapone di Aleppo, sapone di Marsiglia e sapone liquido

“Lavarsi spesso le mani” è uno dei nuovi diktat di questo periodo di quarantena. Questo perché il sapone deterge rendendo solubili sostanze che sono insolubili, come piccoli batteri, sporcizia o simili. E poi l’acqua le porta via. 
lavarsi-le-mani.jpgPensate che le origini del sapone risalirebbero ai Babilonesi intorno al 2800 a.C. Ma la storia è ricca di citazioni in tal senso. Compariva nei papiri degli antichi Egizi e nella Bibbia, dove si fa riferimento al sapone di Aleppo, località della Siria, nella quale veniva prodotto con pochissimi ingredienti, tutti naturali (di origine vegetale): olio d’oliva, soda, olio di alloro e acqua. La presenza di decine di migliaia di ulivi spontanei nel contesto paesaggistico siriano contribuì senza dubbio in modo decisivo alla sua realizzazione. E non è un caso che la produzione di questo pregiato sapone inizia proprio a novembre con la raccolta locale delle olive. L’olio veniva messo in un paiolo e cotto a fuoco molto lento per diversi giorni, aggiungendo la soda estratta dal sale marino. Se ne ricavava una pasta molle, subito aromatizzata con olio di alloro. La fase finale, una volta raffreddata, era costituita dal modellamento, creando blocchi lisci con utensili di legno. Infine, le forme erano sottoposte a una sorta di “stagionatura” (anche 12 mesi) per farle essiccare. Insomma, puro e biologico al 100%, anallergico e rispettoso dell’epidermide. E ai giorni nostri, ad Aleppo, questo tipo di produzione è rimasta pressoché invariata.
sapone-aleppo.jpgil sapone di AleppoLa diffusione del sapone nel mondo occidentale iniziò intorno all’anno 800 d.C., sull’onda della dominazione araba di alcune zone dell’Europa Mediterranea e proseguì anche nel periodo delle Crociate. Grazie agli scambi commerciali dell’epoca furono le città portuali le prime ad avviare la produzione di sapone.  Ecco spiegato perché tra i più conosciuti, c'è il sapone di Marsiglia. Fu addirittura il Re Sole (anno 1688) a promulgare un editto per proibirne la contraffazione. Gli unici ingredienti permessi erano i medesimi del sapone originario di Aleppo: olio d’oliva, di palma o di copra (la polpa essiccata della noce di cocco), soda o sale marino e acqua. Due secoli più tardi, la ricetta venne ufficialmente codificata e comprendeva 63% di olio, 9% di soda e 18% di acqua. 
sapone-marsiglia.jpgil sapone di Marsiglia Pensate che l’invenzione del sapone liquido risale agli stessi anni (fine 1800) ed è merito dello statunitense William Sheppard nel 1865. 
C’è anche da dire che oggi la maggior parte dei saponi commerciali, soprattutto quelli liquidi, non sono vero sapone, ma una combinazione di detergenti chimici, agenti di schiumatura artificiali e sostanze chimiche. Perciò bisogna fare molta attenzione al momento dell’acquisto e leggere bene l’etichetta. 
Inoltre, il sapone liquido ha una controindicazione fondamentale: la superficie dell’erogatore raccoglie lipidi, zuccheri, germi, virus e innanzitutto molta polvere, tanta polvere.

Utilizzando gli ingredienti citati, si può realizzare il sapone anche tra le mura domestiche, con un’avvertenza legata all’uso della soda caustica, pericolosa da trattare senza le dovute cautele. Ma la soluzione c’è: sostituirla con la “lisciva”, ovvero la cenere derivante dal legno. E il gioco è fatto.

Chiudiamo con una curiosità: Sapete perché alcune serie televisive prendono il nome di Soap Opera? Perché le pubblicità inserite nei lungometraggi erano perlopiù dedicati a detergenti per la casa e a saponi.

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