In questo locale fornitori di prim'ordine, una ricerca originale, una cucina eccellente a un prezzo adeguato

La prima sensazione, dopo essere stati da Scannabue (tel. 011 6696693), è che dobbiamo chiedere scusa per averlo così sottovalutato. A volte i collaboratori sono restii a riconoscere ciò che è evidente: una ricerca originale, una cucina eccellente a un prezzo adeguato.

Ma veniamo al locale, che è collocato in quel quartiere San Salvario a Torino, non lontano dalla Stazione di Porta Nuova, che sta rinascendo a nuova vita. Farete un po’ fatica a trovare parcheggio, ma se andate in via Marconi la soluzione si trova. Dopodiché cercate la piazzetta Saluzzo dove, al numero 25, si affaccia questo locale osteria, dall’ambientazione calda, infornale, con le salettine tutto legno che si riempiono velocemente ogni sera: di coppie, di amici, di appassionati, perché i vini che hanno nella loro carta (anche quelli offerti a bicchiere) sono più che unici.

Il personale è giovane e pieno di buona volontà: veloce nel servizio, fra le luci soffuse che fanno di ogni tavolo un’oasi di intimità.

Hanno un menu della tradizione a 30 euro (con 5 portate) e un menu gourmet a 45 euro (con 6 portate). I nomi dei fornitori sono di prim’ordine: Silvio Brarda di Cavour, Martini di Boves, Guffanti di Arona, solo per citarne alcuni. Certo qui si mangia carne, soprattutto. E le soluzioni sono tante: 11 antipasti, fra i 9 e i 12 euro. Di primi e secondi una decina e infine i dolci intorno ai 7 euro, in 10 proposte, formaggi compresi.

Cosa abbiamo assaggiato? Un fantastico tonno di coniglio grigio di Carmagnola nella burnia con insalatina, decisamente abbondante; il fegato grasso d’anatra in scaloppa con mele caramellate e mousse su crostini di pan brioche. Ma c’era anche l’antica tartrà (commovente), la chiocciola affinata nello Champagne su crema di cavolfiore e riduzione al Marsala, oltre a uovo pochette su crema di topinambur e colatura di alici, vitello tonnato e battuta di fassone.
Fra i primi immaginatevi tutti i classici della cucina piemontese, fra agnolotti, tajarin e risotti. Fantastici gli gnocchi di patate spunta della Val Grana con fonduta di robiola ai tre latti e nocciola, ma anche le chitarre nere con calamaretti, pomodorini confit e capperi di Pantelleria.
Ai secondi non manca la finanziera, il piccione di Greppi con cipolla al sale ripiena e qualche scelta del pescato del giorno. Per noi un superbo agnello della Bisalta alle erbe aromatiche con purea di patate di montagna e il petto d’anatra al Marsala su purea di nocciola e biete spadellate.
Ai dolci: tarte tatin, cremoso al caffè, torta Sacher e le cinque consistenze del cioccolato. Ma che felicità!

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