Al Bistrot del Castello una cucina del territorio tra Piemonte e Campania

Un indirizzo prezioso in prossimità del Castello di Rivoli

Rivoli ha perso quella che era la sua grande attrattiva gastronomica. Il Combal.Zero sotto la guida di Davide Scabin, forse il più geniale chef italiano degli ultimi decenni, è chiuso da più di un anno e i turisti e i golosi che approdavano nella città alle porte della Val Susa per il suo castello, sede di uno dei più importanti musei di arte contemporanea, sono orfani delle golosità che Scabin sapeva offrire nel suo splendido locale. Mentre il mai troppo rimpianto Davide veleggia verso nuove avventure che presto cercheremo di raccontare, chi vuole mangiare bene a Rivoli, meglio se in prossimità del Castello, dove si può indirizzare?
L'offerta sulla piazza è più che valida, per chi preferisce una cucina più tradizionale ecco la Tana del Lupo, per chi cerca una cucina più innovativa e stimolante rimandiamo al nuovo e recente Between ma oggi ci vorremmo soffermare su un altro locale assolutamente degno di essere menzionato e consigliato: il Bistrot del Castello, sempre lì a due giri di auto dall’imponente maniero sabaudo in una piazzetta in cui puoi sperare di trovare qualche parcheggio nell'intrico delle viuzze del centro storico di Rivoli.
Il Bistrot ha saputo nel tempo trovare la sua identità ed è un punto fermo della ristorazione rivolese e non solo. Saldamente nelle mani di Cosimo Marotta e Gabriella Ierace, titolari e perfetti ospiti in sala hanno saputo inserire in cucina il giovane talento Alessio Pezzilli.

Gabriella, dopo alcune esperienze in Liguria, è stata a lungo alla guida della cucina creando nel tempo un suo stile originale ma sempre ancorato alle tradizioni del territorio. Nel 2018 ad aiutarla ai fornelli Alessio, forte di esperienze in ristoranti importanti quali quelle di Larossa, Crippa, Scabin ed altri. L'intesa sempre più intensa ha portato la nostra Gabriella ad affiancare più strettamente Cosimo, o Mimmo come familiarmente chiamato, in sala e Alessio da parte sua ha continuato a liberare la sua fantasia e la sua tecnica sviluppando un percorso sempre più audace di contaminazione tra la calda e calorica cultura gastronomica del nord e la fresca, giovanile e solare influenza del suo sud, la Calabria per la precisione.

A noi commensali rimangono ricche sensazioni di italiche tradizioni armonicamente composte in equilibrio di gusti e di profumi. Le materie prime scelte con ineccepibile cura ed attenzione alla sua filiera produttiva contribuiscono in modo essenziale a completare un quadro di assoluta qualità e coinvolgente personalità.
Piatti come quelli che hanno composto il nostro menù e tra questi cito la panna cotta di carciofi con grattugiata di limone sorrentino, il polpo rosticciato al sivè e purea di zucca al profumo di anice stellato
oppure Linguine mantecate in salsa di miso, pomodoro del piennolo confit e puntarelle di catalogna croccanti
e poi i Ravioli ripieni di faraona alla genovese con cipolla ramata di Montoro, provola di bufala e friarielli
danno il senso di una ricerca seria, approfondita e creativa ma sempre ancorata alla nostra cultura territoriale, intendendo per territorio tutto ciò che offrono le regioni che hanno formato il nostro chef.
Già abbiamo detto di Gabriella e Mimmo in sala cortesi, attenti e solleciti ad ogni esigenza. Forse lo chef vuole scalare persino troppo in fretta le sue vette, il successo vuole i suoi tempi, ma le indiscusse sue qualità promettono molto bene. Il ritmo della serata può essere migliorato, ma il locale già ben arredato in uno stile rustico confidenziale è consono a predisporre a serate rasserenanti.
La cantina ha già una buona scelta a prezzi corretti. Noi ci siamo concentrati su due ottimi vini di Elena Walch, un Sauvignon Blanc 2020 e il Pinot Nero sempre del 2020 accompagnando il dessert con Moscato passito Notti d'Estate di Terre di Barolo.

Il costo facilmente si può aggirare sui 60-70 euro per un locale che comunque si vuole posizionare su una fascia medio-alta.