Da quasi un millennio si coltiva riso in Italia, da quando, nel 1123, i monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna fondarono l’abbazia di Santa Maria di Lucedio nei pressi di Vercelli, in un territorio che per conformazione, ricchezza di acqua e abbondanza di zone pianeggianti, si rivelò subito ideale per la risicoltura. Da allora nel Vercellese così come nel Biellese, nel basso Novarese e in alcune parti del Casalese, la coltivazione del riso è diventata una risorsa immensa che ha contribuito in misura notevole all’economia locale e ha reso – nell’immaginario collettivo – il 'mare a quadretti' una parte integrante della storia e della cultura del Piemonte.
Riso Goio 1929 opera nella zona della Baraggia da quasi un secolo, come indica il nome. Oggi è alla terza generazione, con Emanuele Goio che, ai piedi del Monte Rosa, coltiva il riso che dal 2007 si fregia della Dop Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. È un riso che tiene bene la cottura, perfetto per ogni ricetta e, per la sua particolare cremosità, non necessita di burro o panna per la mantecatura.

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