Cucina famigliare sull’Etna, che lega passato e futuro

A Randazzo, tra i Nebrodi e il Parco dell'Etna, "A Muntagna" pervade. Ne "La città nera", così viene chiamata perché qui strade, chiese e alcuni palazzi sono realizzati in pietra lavica creando un felice contrasto cromatico tra la pietra bianca e quella nera, l'atmosfera rarefatta del tempo di questa cittadina che conserva intatto il suo fascino medievale, dà un senso di tranquillità. A circa 700 metri sul livello del mare, scrigno di arte, bellezza e cultura con la maestosità delle sue 100 chiese tra cui quella di San Martino con il campanile alto 41 metri, tra i più belli della Sicilia e il dedalo di viuzze lastricate di pietra lavica dove è possibile ammirare la famosa "Via degli Archi", Randazzo è anche oasi del gusto.
E' ancora possibile vedere Maricetta Facondo, 90 anni, china a preparare nel laboratorio della pasticceria di famiglia "Arturo", i suoi famosi biscotti alle mandorle e anche visitare il laboratorio di gelati e granite artigianali di Giovanna Musumeci, figlia d'arte, (il papà era Santo Musumeci).
Città dell Etna Doc, Randazzo si sorseggia nei calici di aziende che valorizzano l'unicum di questo territorio, si gusta nei piatti della cucina autentica.

Il ristorante Le Delizie dello zio Pippo, al secolo Giuseppe Scrivano, 82 anni di cui 60 passati tra i fornelli, è tappa obbligata per chi ama la cucina cosiddetta "di pancia", che nella forma con piatti corposi e nella sostanza con materie prime del territorio di qualità, è eccellente e verace interprete della tradizione gastronomica siciliana.
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, all'interno dell'Hotel Scrivano con vista sull' Etna, non solo per gli ospiti dell'albergo ma per quanti decidono di concedersi il piacere di una cucina sana al ritmo delle stagioni e a km zero, "Le Delizie", val bene un viaggio.
spiedini pomodorini.jpgI maccarruni al sugo di cinghiale dei Nebrodi o anche alla boscaiola con funghi di Ferla (13 euro) e ricotta salata, e anche la zuppa di funghi con crostini di pane, (16 euro) è sì inequivocabile signature di una cucina povera, ma anche l'omaggio, schietto, a una Sicilia che ha nelle radici il suo humus fertile.
Maccheroni con sugo cinghiale dei Nebrodi  copia.jpg"Il tempo - dice Giuseppe Scrivano - è uno dei segreti della mia cucina insieme alla passione. Non guardo l'orologio perché ci vuole pazienza per fare una cucina buona. Da me non entrano né conservanti, né precotti e giammai panna - sottolinea con forza - Anche la caponatina di melenzane che noi facciamo qui alla catanese con l'aggiunta di peperoni, pinoli e uva passa richiede per 100 porzioni, una preparazione di circa due ore e mezza".
falsomagro.jpgIl classico falsomagro alla siciliana, "bruciuluni" in dialetto, "arrosto a sorpresa" dallo Stretto in su, qui è imbattibile con gli ingredienti di prima qualità e il sughetto che, ça va sans dire, merita uno strappo al galateo indugiando nel piatto con la classica "scarpetta".
Falsomagro ok.jpgGrazie a papà Salvatore, allevatore, Giuseppe ha imparato fin da bambino a conoscere i vari tipi di tagli di carne e poi a utilizzarli nella sua cucina. L'agnello è un altro secondo top dello zio Pippo che, dulcis in fundo, delizia il palato con un semifreddo, senza rivali, alle nocciole e pistacchi della vicina Bronte.
carne griglia.jpgInutile sottolineare che per lui la cucina è vita.
"Ho iniziato a 15 anni a lavorare, facendo il lavapiatti. Finchè un giorno - racconta - il cuoco si ammalò e io dovetti improvvisare – ricorda - chiedendo consigli a mia madre che faceva la cuoca nelle cucine delle famiglie abbienti di Catania. Mangiare bene è nel Dna della mia famiglia".
cous cous.jpgA seguirlo oggi anche la moglie Nunzia, il figlio Salvatore, le figlie Antonella e Loredana e le nipoti, Valentina in sala e Cristina, pastry chef. Una passione che non conosce soste.

"In tanti anni - dice la moglie Nunzia - abbiamo chiuso solo tre giorni per andare a festeggiare la laurea di mia figlia Loredana a Milano".
Laureata in Scienze del Turismo, Cultura e Territorio e dopo diverse esperienze lavorative all'estero, Loredana decide di rientrare a casa, dopo la pandemia.
"ll periodo del Covid è stato un disastro per chi opera in questo settore – racconta – e ho capito che piuttosto che stare ferma lì dove prima lavoravo era meglio essere accanto alla mia famiglia che in quel momento avrebbe potuto avere bisogno di me”.
Si rimbocca le maniche e decide che era giunto il momento di restituire ciò che aveva imparato. “Fare squadra – spiega – valorizzando le potenzialità e le competenze di ciascuno per dare valore aggiunto alla nostra attività in una terra che non ha nulla da invidiare ad altri Paesi del mondo. Ma che – continua Loredana Scrivano – ha bisogno di organizzarsi meglio, di sapersi proporre nel modo giusto, facendo leva sulle peculiarità storico-culturali e naturalistiche del territorio".
figlia e babbo.jpgOggi Loredana è delegata della Sicilia del Consorzio Internazionale della Cucina Italiana guidato dallo chef Carmelo Carnevale e si occupa a tempo pieno dell'hotel di famiglia. Papà Giuseppe ogni mattina fa la spesa e poi si chiude in cucina dove resta fino alla sera, padrone di quel regno tra fuochi, padelle e coltelli, che sono, insieme alla famiglia, il suo amore. Storce il naso quando gli parlo di reality di cucina.
"L'unico consiglio che mi sento di dare ai giovani che vogliono fare questo mestiere – dice – è quello di essere seri e onesti. Di far mangiare bene chi sceglie di sedersi al vostro tavolo. Sarà questa - chiosa nonno Giuseppe - la vostra più grande soddisfazione".
giuseppe con cannolo.jpg

Ristorante Le Delizie

Via Bonaventura, 2
Randazzo (CT)
Tel. 095921596

Visitato il 22/02/2025

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