Concorrono a questo successo 6mila viticoltori e 1.000 aziende

Il consumo di vino Bianco ha superato di due punti quella di vino Rosso e ormai si parla di un’inarrestabile ascesa. E siccome gran parte dei fenomeni che riguardano i consumi partono spesso dall’America, bisogna osservare attentamente l’ascesa del Pinot Grigio, almeno negli ultimi vent’anni. Un vino moderno per gli americani, prodotto anche in alcuni paesi degli States, che pare abbia soppiantato la “pesantezza” di certi Chardonnay californiani, considerati troppo “muscolosi".
primo gruppo.jpgTutte notizie e riflessioni tratte dall’interessante seminario che si è svolto stamane a Milano, durante l'affollato incontro promosso dal Consorzio Vini Doc delle Venezie, presieduto da Albino Armani.
presentatore.jpgSono intervenuti Franco Passador di VIVO (Cantine Viticoltori Veneto Orientale), Enrico Zanoni di Cavit, Massimo Romani di ARGEA, Fabio Del Bravo della Direzione di ISMEA (Filiere e Analisi dei Mercati), Matteo Zoppas presidente ICE (agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), Augusto Reggiani del Gabinetto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
secondo gruppo.jpgMa vediamo i numeri di questo fenomeno che somiglia all’ascesa del vino sparkling più consumato al mondo: il Prosecco, anche se le distanze fra i due sono ancora di oltre 500 milioni di bottiglie. Ma che di Pinot Grigio se ne producano 230 milioni di bottiglie certo non sfigura, ancor più se il 96% è esportato all'estero (soprattutto Usa, Regno Unito, Germania e Canada).

Concorrono a questo fenomeno 6 mila viticoltori e 1.000 aziende, dove i nomi leader sono quelli di Cavit e Santa Margherita che hanno saputo mantenere valore, grazie al brand. La Doc delle Venezie comprende 3 aree, di cui 2 regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia) e una provincia, quella di Autonoma di Trento, per un totale di oltre 27mila ettari di vigneto.

Il 2023 si è concluso con un bilancio molto incoraggiante, con quasi 5 milioni di bottiglie in più sul mercato rispetto al 2022, per un totale di 1.661.384 ettolitri imbottigliati nell’anno solare. Da rimarcare che, dal 2018, primo anno di completa attività della denominazione d’origine, il trend vede puntualmente superati gli 1,6 milioni di ettolitri imbottigliati ogni anno, nonostante i difficili anni della pandemia e un mercato sempre più complicato a causa della situazione geopolitica internazionale. Pertanto la Doc Delle Venezie si conferma la seconda denominazione d’origine italiana per volumi, dopo il Prosecco.
logo.jpgPer quanto riguarda le aspettative per il 2024, un terzo dei produttori si aspetta che le vendite sul mercato estero restino invariate rispetto all'anno precedente e che il principale Paese di export siano gli USA. Mentre tra i Paesi che potrebbero diventare interessanti mercati nel futuro sono segnalati soprattutto gli stati dell'Europa dell'Est.

L'82% della produzione italiana di Pinot grigio si trova nella Doc delle Venezie; mentre il 42% dei vigneti di pinot grigio nel mondo è in Italia, che svetta al primo posto a livello mondiale per la coltivazione di questo vitigno.
pubblico.jpgCuriosa, durante la tavola rotonda moderata dall’ottimo Luciano Ferraro, la notizia che il calo quasi endemico dei consumi di vino negli States sia minacciato ora dalla liberalizzazione della Cannabis, un fenomeno che interessa anche aziende produttrici americane (sia di cannabis sia di vino) su cui sarà interessante approfondire, almeno dal punto di vista della relazione fra i due prodotti, giacché il vino non può certo essere equiparato a una droga.

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