Location emozionante per le Malìe di Alessandra e Maurizio

Battiamo le mani!
L’attacco di questo pezzo l’ho pensato mentre salivo in auto, uscito dal cancello del cortile della “Fabrica”, ovvero questa antica casa ristrutturata dai coniugi Filippo e Roberta Falcin. “Casa” è poi il nome giusto di un luogo che hanno voluto e pensato: è su due piani con molti spazi, al secondo piano, ma anche al pianterreno, dedicati a un’offerta di co-working per chi vuole concentrarsi nel silenzio della campagna tortonese.
esterno.jpgPoltrone d’antan, mobili della tradizione rurale, suppellettili e oggetti della cultura contadina, tutto ti fa sentire a casa.
Ma la novità, da appena un mese, è l’apertura di un’osteria al pianterreno che dà su un giardino coi tavoli apparecchiati di fronte all’antica chiesa del paese. Un luogo che ti infonde aria di spensieratezza e giust’appunto gusto per la campagna.
interno.jpgE ai fornelli chi troviamo? Alessandra, che un anno esatto fa, con Maurizio erano a Sezzadio, dove avevano aperto il loro Malìe; oggi sono qui con la determinazione di Maurizio, che ha il mestiere del maître nel sangue (ma in questo caso lo chiamiamo oste, anche per la simpatia) e quella di Alessandra, messinese doc, protagonista di una cucina vegetariana con divagazioni vegane (senza uso di surrogati di prodotti animali come tofu, seitan, ecc.) che non disdegna le piacevoli contaminazioni orientali e della sua Sicilia.
esterno tavoli.jpgOra, come nell’esperienza precedente, il menu cambia ogni settimana e non prevede antipasti, primi e secondi, ma sei piatti salati, più i dolci, Tutto, o quasi, si può scegliere in porzioni intere o in mezze porzioni tipo tapas; coperto e acqua non si pagano, il pane è fatto in casa (buonissimo peraltro) e costa simbolicamente 1 euro.
pane.jpgLe chicche casearie sono sempre di Luca Montaldo di Carezzano (Al) (Az. Formaggi Sopraffini), genero dell'indimenticato Vincenzo De Maria.
Ora, se i piatti ruotano secondo l’estro di Alessandra e la disponibilità dell’orto, anche i vini del territorio cambiano (ovvero i Timorasso e le Barbera – ops i Derthona e i Monleale – dei vari bravi produttori) accanto ad alcune etichette siciliane che Alessandra tiene in carta per ricordarsi le sue origini. E, attenzione, se chiedete una bibita per i più piccini, qui hanno la MoleCola (“Alla faccia di Trump che vuole imporci i dazi – dice Maurizio – diciamo basta alla Coca Cola”).
molecola.jpgVia dunque con una superba cipolla di Breme brasata e passata in forno su vellutata di piselli e granella di nocciole tostate.
cipolla breme.jpgGhiotte le polpette vegetali al sughetto di pomodoro ristretto e basilico.
polpette.jpgAbbiamo poi provato i cappellacci alla Siciliana farciti di melanzane fritte, cacio vegetale e finocchietto selvatico, rosolati in olio, aglio e peperoncino, datterini freschi e pinoli.
cappellacci.jpgL’inclinazione alla contaminazione orientale arriva col riso Basmati saltato al Wok con funghi, mango, cocco, taccole e soia e altri ingredienti come zenzero, porri, sesamo…
riso.jpgSi prosegue pieni di curiosità con la girella salata di sfoglia farcita con “Arrosti-no” (che sta proprio per no carne) con crema di erbette miste e tenerumi, il tutto servito su una salsa densa di mirtilli, barbabietola rossa e salsa Worcherstershire.
girella.jpgA questo punto come fare a rinunciare al cannolo salato alla crema di feta, olive, granella di frutta a guscio tostata e salata e chutney di pomodoro adeguatamente piccante. Davvero tutto molto buono.
cannolo salato.jpgAi dolci, ecco il tortino di pane in cassetta alla cannella e crema alla vaniglia con composta di pesche cotte nel Timorasso
tortino pane.jpge poi il Raw cake di biscotto e ganasce di cioccolato fondente con coulis di frutti di bosco.
raw cake.jpgImmancabile il cannolo siciliano alla crema di ricotta ovina e pistacchio con mandorle gocce di cioccolata e cedro candito.
cannolo.jpgChe dire? l’entusiasmo di Maurizio e Alessandra, con la loro figlia in sala, è coinvolgente e, pur avendo aperto alla chetichella senza inaugurazione, ogni sera hanno già il sold out.
famiglia.jpgMa questo perché la loro proposta non è qualcosa di strano, (nel senso di estraneo), ma valorizza il prodotto di stagione e soprattutto fa apprezzare con convinzione un tipo di cucina diversa, facendoti superare quella certa diffidenza di chi pensa: “roba da impallinati”. E invece no, è “roba” che fa bene e che stuzzica la creatività del rapporto fra essere umano e ortonatura. Bravi! (visitato il 21 luglio 2025)

Malìe incantesimi gustativi

Spineto Scrivia (Al)
via Paderna, 4
Tel. 377 9121471

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