Dalla cantina Tedeschi, vini che parlano “in dialetto”, ma che essendo espressioni affascinanti del territorio, conquistano il mondo grazie alla loro caratura internazionale

Metti, non una sera a cena, ma un giorno a pranzo. Con amici degustatori e Sabrina Tedeschi e i suoi vini. Lei, con la sorella Antonietta e il fratello Riccardo, i leader della cantina che porta il loro cognome, e il trio che ha preso il testimone da papà Lorenzo, mito del vino italiano, erede di quattro secoli di storia (i primi documenti aziendali risalgono al 1630), cui si deve l’intuizione geniale di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi, dando vita a uno dei primissimi cru della Valpolicella, firmando quello che sarebbe diventato, ed è, uno dei più grandi vini d’Italia e del mondo.
croce.jpgLe loro proprietà, oggi, contano su quasi cinquanta ettari di vigneto in posizione collinare, con vigne storiche della Valpolicella Classica quali il Monte Olmi (in frazione Pedemonte, acquistato nel 1918, si estende per 2,5 ettari ad altitudine di 130 metri sopra il livello del mare, con esposizione dei filari a sud ovest) e La Fabriseria (dal 2000, 7 ettari in località Le Pontare – tra i comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella e di Fumane – a 450 metri sopra il livello del mare con esposizione sud – sud est).
veduta-aerea.jpgLa nuova frontiera della famiglia Tedeschi è rappresentata invece dalla Tenuta di Maternigo (“casa della madre”, poiché in antichità sorgeva una struttura per l’accoglienza di ragazze partorienti), acquistata nel 2006, e realtà di 84 ettari (di cui 33 a vigneto) tra i comuni di Tregnago e Mezzane di Sotto, nella Valpolicella orientale, con vigne che hanno diverse esposizioni e un’altitudine compresa tra i 290 e i 480 metri sopra il livello del mare.

Profonda conoscenza, valorizzazione del territorio e ricerca scientifica i capisaldi della famiglia. Per questo nel 2010 i tre fratelli hanno avviato un lavoro di zonazione e di caratterizzazione dei vigneti della tenuta di Maternigo e della zona Classica. Per poi fare nel 2018 un altro passo importante, con la decisione di intraprendere un percorso di certificazione volontaria, ottenuta secondo gli standard Biodiversity Friend ed Equalitas. Il loro orgoglio, aver avviato, nel 2017, in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e con il Prof. Maurizio Ugliano, studi dei caratteri aromatici delle uve e dei vini da singoli vigneti e sui principali fattori coinvolti nella loro espressione, con un focus sull’Amarone, ma anche sul Valpolicella.
4-bottiglie.jpgNella nostra degustazione, quattro gli assaggi che ci hanno emozionato.
Il primo è il Valpolicella Classico DOC “Lucchine” 2022. Da corvina (25%), corvinone (25%), rondinella (30%), molinara (10%) e altre uve a bacca rossa (10%), ha colore rosso rubino, naso fresco e invitante, con profumi fruttati di ribes, fragole, ciliegie e pepe, mentre al palato è caratterizzato da vivace acidità ben bilanciata con alcolicità e struttura tannica succosa. Un’interpretazione che esalta questa tipologia di vino, per troppo tempo sottovalutato, ma come dice la golosità di questo bicchiere, solo perché non valorizzato adeguatamente. Di questo rosso se ne beve e se ne ribeve.
lucchine.jpgPoi il Maternigo Valpolicella Doc Superiore 2020. Da uve corvina(40%), corvinone (40%) e rondinella (20%), è rubino brillante, con note di frutta rossa, e in particolare di amarena e lampone, e poi di prugna, speziato, con sorso che svela corpo, ma che stupisce per la sua beva che risulta dinamica grazie a bella freschezza e sapidità, e che chiude con un finale di sorprendente equilibrio.
valpolicella-superiore-2020.jpgÈ vino che si inserisce senza se e senza ma nell’aristocrazia dei sommi rossi italiani, l’Amarone della Valpolicella Docg Riserva 2016 Maternigo. Prodotto solo in annate selezionate, con uve – corvina (40%), corvinone (40%) e rondinella (20%) – raccolte nel vigneto Barila della Tenuta Maternigo, dove le uve hanno ricchezza di struttura e il tenore di calcare contribuisce ad una elevata aromaticità del vino. Alla vista è rubino luminoso, brillante, mentre al naso si propone con un bouquet ampio e complesso, con profumi suadenti di frutta, e in particolare amarena, ribes, lampone e prugna, note speziate e di torrefazione, note di china e rabarbaro, con un gusto dove la sua struttura importante è bilanciata in modo mirabile da freschezza e sapidità, per un vino che al palato si esprime con armonia e lunghezza da fuoriclasse.
amarone-riserva-2016.jpgIl quarto “coup de coeur”, l’Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva Capitel Monte Olmi 2017. Da uve corvina (30%), corvinone (30%), rondinella (30%) e altre varietà tradizionali (10%) del vigneto omonimo (ottenuto su terrazze che assicurano la perdita di acqua in caso di piogge abbondanti e al tempo stesso di struttura prevalentemente argillosa che permette la trattenuta d’acqua in periodi di siccità). Nel calice ha colore rubino intenso, naso affascinante con profumi di ciliegia, lampone, ribes, che si alternano a intense note balsamiche, e sentori di tabacco, mentre al palato ha una grande struttura, che non pregiudicando affatto la sua finezza, ma anzi sposandosi ad una eleganza setosa, in virtù di una suggestiva sapidità, si traduce in una beva irresistibile.
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Tedeschi Wines

Via Giuseppe Verdi, 4/a
Pedemonte di Valpolicella (VR)
info@tedeschiwines.com

 

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