Vino, accoglienza e la grande cucina del giovane e talentuoso Federico Comi i segreti di un locale tutto da vivere

La sinergia tra www.ilgolosario.it e il Gatti Massobrio, l’occasione di avere non solo una fonte continua di novità, le decine di scoperte di cui siamo orgogliosi, ma anche la possibilità di essere informati in tempo reale di cambiamenti, aperture, chiusure, salti indietro o in avanti. Ebbene, oggi vogliamo dirvi proprio della crescita di un locale, che nella nostra ultima visita, rispetto all’anno scorso, ci ha dimostrato di essere ancora migliorato.

È l’Osteria del Brunello (corso Garibaldi 117 – tel. 026592973) di Milano. Il locale, aperto sette giorni su sette, ha atmosfera da osteria moderna, ossia senza il disordine un po’ arruffato delle vecchie osterie, ma con una bella sala all’interno con mattoni a vista, tavoli a giusta distanza, arredi curati e un piacevole dehors, dove, per chi ama mangiare all’aperto, in questa stagione è una goduria sedersi.

L’insegna, dice quello che qui, da sempre, è un must, il vino, con i titolari, Antonio Scognamiglio e soprattutto la socia Tunde Pecsvari, sommelier di razza, che sin dagli esordi hanno riservato a Brunello e Rosso di Montalcino, ma anche alle altre eccellenze d’Italia e non solo, ruolo di spicco. Insomma, qui, si beve – anche a bicchiere – molto bene. Morale, ambiente e cantina sono da tempo top. La consulenza di un noto chef, Andrea Alferi, già l’anno scorso aveva contribuito a far crescere la cucina.

Negli ultimi mesi, la scelta vincente, l’arrivo ai fornelli di uno dei giovani più promettenti del panorama goloso meneghino, Federico Comi. Tecnica, creatività, talento, le sue caratteristiche, ma soprattutto, a differenza di alcuni suoi coetanei, non fa il fenomeno, non ha l’ansia di stupire a tutti i costi. Risultato, la sua cucina è fantasiosa, personale, ma nel suo riproporre i classici della cucina italiana in modo geniale, si rivela invitante, golosa, per il suo essere sapiente mix di profumi e sapori.

Il menu? Sarete felici con “La nostra melanzana alla parmigiana”, e con quei ravioli all’amatriciana in fonduta di pecorino e battuta di sedano e menta che da soli valgono il viaggio. Con i classici di Milano, ossia con risotto allo zafferano e costoletta alla milanese (quest’ultima servita con il manico, impanata e cotta nel burro chiarificato, già in passato, e tuttora piatto bandiera del locale). Con la torta di pere caramellate o con “Il nostro Tiramisù al bicchiere”, formidabile leccornia realizzata con mousse al mascarpone, gelatina al caffè e sambuca, polvere di biscotto e spuma di zabaione.

L’Osteria? Era un buon Rosso di Montalcino…Ora è un grande Brunello!

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