All’ultimo piano del The Medelan, con vista su Madonnina e Duomo, alta cucina contemporanea realizzata con materie prime di cascine, agricoltori e caseifici attivi a non più di “un’ora di distanza”

È già l’indirizzo del cuore di imprenditori, avvocati, manager, intellettuali e professionisti, ma anche di turisti che amano mangiare bene e di quella borghesia milanese che se non vale la pena preferisce stare a casa. Stiamo parlando di Horto, insegna meneghina di recente apertura, che in pochi mesi, è riuscita nell’impresa di conquistare la clientela più esigente.
insegna.jpgCome sia stato possibile, è presto detto. Il successo non è legato a investimenti faraonici pubblicitari, o al coinvolgimento di testimonial come i giocatori di Inter e Milan, piuttosto che di influencer come Chiara Ferragni o il Milanese imbruttito. I vip che vengono, lo fanno da clienti, non per lavoro. Il merito è tutto di chi, pensando al progetto – Horto, lo ha immaginato nel segno della distinzione. Ma andiamo con ordine.

La vostra meta è nella centralissima via San Protaso (a un minuto sia da piazza Cordusio sia da piazza della Scala). Con l’ascensore salite al sesto piano, in cima all’esclusivo palazzo The Medelan.
Accomodatevi ai tavoli (in legno naturale) disposti lungo tutta la bella sala luminosa, in modo sapiente, ben distanziati. E dalle grandi vetrate, godetevi il panorama più bello di Milano. Per voi, vista sul cuore della città con la Madonnina e le guglie del Duomo, così vicine che vi sembrerà di toccarle.
madonnina.jpgDiego Panizza, il patron, è riuscito a dare al capoluogo lombardo, il locale che non c’era, dove l’alta cucina contemporanea ha sostanza, ed è declinata in proposte sia per i gourmet che desiderano far percorsi importanti sia per chi voglia fare una sosta più informale.
Il servizio è svolto con puntualità da giovani preparati e vede in regia un grande, Ilario Perrot, che essendo anche sommelier sarà prezioso consigliere per quanto riguarda i migliori vini da abbinare.

diego panizza-ilario.jpgLo staff che opera ai fornelli è diretto in modo magistrale da Alberto Toè, chef dal bagaglio tecnico importante (ha lavorato con grandi come Igles Corelli e le famiglie Donei e Costa, poi Martin Berasategui, Andreas Caminada e Nuno Mendez, quindi Pietro Leeman e Norbert Niderkofler), ma anche dal profilo umano ed etico di spessore (determinante nella sua formazione l’esperienza in Uganda con la Fondazione “Insieme si può”).
squadra.jpgI menu propongono piatti ispirati alla filosofia del “tempo etico”, ossia realizzati con materie prime stagionali di cascine, agricoltori e caseifici all’opera a non più di “un’ora di distanza”. Deciso se seguire i percorsi di degustazione o andar liberamente alla carta, mentre gusterete gli amuse bouche, che vi verranno portati con pane e grissini fatti in casa.

La vostra sosta potrà avere il sapore di creazioni formidabili come cagliata di latte vaccino carpaccio di varzese e caviale di storione (che è già signature dish dello chef) o animelle cetriolo e insalata di patate.
antipasto.jpg
Tra i primi, da provare quel piatto della tradizione piemontese, che qui è interpretato alla lombarda, che ha il gusto spiazzante dei plin di strachitunt Dop zafferano e lievito.
plin.jpgMa da non perdere anche quegli spaghetti (Monograno Felicetti) con salsa di trota e uova affumicate che sono così buoni che vi faranno pensare che un bis non ci starebbe affatto male.
spaghetto.jpgTra i secondi, tecnica e ricerca all’origine di anguilla rapa e more di gelso fermentate, con l’anguilla che dopo esser stata nappata una notte nel burro, viene cotta con il josper così che la sua grassezza sia in parte eliminata e in parte dia croccantezza, e poi ammorbidita con delicata fermentazione di more di gelso, e servita con un medaglione di rapa rossa.
anguilla.jpgDa provare anche il vitello con salsa verde al nasturzio. Dopo il dessert, tra cui vi suggeriamo di farvi tentare da fico sorbetto all’amakaze e terra di rapa rossa che ricorda il cioccolato.
fichi.jpgCaffè (che potrete avere sia espresso sia preparato con la moka) a chiudere una esperienza che, dopo la vostra prima visita, ne siamo certi, tra gli habitué, di cui dicevamo in apertura, vedrà anche voi.
moka.jpgPer noi Horto è la più bella new entry della ristorazione milanese dell’anno!

HORTO

via San Protaso, 5
Milano
tel. 0236517496

 

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