In questi giorni dà speranza la storia di Matteo Stefani, giovane imprenditore capace in tempi di lockdown di trasformare un errore in opportunità, con un delivery che partito da Milano oggi è attivo ed ha successo in tutto il mondo

«Prepari la forchetta, che è arrivata la cotoletta!»
Quando suona il citofono, chi consegna si presenta così. Nel nostro Paese in italiano, ma anche in tutte le lingue del mondo visto che la “cotoletta sbagliata” da qualche mese è consegnata in più continenti. È una storia di genio italiano. Ed è una di quelle avventure imprenditoriali che danno speranza, che è bello conoscere più che mai in questi tempi quando sfiducia e pessimismo sembrano avere il sopravvento. La vita, quando non ce lo si aspetta, è veramente meravigliosa. 
scatola.jpgMatteo Stefani, giovane patron low profile, ma geniale, che ha capacità imprenditoriale e conoscenza non comune del mondo del gusto, qualche anno fa ha aperto a Milano, in zona Isola, in via Carmagnola, Anche Ristorante, un locale dall’ambiente accogliente e dove ci si sente a casa, con i vini di una cantina molto interessante, con ottime proposte anche al bicchiere, e cucina italiana gustosa di calibrata creatività. In seguito ha proseguito la sua crescita, inaugurando Anche Ristorante Bar, quindi Anche Forno (pane, dal mattino a notte fonda), poi, in via Perugino Anche Trattoria e infine Anche Pizza, in via Oxilia 7. 
ingresso.jpgIl suo successo è nato da un errore. Sì, avete letto bene. Tutto è iniziato con una discussione accaduta con il suo macellaio di fiducia, che avendogli portato braciole di maiale, di fronte al suo disappunto e alla sua obiezione, che la tradizione voleva che la cotoletta fosse rigorosamente di vitello, gli aveva proposto di “smaltirle” chiamando il suo piatto “cotoletta sbagliata”. Da quel contrattempo, l’idea di aggiungere alla panatura arance e mandorle. Entrata in menu per restarci pochi giorni, quella “cotoletta sbagliata” è diventata il fiore all’occhiello della sua proposta. Il piatto che non può non esserci.
Arrivando ai giorni nostri. Vedendo la situazione precipitare a causa della pandemia, come prima contromossa, il delivery. Il primo pensiero, mettere la cotoletta sottovuoto.
busta.jpgDa pignolo qual è, Stefani, approfittando dei laboratori di analisi che in quel periodo lavoravano a pieno ritmo, ha fatto fare delle analisi, per avere dati sulla conservazione e, quando l’esito ne ha confermato la durata, in un battibaleno, accogliendo le richieste che venivano da tutta Italia, ha esteso la consegna da Milano e Lombardia, a tutte le altre regioni. Ma non è finita qui, perché sull’onda del successo, il simbolo del capoluogo lombardo, seppur in versione non tradizionale, ha varcato i confini nazionali, e viene ora consegnata in tutta Europa, e, da ultimo, è arrivata perfino a New York, attirando l’attenzione anche del The New York Times, con la “sbagliata” che oggi è specialità che a Brooklyn “sbanca”! 
new-york-times.jpg«A tutto ciò abbiamo aggiunto il nostro motto – dice Matteo Stefani – “Non aver paura di sbagliare!” Che non vuol dire buttarsi e basta o non dare peso agli sbagli. Ma non farsi fermare da quella paura, dalla paura che forse posso sbagliare. Noi siamo partiti da una ricetta sbagliata che adesso vendiamo in tutta Europa e negli Stati Uniti. Per noi uno sbaglio è stata un’opportunità.  Abbiamo un logo che era una macchia che assomigliava ad una stella. Perfetto. Perché uno sbaglio può anche essere un successo. Una macchia può essere una stella. Una macchia/sbaglio può essere la tua stella cometa che ti illumina il cammino».
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