Visita in una delle più interessanti esperienze enoturistiche della Sardegna

A febbraio il Carnevale di Mamoiada, nel cuore della Barbagia a una quindicina di chilometri da Nuoro, è una delle feste più arcaiche e suggestive della Sardegna. Le strade vengono popolate dai Mamuthones e dagli Issohadores, maschere carnevalesche antichissime, che si muovono e danzano con il ritmo dei balli popolari: "su sartiu" e "su passu torrau".

È questo l’intreccio storico culturale che fa da sfondo alla vita del vignaiolo Giuseppe Sedilesu e della sua famiglia. Una storia di passione, che affonda le sue radici nella tradizione, nell’esperienza e nella tutela del proprio territorio come bene comune. È trascorso quasi mezzo secolo dall’acquisizione del primo ettaro vitato ai piedi del Gennargentu e del Supramonte, al quale ne sono seguiti una quindicina sempre all’interno dell’agro di Mamoiada. Qui il vitigno Cannonau regna incontrastato, ma alcune vigne sono anche la culla di un vitigno raro a bacca bianca, la Granatza, ed entrambi sono allevati ad alberello. Nessuna irrigazione meccanica, la pratica di uno o due sovesci l’anno che, insieme a materiale di potatura e vinacce esauste, restituiscono alla terra sostanze organiche e minerali.
sedilesu-vigne copia.jpg
Oggi la Cantina Giuseppe Sedilesu è condotta da Salvatore Sedilesu e dalla sua famiglia. sedilesu.jpgSiamo stati da loro il 30 dicembre di quest’anno, accolti da tutta la famiglia, con Salvatore a capotavola e il padre Giuseppe sulla veranda con me a chiacchierare della storia di questo paese che oggi è una perla dell’enologia.
salvatore-capotavola.jpgVino simbolo dell'azienda prende il suo nome dall'omonima maschera ancestrale di Mamoiada: il “Mamuthone” 2020 (Cannonau di Sardegna Doc) nostro Top Hundred 2023. Fermenta in acciaio e tino tronconico di legno, per poi affinarsi per almeno 24 mesi in botte grande e vasca di cemento. È particolarmente espressivo, con un naso che affianca alla frutta rossa i sentori di sottobosco e funghi. In bocca è pieno, caldo tannico, decisamente rustico e interessante. Abbiamo assaggiato già il 2021, ed è una piacevole conferma.
Cannonau “Mamuthone” 2020 copia.jpgMa la visita in azienda mi ha permesso di provare un calice di tutte le loro etichette e anche alcuni piatti fantastici cucinati dalla moglie di Salvatore e cuoca, Mariella Golosio (a sin. nella foto sotto con le figlie Sara e Annagrazia), nella cucina che dà sull’ampio salone dedicato all’accoglienza e alle degustazioni.
mamma-figlie.jpgEcco alcuni assaggi: il vino rosato Erèssia 2021 (Cannonau di Sardegna Doc) è ottenuto dai vigneti più giovani, ha un colore rosa tendente all’arancio con note di frutta cotta e una volatile un po’ alta; il Sartiu (Cannonau di Sardegna Doc) del millesimo 2021, ha un colore rubino brillante, note ematiche ed è molto disteso. Successivamente troviamo il Ghirada Zi’ Spanu 2021 (Cannonau di Sardegna Doc), curato in prima persona da Andrea Sedilesu, figlio di Salvatore: tannico vibrante, vivo e croccante, un piacere per il palato. È molto minerale e terroso, con note speziate. Ma anche molto equilibrato, secco e poi mantiene quella nota grafite che lo rende interessante, anche se è in divenire e qualche mese in bottiglia gli potrà giovare.
enologo.jpgIl Ballu Tundu 2019 (Cannonau di Sardegna DOC Riserva) ha note di frutta (ginepro e mirto). Equilibrato anche questo e la speziatura si sente in bocca. Un vino ampio che tende all’eleganza. Il Carnevale 2021 (Cannonau di Sardegna Doc Riserva) è un cannonau in purezza affinato in barrique. È un vino molto elegante con note di cuoio e pelle. Notevole anche se ancora in divenire. Il Ghiranda Murruzzone del 2019 (Cannonau di Sardegna Doc) è molto equilibrato, con la frutta che sale imperiosa con note di piccoli frutti, mirtillo, mirto, balsamico e cuoio. Equilibrio estremo e graffiante con un tannino gentile. Nella mia personale classifica ha meritato il massimo dei voti.
Murruzzone 2019 copia.jpgGràssia 2017 (Cannonau di Sardegna Doc Riserva): un altro Cannonau che ha meritato 5 asterischi (il massimo) nei miei appunti: ha note ematiche, frutto polputo. Mi ha colpito la profondità fuori dal comune e un tannino avvolgente e pregnante.
Grassia 2017 copia.jpgIl Giuseppe Sedilesu 2010 (Cannonau di Sardegna Doc Riserva) è un vino da applausi: ha colore trasparente che vira all’aranciato. Va verso l’equilibrio, in bocca si sente la liquirizia, con tannini verdi e un sorso che si fa decisamente pregnante. Cinque asterischi anche per lui!
Cannonau Giuseppe Sedilesu Riserva 2010  copia.jpgGranazza 2022 (Igt Barbagia), dall’omonima varietà autoctona a bacca bianca. Ha un colore oro brillante e al naso risalta l’albicocca speziata. Molto secco e diretto con una piacevole nuance aromatica. Interessante anche la variante di Granazza sulle bucce 2021 (Igt Barbagia), dal colore orange, un po fumé, graffiante e tannico.

Ma il top tra i Barbagia è stato il Perda Pinta 2021 (Igt Barbagia), ottenuto al 100% da una raccolta ben matura di uve provenienti da ceppi antichi del vitigno granatza di Mamoiada. Il colore è oro brillante e al naso l’albicocca bellissima è diretta e profonda. Pieno, minerale e tannico. Superbo e massimo dei voti anche per lui!!!
Perda Pinta copia.jpgDetto questo, è stata un’esperienza memorabile, con un poker di vini dai voti pieni (oltre al Mamuthone) e la riprova che l’affinamento in bottiglia per un paio d’anni giova tantissimo al Cannonau.
sala.jpgA corredo di questa entusiasmante degustazione ci siamo seduti al tavolo per un pranzo di tutto rispetto. Accompagnati dai vini della Cantina Giuseppe Sedilesu (ca va sans dire!) ci sono stati serviti: cavolfiore brasato al Cannonau e olive nostrane; tortino di zucca al pecorino sardo;
tortino copia.jpgrotolini di pane lento con ripieni ai funghi cardoncelli e panedda fritta al pane carasau.
panedda carasau copia.jpgÈ stata poi la volta dei primi con i grandiosi ravioli di pasta fresca ripieni ai carciofi e ricotta di pecora e gli gnocchetti sardi di pasta fresca al ragù bianco di maialino al finocchietto.
ravioli copia.jpgSpazio ai secondi con l’arrosto di agnello ripieno alle bietole selvatiche sfumato con il Perda Pintà (sublime!) e il porcetto arrosto con patate alla salvia, buonissimo!
porcetto copia.jpgproceddu.jpgPer dolce infine, spazio alla Sevada con il miele di asfodelo, per terminare un pranzo che ci ha fatto chiudere l’anno nel modo più dolce possibile (e che buono in abbinamento con il Perda Pintà del 2021!).
sebada copia.jpgChe ne dite, questo racconto vi ha fatto venire voglia di partire e venire a visitare questa cantina? Allora non esitate a prenotare una visita guidata lungo il percorso che accompagna le uve nella loro trasformazione da frutto a vino, dai vigneti fino alle botti per l’invecchiamento, scoprendo anche la storia di questo storico marchio.
I percorsi di degustazione prevedono la mescita di 2/4/6/8 vini (rispettivamente al prezzo di 15€/25€/35€/50€ a persona) serviti con taglieri di salumi formaggi carasau (15€ a persona), oppure piccoli piatti caldi e freddi detti “tappas”, realizzati con prodotti stagionali (35€ a persona). Infine la Degustazione Superior (75€ a persona), che include la visita della Cantina e la mescita di 10 vini tra i quali le due prestigiose etichette Ghirada Murruzzone e Ghirada Zi' Spanu.

Ultima nota, ma non per questo meno importante: la Cantina Giuseppe Sedilesu dispone anche di un’ampia sala convegni attrezzata che può ospitare fino a 100 posti a sedere, ideale per meeting, convegni ed eventi. Una realtà a tutto tondo che ha saputo interpretare il proprio territorio, rinnovando la tradizione senza perdere il contatto col proprio passato, sapendo adattarsi alla necessità dei tempi e venendo incontro agli appassionati del mondo del vino con un’offerta straordinaria di accoglienza.
Un nome: Cantina Giuseppe Sedilesu!

SEDILESU

via Vittorio Emanuele II, 64
MAMOIADA (Nu)
Tel. 078456791

ILGOLOSARIO WINE TOUR 2023

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia