L’appello di Paolo Massobrio su Avvenire mette in rilievo le difficoltà della ristorazione e piccola distribuzione alimentare da troppo tempo lasciate nell'incertezza a causa delle chiusure Covid

Oggi sulle pagine di Avvenire, Paolo Massobrio racconta il tempo di sospensione che stanno vivendo bar e ristoranti a causa delle decisioni prese da una politica a sua volta sospesa. Le difficoltà generate dalle chiusure imposte per il Covid infatti colpiscono maggiormente alcuni settori piuttosto che altri.

I ristoranti per esempio sono stati considerati pericolosi luoghi di assembramento, senza evidenze dai dati, mentre le restrizioni per i supermarket a sono stati molto minori, così come l’obbligo di chiusura  penalizza fortemente le enoteche, considerando il fatto che il vino si può tranquillamente acquistare al supermarket dopo le 18. Le aperture disobbedienti dei ristoranti di venerdì scorso hanno avuto il merito di riportare la discussione su questo tema importante, perché le chiusure definitive di ristoranti, bar e piccoli negozi, diventano sempre più numerose.

L’incertezza sembra colpire in parte anche i produttori alimentari, con cantine e produttori di formaggi che si orientano verso l’invecchiamento dei loro prodotti aspettando una situazione migliore per la distribuzione di qualità. Ma nonostante le promesse della politica, anche la risposte del Recovery Fund tardano ad arrivare.

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