Nel cuore di Alba, un ristorante di caratura internazionale

Enrico Crippa questa volta ci ha proprio convinti. La corona arriva dopo anni, ma arriva a premiare uno chef talentuoso, geniale, che sa toccare le corde del gusto in maniera originale e unica. La sala elegante, e resa più calda rispetto agli inizi, è al primo piano (sotto c'è l'osteria La Piola); il servizio è impeccabile e ha l'entusiasmo di chi partecipa a un'avventura. Merita il viaggio (piazza Risorgimento, 4 - tel. 0173366167).

Lui fin dagli inizi è al timone di questo locale e ciò che è certo, è che la cucina di Crippa non è mai banale, e tende ad esaltare al massimo tutte le sfumature di un ingrediente. Bisogna essere senza fretta, dunque, quando ci si accomoda in quella sala del piano di sopra, elegante quanto basta per preparare quella che sarà un'esperienza sensoriale.

Si inizia dalla carta degli aperitivi, che annovera quelle che abbiamo chiamato piccole opere, dove la materia prima si piega all’arte. Un esempio? Le olive di carne e di pesce, il foie gras con ginger, lo spaghetto fritto. Per proseguire l'esperienza, bisogna stare attenti ai paletti: allo stesso tavolo vietati due menu diversi oppure un menu fisso e l’altro alla carta.

E veniamo ai menu: Menu degustazione a 180 e 220 euro. La lettura della carta dei vini di dimensioni bibliche vi permetterà di scegliere ciò che desiderate. L'acqua è Lauretana. Dopodiché, immaginando un percorso alla carta, ecco gli antipasti dove è ormai d'obbligo citare la famosa insalata 21-31-41, che è la prima fonte della disparità dei giudizi. Chi la considera un'opera d'arte, chi un qualcosa che non vale il prezzo. Ci sono poi, tra i suoi classici, il tonnato non tonnato, il coniglio alla nocciola, la parmigiana di scampi. Il piatto di mezzo è rappresentato dai rognoncini di coniglio in salsa Bernese, mentre i primi annoverano i classici plin ai tre arrosti, gli gnocchi di patate seirass del fen, la carbonara di gamberi e gli spaghetti con le sarde a mare. Ai secondi agnello e camomilla, animelle e spinaci, piccione e senape, fino al filetto di porco cintarello su crema di patate. Dopo il carrello dei formaggi, i dolci con la zuppa inglese, la panna cotta Matisse, la girella alla nocciola, la cassata e una dolcezza salata: il croccante di semi di zucca, lamponi e gorgonzola. Oppure il nostro Monviso alla nocciola che ci ha fatto toccare il cielo con un dito.

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