Per I Dialoghi del vino Paolo Massobrio intervista Giancarlo Aneri

Se chiami al telefono Giancarlo Aneri e gli chiedi come sta, lui ti dice diretto: “Un fiore!”. È la risposta di un uomo che pensa positivo, certamente, ma che trae forza da una qualcosa di originario che si chiama famiglia. Del resto la famiglia la rappresenta spesso sui giornali, coi quattro nipoti che raccolgono l’uva, i figli Alessandro e Stella, la moglie che lo sostiene nel suo impeto di andare nel mondo a conquistare mercati con la simpatia italiana.
aneri-famiglia.jpgGiancarlo Aneri con la famiglia al completoLui vive a Legnago (Verona) e in questo periodo dice di sentirsi come un sognatore che viaggia solo con la mente e non con il corpo. “Ma appena mi fanno il vaccino – dice – ho già in mano un biglietto per l’America o il Giappone”. Se lo chiami per una chiacchierata, magari durante un lungo viaggio in auto, può capitare di passare tre quarti del tempo a disquisire su una sua passione, quella dei giornali, che è alla fonte del premio È Giornalismo, fondato insieme con Biagi, Bocca e Montanelli. Un premio che ha subìto uno stop dovuto al lockdown, perché sarebbe inimmaginabile una cerimonia con tutti i direttori dei giornali, le firme, gli editorialisti che plaudono al beneficiato di turno. Che può essere un buon giornalista, ma anche un outsider che però fa informazione, come accadde per Antonio Ricci, padre di Striscia la Notizia o per Fiorello, pochi anni fa.
aneri-giornalismo-mentana-ricci.jpgGiancarlo Aneri al premio E' Giornalismo con Enrico Mentana e Antonio RicciLunedì sul Tempo di Roma Aneri ha rilasciato un’intervista convinto che l’Italia ripartirà col vaccino e ha ribadito una totale fiducia nel premier Draghi. Del resto lo aveva fatto il 7 febbraio acquistando una pagina del Corriere della Sera con la semplice scritta “Grazie presidente Mattarella”. Come firma una L, che poi si è scoperto essere quella di Lucrezia, la nipote tredicenne oppure di Ludovica, la sorella più piccola o ancora di Leone, 3 anni e già con il piglio del vendemmiatore esperto.
“L’ho firmato così, dovendo scoprirmi dopo le pressioni dei giornalisti che si chiedevano di chi fosse la pagina anonima, perché i miei nipoti hanno ricevuto un regalo che si chiama speranza. La speranza che il Paese riparta”.

E invece si è più fermi di prima, non ti pare?
"Sì, ma non perché in generale la gente non abbia più denari, anche se alcune situazioni sono precipitate, ma perché le persone in questo momento non hanno voglia di consumare. C’è depressione, dopo un anno di chiusure dovute a un pericolo che ha portato a 100mila vittime".
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Giancarlo Aneri nella sua cantinaQuel grazie era rivolto a Mattarella o a Draghi?
"A tutti e due. A Mattarella perché rappresenta il successo del padre di famiglia che non tradisce mai i propri figli; a Draghi perché si è messo a disposizione facendo crescere la nostra reputazione e credibilità a livello internazionale. Diciamo che ci ha rimessi in gioco in maniera più forte”.
aneri-draghi_feltri_giavazzi_giornalismo2005_1.jpgGiancarlo Aneri Con Vittorio Feltri (a sin.), Mario Draghi (a ds) al premio E' Giornalismo nel 2005Draghi è molto di più di un tecnico - mi ha confidato l’economista Giulio Sapelli in un incontro pubblico recente - è un “politico”. “ È uno di noi” gli avrebbe confidato Paolo Cirino Pomicino...
"Senza dubbio e lo sta dimostrando anche con un atteggiamento di rispetto del suo ruolo istituzionale e persino dei partiti, che tuttavia scelgono di incartarsi da soli e sono stati messi tutti davanti alle proprie responsabilità. Ma proprio perché è un tecnico autorevole, ha potuto fare una mossa politica come quella dei vaccini di AstraZeneca bloccati in Italia, ed ha ottenuto la solidarietà dei partner europei".

Mattarella è stato tirato per la giacchetta da destra e sinistra prima di prendere questa decisione. Tu non ti sei mai trovato nella medesima situazione quando sceglievi un giornalista da premiare e Vittorio Feltri scriveva che era il premio Stalin?
"Ahahah, con Feltri siamo amici, così come con tanti direttori e giornalisti. L’accusa di un premio che virava a sinistra è stata smentita dai fatti, secondo me e il premio ha raggiunto una maturità. Pensiamo solo al riconoscimento dato a Fiorello che di riflesso voleva premiare le edicole. È stata geniale la scelta (condivisa con tutta la giuria che nel frattempo è cambiata dopo la scomparsa dei tre fondatori), per dire che senza le edicole, che purtroppo chiudono, i giornali non si vendono. Quindi un premio ogni volta porta con sé dei contenuti, che non sono mai di parte".
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Il Premio E' Giornalismo a FiorelloMa prima del Corriere avevi acquistato anche una pagina del Sole 24 Ore... mi pare.
"Sì, lo facemmo come Premio per Draghi quando lasciò la BCE per ringraziarlo per come aveva trattato i giornalisti di tutto il mondo".

Certo che leggere la settimana scorsa il titolo che lo spumante Ferrari batte lo Champagne, perché sarà utilizzato per festeggiare le vittorie della Formula Uno mi ha fatto sorridere, come se quel titolo lo avessi già letto...
"Eh eh eh, Massobrio sei malizioso, ma questa è la stoffa di un giornalista. Ti riferisci a quando feci entrare lo spumante Ferrari al Lido di Parigi."

E fu merito, in qualche modo di Enzo Biagi, di un giornalista, per cui il binomio vino-giornalismo per Giancarlo Aneri è sempre stato forte.
"È forte perché il vino è cultura, soprattutto il vino italiano ha questa forte connotazione culturale e quindi diventa passione civile."

Cioè?
"Se tu tratti bene la campagna, se sei cosciente dei frutti, non puoi poi trattare male l’uva per lo scopo per cui è cresciuta. La passione civile è questo rispetto."

A proposito di rispetto ambientale, pare anche che Aneri sia arrivato a firmare un Prosecco bio, anzi due. Perché?
"Per questo motivo, che se vuoi è anche quello che ha detto Draghi nel suo primo discorso, quando ha parlato di ambiente. Ho acquistato uva da vigneti biologici per produrre 40mila bottiglie di un Prosecco di Valdobbiadene e 40mila di un Prosecco della Doc Asolo. E sono cosciente che fa tre anni ci sarà meno prodotto bio di quello che a livello internazionale richiederanno."
Aneri-Prosecco-LEONE-ASOLO.jpgUna bottiglia di Aneri N. 7 Leone - Asolo Prosecco Superiore Docg BiologicoIl motivo?
"Perché i giovani ad esempio sono attentissimi alle etichette e vogliono essere certi che nel vino ci siano quei valori di cui parlavamo prima. Ora, per le due settimane di Pasqua abbiamo deciso una promozione con Esselunga per fare assaggiare questo vino e perché i consumatori prendano coscienza di un prodotto buono che porta dei valori. Sono molto curioso di come andrà, sapendo che tutti quelli che lo hanno assaggiato lo hanno già trovato interessante."

È questa l’arma con cui affronterai i mercati dopo la depressione?
"I mercati internazionali sono pronti per accogliere un prodotto italiano che dia sempre più garanzie. Avremo ancora dei mesi di sofferenza ma, dall’inizio della stagione estiva a tutto il secondo semestre del 2021, lavoreremo di più. Per cui bisogna essere pronti."

Però i tuoi colleghi, per esempio quelli dell'Amarone, hanno altre tranquillità. Come il vino che invecchia e quindi sarà comunque pronto dal 2022 in poi.
"Io sono l'opposto come pensiero: voglio reagire subito, l’atteggiamento della stare ad attendere è passivo, io sono per cercare nuove strade e vendere al momento giusto, pur producendo Amarone. Se pensi a una comfort zone in economia, sei finito. Devi essere vigile sempre, anche in questi giorni e non smettere mai di pensare”.

La vendita on line, i nuovi modi di comunicare come li ha vissuti Giancarlo Aneri?
“La verità è che non ho potuto parlare coi miei clienti, perché bere un bicchiere e mangiare un piatto di pasta è una dimensione italiana di rapporto che non può essere sostituita da nessuna piattaforma. In quanto alla vendita on line, può essere un’iniziativa che porta qualche risultato, ma parliamo di percentuali bassissime. Il vino è relazione, non c’è niente da fare.”
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