È quella del Togn in via Solari a Milano

Il negozietto è piccolo come una stanza, 50 metri quadri e sul retro c’è la cucina. Ma quella che è la prima cassoleria del mondo rappresenta un sogno (almeno per me, Marco Gatti, Daniele Sacco e una decina di amici). Il sogno è proprio quello di farsi consegnare (fanno servizio a domicilio) o di portarsi a casa una cassoeula fumante, con tanto di polenta.

Ora, se la “Cassoeula del Togn” porta la data del 1945, quando fu aperto il ristorante Capanna a Lurago d’Erba dal Togn al secolo Antonio Cesana, a rispolverare questa tradizione partendo dalla ricetta originale, è stato il figlio, Matteo Cesana.

Si conquista la cassoeula chiamando al numero 351 6802692 oppure utilizzando il Qr code. Chi risponde (di solito Nicola) ti chiede se vuoi la porzione media (13 euro) o quella grande (20 euro) e se desideri il supplemento di Verzini (le salsiccette della tradizione, adatte alla verza e quindi alla cassoeula).

Dopodiché, come nel mio caso, ti rechi in via Andrea Solari (da lunedì a domenica 10,30-15; 17,30-22), sicuro che il parcheggio si trova. Pochi minuti di attesa ed ecco uscire la cassoeula con la polenta di mais bramato. Ci sono poi i salumi di Marco D’Oggiono, i formaggi di Valsecchi e alcune bottiglie di vino, che tuttavia andrebbero ragionate meglio, pensando all’abbinamento ideale con la Cassoeula, ma anche con gli altri piatti (promettete che lo farete!!!).

Le polente morbide possono essere alla milanese (con Gorgonzola), alla Boscaiola (con porcini), al ragù di cinghiale o col ragù di carne Bolognese. Quindi i bruschettoni rustici e un paio di dolci fatti in casa (Sacher e Crostata alle mele e crema pasticciera).

Ma non è finita: ci sono anche i pizzoccheri della Valtellina (13 euro) e il brasato di manzo con polenta (15 euro). Per la cronaca: questo sarà il mio prossimo menu (con una manciata di cassoeula ovviamente).

Insomma tanti motivi per venirci almeno una volta la settimana, togliendosi qualche bella soddisfazione. Come ho fatto io, con una sontuosa Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese di Bisi, detta la Peccatrice. E qui il peccato di gola, se ancora esiste, c’era tutto!!!

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