Due chiacchiere con Ilvano Prostrati, Il Montanaro di Zocca

Da oltre trent’anni, il Re delle Tigelle (o “crescentine”) ha un nome e un cognome: Ilvano Prostrati “Il Montanaro” da Zocca, borgo medievale dell’Appennino Modenese (siamo a 800 m s.l.m.), celebre anche per aver dato i natali al rocker Vasco Rossi.
Nella sua bottega di montagna, ricca anche di tante specialità del luogo, ogni giorno Ilvano, con la moglie Carmen, ha consumato il rito di creare a mano questa prelibatezza locale preparata con un impasto di acqua, farina, sale e latte per divenire una sorta di pane schiacciato. Usando ancora i dischi di argilla per cuocerle, prima di confezionarle sottovuoto.
Squisite da gustare con la farcia di cunza (o pesto modenese) a base di lardo suino, rosmarino e aglio, e una spruzzata di Parmigiano Reggiano. Sublime. O anche con una fetta di prosciutto di montagna, e, perché no, in versione dolce con miele o marmellata.
con le tigelle.jpgTra qualche giorno, “Il Montanaro” cesserà l’attività e noi abbiamo chiesto a Ilvano di raccontarci la storia e le emozioni di questa meravigliosa avventura nel mondo del gusto, che intercettammo 35 anni fa quando Giorgio Onesti, il food scout di cose buone più famoso d’Italia lo presentò a Paolo Massobrio che inserì Il Montanaro nelle 100 cose buone d’Italia allegato al settimanale il Sabato e poi su IlGolosario per portarlo in Giappone.

Come è nata la passione e la dedizione per le tigelle?
“La passione mi fu trasmessa dal grandissimo Giorgio Onesti (il più grande food scout italiano di tutti i tempi); lo sentivo spesso perché era il mio fornitore di molti prodotti di alta qualità. Una sera ero molto giù di morale perché avevo ricevuto lo sfratto per la mia bottega storica e non sapevo ancora se trovavo un locale da ripartire; lui mi disse di ripartire dal prodotto tipico di Zocca, e mi incoraggiò a fare le Tigelle… sperimentammo tutto (lavorazione a mano, cottura, confezioni, durata ecc.) quando, dopo mesi, eravamo pronti con debiti, ma con fiducia, Giorgio Onesti mi fece comprare un fax e la notte mi spediva gli ordini che trovavo al mattino. Fu subito una grande emozione... spedivamo in tante città italiane... io e mia moglie Carmen vedevamo le nostre creature sempre più apprezzate”.

Quale è il segreto della tua “super" tigella?
"Il segreto della mia Tigella è che non ha segreti! solo ingredienti naturali selezionati, lavoro a mano... e tanta pazienza. La mia famiglia ha avuto una parte fondamentale: mia moglie in primis ha avuto un ruolo importantissimo, anche le mie figlie Selena e Stefania si sono sacrificate perché non avevamo tanto tempo libero per noi e anche per loro”.
con bigazzi.jpgIlvano Prostrati con Beppe BigazziQuali sono stati i momenti più emozionanti della tua carriera?
Le emozioni sono state tante e veramente inaspettate e incredibili! A partire dai primi articoli di Paolo Massobrio e poi di Marco Gatti, le prime presenze nel Golosario (ricordo che siamo Campioni del Golosario!); siamo stati invitati dal grandissimo Beppe Bigazzi (a mio avviso una persona eccezionale) alla Prova del Cuoco (vedi foto sopra). Che bellezza conoscere anche Antonella Clerici, Anna Moroni, poi i salotti di Papillon e a seguire le Golosarie tutte bellissime! Stupinigi, Piazza dei Mestieri a Torino, Milano in tanti posti... indimenticabile quella di Piazza Affari! Tante interviste e articoli su tanti giornali e tv visibili sul mio sito www.ilmontanaro.it. Le mie Tigelle mi hanno poi portato lontanissimo… a Tokyo! Infatti il più grande gruppo di magazzini del lusso d'Oriente ISETAN con sede principale a Tokyo con 15 punti vendita, dopo avermi conosciuto a Golosaria, ha girato l'Emilia Romagna alla ricerca di prodotti di qualità superiore mai visti in Giappone per la loro festa Italiana “Amare l'Italia”. Noi siamo stati prescelti e invitati in Giappone per 10 giorni a vendere le nostre Tigelle! È stato un grande onore rappresentare l'Emilia Romagna e lavorare a fianco di questo splendido popolo che sono i Giapponesi! Sono rimasti nel nostro cuore! "
ilvano-prostrati-il-re-delle-tigelle-in giappone.jpgCosa significa per te aver portato avanti per quasi mezzo secolo un pezzo di cultura gastronomica locale?
"Sono sempre stato orgoglioso di portare avanti la cultura gastronomica montanara; non abbiamo mai cercato compromessi! Abbiamo sempre fatto da soli rifiutando le tantissime proposte ricevute. Avrei potuto fare una fabbrica (nel tempo ne sono nate tantissime ma le nostre tirelle posso affermare che restano uniche), abbiamo avuto richieste da tanti posti esteri, ma abbiamo sempre difeso la nostra filosofia con testardaggine e senza rimpianti. Il Montanaro finirà con noi, il laboratorio andrà avanti con altre persone che dovranno meritarsi il loro posto".
montanaro-ricetta.jpgHai qualche rimpianto?
"Non abbiamo nessun rimpianto, quello che abbiamo dato è stato ricompensato dalle tante soddisfazioni ricevute. Una considerazione: non abbiamo mai cercato nessuno ma siamo stati trovati e considerati da tante persone. Cosa significa? Secondo me significa che alla fine le persone che cercano le cose buone, genuine, artigianali, fatte in un certo modo, ci sono ancora. Nonostante la grande distribuzione. Ma questo tu lo sai già”.

Hai realizzato tutti i sogni o ne è rimasto qualcuno in sospeso?
"La realtà è stata superiore ai sogni! i sogni cominceranno in futuro. Sogno la salute per mia famiglia e di potere stare il più possibile con mia moglie, le mie figlie e la mia splendida nipotina Daria!".

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DI PAOLO MASSOBRIO

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