Questa settimana Paolo Massobrio degusta i vini prodotti da Marco Baratta a Castiglione Chiavarese
Nella rigogliosa Val Petronio, alle spalle della costa ligure, la storia di una viticoltura quasi dimenticata rivive grazie alla passione della famiglia Baratta. Attorno a un antico mulino, oggi loro casa, Marco Baratta (37 anni) e la moglie Barbara hanno trasformato cinque anni fa un'eredità di saperi contadini, tramandati per generazioni, in una moderna azienda agricola.
Partendo dalla vigna del nonno Beppin e acquisendo altri terreni scoscesi, hanno dato vita a un progetto che sfida le pendenze della vallata. Qui, tra macchia mediterranea e boschi, coltivano un ettaro di vigneto distribuito su cinque poderi terrazzati, tra i 300 e i 500 metri di altitudine nel comune di Castiglione Chiavarese. Un lavoro definito "eroico" per le condizioni impervie, affiancato da olivicoltura e piccole produzioni agricole.
Sotto la guida dell'enologo monferrino Claudio Dacasto, i Baratta puntano sulla qualità (circa 3.000 bottiglie annue) e sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni come bianchetta genovese, vermentino e ciliegiolo, senza timore di sperimentare con varietà internazionali quali merlot, cabernet sauvignon e syrah. Innovativa la scelta, primi in Liguria, di utilizzare il tappo a vite per l'intera gamma.
Tra i vini spiccano il bianco "Beppin" 2023 (quasi tutta bianchetta), minerale e leggermente affumicato; il vermentino "Risseu" 2023, affinato in barrique, di cui Massobrio dice: “ha un naso avvolgente e intenso: frutta matura, senape, note minerali. In bocca mostra una bella pienezza, per un sorso lungo e importante”; infine, il rosso "Il Barry" 2022, un blend potente e speziato di merlot, cabernet e syrah.
Vini autentici, espressione di un territorio unico, scoperti e valorizzati anche grazie all'occhio esperto di Guido Porrati, noto food & wine scout di Rapallo.
Il Mulino di Barry
Castiglione Chiavarese (GE)
Via Fiume 10
Tel. 366 741 4138
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