È la Vecchia Fontanina, ambientata in un palazzo del '400

Appena dopo la selezione delle 15 soste a Verona (e dintorni) che il nostro Fabio Molinari ha scritto per Vinitaly, mi sono chiesto: “Ma fin’ora dove abbiamo mangiato?”. Me lo sono chiesto quando mi sono seduto all’Hostaria la Vecchia Fontanina di Piazzetta Chiavica a Verona (tel. 045591159) dopo aver letto "Sharing Soave: The Osterie Experience in Verona”: 20 soste in città e dintorni.

Questa bella osteria è ambientata in un palazzo storico del ‘400. Ha un dehors sulla piazzetta e tante sale e salette all’interno, in un ambiente caldo e allegro, con tanto legno e colori: basta guardare uno dei soffitti allestito con listelle di legno colorate. Entrare qui, nel regno di Marco Segattini, 42 anni, chef e titolare dal 2001 di questo luogo, è come sprizzare felicità da tutti i pori. Il personale è eccezionale: sempre col sorriso, solerte, veloce. Hanno una bella carta dei vini, molto di più di quanto ti potresti aspettare da un’Osteria; hanno una selezione soddisfacente di vini a bicchiere.

Il menu è anche curioso, perché presenta alcuni cavalli di battaglia della cucina veronese, ma anche guizzi di creatività, fatti davvero molto bene. C’è poi da dire che i prezzi sono davvero invitanti (sotto i 30 euro). Persino “La fonduta di carne”, che è una loro versione di bourguignonne costa appena 15 euro con 5 tipi di carne. Il piatto più gettonato, tuttavia, sembra il risotto all’Amarone, a vedere i piatti che escono dalla cucina e poi i ravioli al brasato, che sono diventati un mito. Ma se partiamo dagli antipasti, ecco il luccio in salsa, il curioso tortino di pere e Monte Veronese; polenta lardo, soppressa e gorgonzola e poi uno sfizioso pandorino con patè di olive e prosciutto di Montagnana.

Fra i primi un piatto che lo ha reso famoso sono i bigoli all’ortica e ricotta affumicata: ma i bigoli sono anche con busara e gamberi e al ragù di cavallo. Eccezionale l’interpretazione dei maccheroni all’nduja e cimbro, piatto creativo, diciamo, che abbiamo trovato perfetto nella sua confezione.

Ai secondi non perdetevi per nessuna ragione al mondo la carne pastissà con polenta, buonissima, radiosa. Quindi il baccalà con la polenta, la guancetta brasata all’Amarone, il bollito misto con la pearà. Al dolce una bella torta di mele con salsa alla vaniglia e il salame al cioccolato. Siccome qui sono dei professionisti, ci siam fatti servire anche un goccio di Calvados. Che voglia di tornare!

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