Una Barbera pazzesca e un brut di Pontida

L’enologo e direttore della cantina, Mario Olivero, è venuto di persona a porgermi la bottiglia di Carlo Alfieri 2015, una Barbera d’Asti superiore, di nome e di fatto, prodotta solo in annate eccezionali, dopo una selezione dei grappoli migliori. Un vino che matura a lungo in botti di rovere per evolversi in bottiglia per altri 4 anni, ancor più di un Barolo. La bottiglia che ho aperto era una delle 1.750 prodotte dall’azienda Marchesi Alfieri di San Martino Alfieri dal 1696. Ora, assaggiandola ho avuto la conferma che questo vitigno, la barbera, rappresenta davvero un riferimento internazionale nel vino. E la sfida è pronta per essere giocata in tante degustazioni internazionali alla cieca.
carlo alfieri storica.jpgHa colore rosso porpora molto intenso; naso madido e diretto di frutta rossa, quasi confettura di amarena, intenso e verticale, pieno e profondo, con quella mandorla che si svela, su cui poi, come fosse una sinfonia, subentra la nota acidula fruttata. In bocca è morbidissimo l’ingresso, fresco al palato, filigranoso. È di un’eleganza che esalta la natura propria della Barbera che, quando matura, diventa velluto fresco. Una bottiglia davvero intrigante, enorme, perfetta.

Marchesi Alfieri

(Piazza Vittorio Alfieri, 28 - San Martino Alfieri AT - tel. 0141 976015 - www.marchesialfieri.it)

Il secondo vino è invece quello che richiama più di un indizio. Avrete infatti letto, recentemente, del mio stupore circa le bollicine che nascono nella Bergamasca. Il primo indizio è stato il brut di Medolago Albani, oggetto di un articolo di qualche settimana fa su IlGusto.it; poi l’assaggio con i miei collaboratori dei vini de La Rocchetta di Villongo, dove a emergere è stato il Rosè metodo classico “Cretarium”. Oggi mi arriva un millesimo 2018 (ma anche un 2017 in magnum, solo chardonnay) della Cascina Drezza di Pontida, un metodo classico prodotto con uve chardonnay all’85% e pinot nero. La curiosità è tanta, per cui apro il 2018 che al naso ha note erbacee molto intense che promettono verticalità. Il colore è paglierino brillante tendente all’oro. C’è perfetta corrispondenza naso/palato perché avverti il cuore amarognolo del finale. In bocca ti solleticano le bollicine fini e quella freschezza che diventa quasi allappante, per un finale complesso come se volesse mostrare il suo dono: il nocciolo di un frutto. drezza.jpg

Cascina Drezza

(Via Don Mario Tagliabue, 330 - Pontida BG - tel. 333 654 5161 - www.cascinadrezza.com)

Grandi assaggi, che troveremo sulla prossima edizione de IlGolosario

ILGOLOSARIO WINE TOUR 2023

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia