Per I Dialoghi del Vino Paolo Massobrio intervista Fabiano Giorgi

Fabiano Giorgi mi attende in tarda mattina all’Enoteca Regionale della Lombardia insieme con Luigi Paroni, già sindaco del paese e poi fautore del progetto che ho davanti ai miei occhi. Uno spazio di 800 metri quadri su quattro livelli con un parcheggio ampio di fronte a quella che era una cascina nobile. Sopra veglia il castello di Cigognola e con uno sguardo a 180 gradi percepisci che questo Oltrepò Pavese è ancora tutto da riscoprire nei sui angoli magici.  Ma non è finita, perché questa costruzione quadrata ha un’area ancora più ampia, in capo al Comune (mentre l’enoteca è della Regione Lombardia), che è già attrezzata di tutto punto per una scuola di cucina di alto livello, sia per amatori sia per professionisti.
Il tour fra la teoria di sale, alcune bellissime che hanno salvato gli affreschi originali oppure con i soffitti di legno originali, dura più di mezz’ora. L’enoteca ha una sala degustazioni al piano alto, una sala riunioni al secondo, un bistrot ristorante al piano terreno, dove si esercita il bravo chef Daniele Mascherini e infine la cantina che raggiungi da uno scalone seguendo le sagome delle bottiglie.
ingresso-ristorante.jpgCi accomodiamo in cortile, dove d’estate si pranza, e beviamo un bicchiere di Pinot Nero Metodo Classico del 2016 che è davvero fragrante.

Cosa vuol diventare questo luogo presidente Giorgi?
Un polo di promozione del vino di tutto l’Oltrepò, ma anche un riferimento per i vini dell’intera Lombardia visto che non esistono enoteche pubbliche “regionali”.

Ma gli altri territori verrebbero qui, ne è sicuro?
In realtà creeremo un hub anche a Milano, uno sbocco per promuovere i vini di tutta la Lombardia.

Certo che è curioso che l’iniziativa di una cosa del genere parta dal litigioso Oltrepò...
Le cose stanno cambiando parecchio, e anche in maniera molto veloce.

Come mai?
Be', cinque attori del territorio si stanno parlando e forse stanno facendo anche molto di più.

Quali sono?
Il Consorzio dei Vini dell’Oltrepò Pavese, il Distretto dei vini, il Club del Buttafuoco storico, l'Enoteca Regionale e la Strada dei vini e dei sapori. 

Sì certo, però mi viene il sospetto, positivo per altro, che il fatto di avere Fabiano Giorgi presidente di due realtà e una presenza negli altri enti permetta una sorta di sintesi.
Ne sono consapevole ed è per questo che ho accettato la presidenza dell’Enoteca. Non mi manca il lavoro: ho 30 dipendenti e il mio tempo da imprenditore è sottratto per altri impegni. Ma io ritengo che se cresce un territorio avrò beneficio come azienda e l’avrà anche il mio vicino. Non è più tempo di lavorare divisi e isolati. 

Eh sì, perché in questo modo, anche al castello di Cigognola, per fare un esempio, visto che lo vediamo là in alto, può venire voglia di mettersi in mostra.
Credo di sì, perché la sinergia mette in moto una voglia di mostrare il bello, la voglia che tutto venga accolto in un grande cuore che è l’Oltrepò.

Sembra una fase nascente qui da voi...
La pandemia ha accelerato tutto questo dimostrandoci che si è tutti più intelligenti se si persegue l’unità.

Ma c’è ancora chi rema contro?
Ci saranno sempre e ovunque quelli che sono contrari alla felicità comune. 

Mentre i favorevoli stanno crescendo?
Se prima erano il 30% adesso siamo al 90%. Del resto non c’è alternativa.
interno-enoteca.jpgIl 2013 però fu un anno di grande sofferenza, perché la nascita del Distretto che la vide a capo di 70 aziende uscite dal Consorzio fu un atto storico...
Allora bisognava far capire che i produttori di filiera dovevano avere un ruolo importante, perché la sola conta dei numeri produttivi forse risultava anacronistica.

Dalla sofferenza però è rinato il Consorzio si può dire... (?)
Abbiamo appena rieletto il presidente, che è Gilda Fugazza e credo che rappresenti bene tutte le anime. 

E il Distretto che fine fa?
Il Distretto rimane, ha i suoi organi, prosegue con le iniziative, ma tutto in collaborazione con il Consorzio.

A questo punto chiedo a Luigi Paroni come si sente.
Non vede? Sono felice. Ho voluto che Fabiano assumesse la presidenza perché ora ci voleva qualcuno che compisse quella sintesi che dicevamo all’inizio. Questo permette a tutte le esperienze positive di far parlare un territorio.

Ma in Italia non è di moda mollare le poltrone…
Ah ah ah. La mia è stata una scelta di rispetto - dice sempre Paroni - Dopo aver raggiunto lo scopo di vedere fisicamente l’Enoteca Regionale ho ritenuto che fosse importante che alla presidenza si sedesse un uomo del vino. E così è stato. 
fabiano-giorgi-olivo.jpgNel frattempo, mentre stiamo pubblicando questa intervista, dall’Oltrepò Pavese arriva l’ennesima notizia di arresti e sequestri in una cantina cooperativa che avrebbe utilizzato una sostanza vietata nella produzione dei vini. Sdegno del sottosegretario Centinaio, ma anche dei produttori dell’Oltrepò che stanno lavorando per dare un’immagine positiva del territorio.

Passiamo ora a Fabiano Giorgi come imprenditore. Come si chiude questo primo anno di pandemia?
Con un - 9%, che ritengo accettabile date le difficoltà.

Sì, mi sembra un buon risultato, ma a cosa è dovuto?
La pandemia ha fatto venire allo scoperto una clientela nuova, ad esempio attraverso le vendite on line. Noi siamo su tutte le piattaforme e lì abbiamo scoperto una fascia di clientela che non conoscevamo.

Però l’Horeca ha sofferto...
Sì, ma meno all’estero, in America per esempio. Dopodiché abbiamo anche aumentato la presenza nella Gdo.

Qualche numero?
La vendita on line è cresciuta del 300% e negli Usa siamo entrati in una catena di store del vino che sta funzionando molto bene.

Qual è il vino più richiesto negli Usa?
Il Sangue di Giuda.

Ma davvero? In Italia quasi non si sa cosa sia...
Lo so, ma era matematico che in America, dove avevano apprezzato il Lambrusco dolce in passato, amassero un vino come questo. Non ci siamo mai chiesti, per esempio, il perché abbia avuto successo il Moscato. 

Quindi non sempre si è capaci di interpretare i gusti della Grande Mela, che a quanto pare non tramontano mai.
Infatti, a volte ci sono dei prodotti, come il Sangue di Giuda, che funziona da apripista per altri vini.

Come vede il 2021?
Sono molto ottimista, ma perché ci ho lavorato prima della pandemia. Sono più di dieci anni che studiamo la multicanalità e la pandemia ci ha dato la possibilità di verificare che quella intrapresa era la strada giusta.

Ho sentito parlare, a proposito di strade, dell’intenzione di puntare sul pinot grigio in Oltrepò.
Non la ritengo la strada giusta, comunque a me non interessa.

E il Vinitaly?
Mi manca tantissimo, perché è un momento di aggregazione unico. Dove trovi i clienti se non a Vinitaly? E poi Verona è un appuntamento dal sapore diverso, molto italiano come ambiente. Pensa che l’altro giorno ho venduto dei bancali in Africa, in Burkina Faso, da un contatto che ho avuto a Vinitaly nel 2019.

Quindi sei d'accordo sull’edizione speciale di ottobre?
Ma io avevo dato l’adesione anche a Vinitaly di giugno con la medesima struttura di tutti gli anni. Quindi credevo nell’edizione che si sarebbe dovuta celebrare a giugno.

Finisce qui il nostro dialogo, che a me ha dato l’immagine di un treno molto affollato di gente che vuole arrivare a una meta e non fermarsi per guasti di vario genere che minano l’immagine e il lavoro di tanta gente. L’Oltrepò è bellissimo, ancora di più visto da questa struttura, l'Enoteca Regionale, e ha molto da dare, nell’immediato. 
giorgi-1870-gran-cuve-storica.jpgDa qui ci spostiamo nella cantina di Canneto Pavese, per assaggiare alcuni vini della maison e pur restando colpito dal Brut Giorgio 1870 del millesimo 2016 (senti quella crosta di pane su un perlage cremoso e intenso, fine, un sorso che galoppa e canta in bocca prima di chiudere secco) quello che mi colpisce è la versione rosè del Giorgi 1870 millesimo 2011. Davvero superbo, complesso, pieno, con quella sensazione croccante che offre freschezza nonostante gli anni. Direi clamoroso!
giorgi1870-classico-rose.jpg
Assaggio anche il Sangue di Giuda e capisco il successo negli Usa, e poi il suo Riesling, che in effetti sarebbe il Bianco dell’Oltrepò per antonomasia. 

Altri assaggi: il Brut Giorgi 2013 che champagneggia e dove dominano note di frutta esotica e poi il suo Top Zero, che è un assemblaggio delle annate 2008-2009 e 2010 davvero gradevole nella sua avvolgenza. Buona anche la Cuvée Eleonora Giorgi Rosè.
cuvee-eleonora-giorgi.jpgA casa mi stapperò invece il grande rosso della maison, che è il Buttafuoco, memore di quella bottiglia antica e perfetta che aprii un anno fa durante il lockdown.
Complimenti!!!

P.s. Apprendiamo stamane dai giornali che si è risolta di comune intesa la convenzione tra l'Enoteca Regionale di Cassino Po e l'Università dei Sapori, ancora prima di dare avvio ai lavori. D'altronde la situazione delineatasi in seguito alla pandemia non permette la realizzazione dei progetti previsti. Così, il sindaco di Broni Antonio Rivezzi annuncia che sarà il Comune di Broni ad acquistare per 15.000 euro le attrezzature, che serviranno per eventi nel futuro.

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