Degustazione storica dei vini di 7 produttori di questa enclave

C'è un segreto custodito nel cuore del Monferrato, un'alchimia di terra e tempo che rende unici i vini di Grazzano Badoglio. Non si tratta di vitigni o tecniche di cantina, ma di un'eredità geologica che affonda le sue radici a quando il mare ricopriva queste colline. Questa essenza è stata la protagonista di una degustazione rivelatrice a Golosaria, dove ogni sorso raccontava la storia di un terroir straordinario.
tavolo degustazione.jpgAl centro di questa unicità ci sono le marne di Sant’Agata Fossili, un suolo prezioso arricchito da sedimenti di gesso. Immaginate un tempo lontano, circa nove milioni di anni fa, con queste terre sommerse dalle acque marine. Le colline che oggi ammiriamo erano isole, preservate dalla furia alluvionale dei fiumi Po e Tanaro, conservando così un suolo "vergine" di prima erosione. Questa origine marina ha donato al sottosuolo di Grazzano grandi formazioni calcaree e una concentrazione eccezionale di sali minerali. È proprio questa matrice a forgiare il carattere dei vini: una spiccata mineralità, una freschezza vibrante e una sorprendente longevità, qualità emerse con prepotenza durante gli assaggi della degustazione domenica pomeriggio a Golosaria. Un terroir che, pur facendo eco per vocazione a celebri zone della Borgogna, soprattutto per lo Chardonnay, pulsa di un'identità fieramente autonoma.
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La degustazione

Dai grandi bianchi ai rossi che evocano il miglior nebbiolo ecco un Monferrato che non ti aspetteresti, sapendo che gli stessi terreni solo quelli di Langa, dove nasce il Barolo.

Tenuta Santa Caterina - Metodo Classico “Guido Carlo” 2020
Prodotto con uve 100% chardonnay, questo spumante, al suo secondo anno è un dosaggio zero. Si presenta con un colore oro brillante. Al naso, emergono note minerali, di ferro e polvere da sparo, seguite da sentori di frutta esotica tipici dello chardonnay. In bocca, è cremoso e morbido, un abbraccio con una coerenza totale tra vista e palato. Colpisce per la finezza delle bollicine e una freschezza che emerge progressivamente, prolungando la persistenza. Affina minimo 36 mesi sui lieviti, tendenzialmente 48, con utilizzo di lieviti indigeni.
guido carlo metodo classico.jpgMonti Emanuel - Monferrato Bianco "Pinin" 2024 (viognier e chardonnay)
Di colore tendente all'oro brillante, al naso, offre una certa complessità, con profumi iniziali di mela, per poi evolvere verso la frutta esotica e una parte floreale di sambuco; si avverte distintamente l'apporto del viognier. In bocca, nonostante sia un 2024 (e quindi giovanissimo), dimostra già rotondità e piacevolezza, con un'acidità marcata ma ben integrata in un sorso morbido.
monti emanuel-pinin.jpgSulin - Monferrato Bianco Baratuciat “Balon" 2021
Il vino si presenta con un colore oro di bella consistenza. Al naso è inconfondibile, con note floreali e speziate. Emerge la caratteristica nota di pesca di vigna. In bocca si fa mangiare e il tempo gli è stato amico, facendolo diventare ancora più grande. L'acidità emerge alla fine con estrema gradevolezza, trasportando la frutta e conferendo una persistenza incredibile. Una bella tensione e mineralità completano il quadro. È il Bianco del Monferrato che verrà (anzi già c’è, con 30 produttori).
sulin-balon.jpgF.lli Natta - Chardonnay “La Gambina” 2018
Uno Chardonnay fermo del 2018. Sfoggia un colore oro molto bello, concentrato e fitto. Il naso si discosta da quello di uno chardonnay giovane, avendo perso i picchi di frutta esotica; la frutta rimane sul fondo (mango), mentre emergono una parte aromatica evoluta e note quasi di idrocarburi, il tutto giocato con grande finezza ed equilibrio. In bocca, l'assaggio è setoso, incredibile, pieno. È un vino che continua a restare a lungo in bocca, con profumi che arrivano per via retronasale. Considerato al suo momento perfetto, questo bicchiere è stata un’altra conferma che ci troviamo di fronte a un territorio che, vedrete in seguito, sfida il tempo.
natta-la gambina.jpgCapretto Renato – Piemonte Sauvignon “Antiqua” 2011
Presenta il caratteristico colore oro del territorio, con bella consistenza luminosa. Al naso, si avvertono note di alloro e aromi tipici del sauvignon, ma con un'eleganza che ricorda i Sauvignon della Loira, anziché le versioni più sfacciate altoatesine. Al naso emerge un "profumo da profumeria", teso e minerale nonostante i suoi 14 anni. In bocca è un velluto, con un'acidità ancora viva e un equilibrio incredibile. Si nota una sapidità presente ma non pronunciata come quella del Baratuciat.
capretto-sauvignon.jpgRappellino – Monferrato Bianco Riesling "La Veneziana" 2009
Il colore è un oro antico. Al naso è molto particolare; la tipica nota di idrocarburo dei Riesling più giovani si è evoluta in una nota minerale, di roccia bagnata, pietrisco. Nonostante gli anni e una leggera ossidazione al naso che poi svanisce, in bocca il vino è ancora vivo, con una bella acidità che rimane lunga sul palato. Restano in bocca sensazioni di biscotto e zabaione. Be’, possiamo dire che è un miracolo di queste terre no?
rappellino.jpgTenuta Magrini - Rosato "Giglio Rosa" 2023
Ottenuto per pressatura soffice da uve barbera, ha colore rubino chiaro, con una nota di opacità e una bella consistenza. Al naso è franco, netta la frutta, la marasca, bouquet persistente. In bocca è croccante, con una bella scalarità di sensazioni: ingresso morbido, manifesta l’acidità della barbera, sia nella parte centrale sia in fondo. Il Rosato che mancava, è arrivato dall’ultima delle sette aziende grazzanesi, merito dei “monferrini metropolitani” Maura e Massimiliano Magrini.
tenuta magrini.jpgSulin - Piemonte Rosso Slarina “Tambass” 2021
Usato per molto tempo come vitigno migliorativo della Barbera per contenuto di tannini e tono di colore, viene vinificato in purezza donando un vino elegante, delicato. Si presenta di colore rubino fitto con unghiatura violacea, al naso è fine, molto floreale con la violetta che resta, e un ché di geranio. In bocca il sorso è graffiante, tannico, una bella curiosità che rimarca ancora una volta la mineralità dei vini grazzanesi.
sulin.jpgRappellino - Grignolino d’Asti “Sara” 2021
Di colore granato, al naso ci sono i mirtilli e la nota balsamica. In bocca è un Grignolino, con una nota amaricante e ferrosa che riporta immediatamente, ancora una volta al terreno minerale, ricco di sali, di Grazzano Badoglio. Un Grignolino di grande goduria, iconico, piacevole.
sara.jpgF.lli Natta – Grignolino del Monferrato Casalese “Monferace” 2018
Del classico color mattone che rende immediatamente riconoscibile l’evoluzione del Grignolino (Il Monferace viene prodotto da 13 cantine secondo un disciplinare volontario, che richiede l’invecchiamento in botte per quattro anni), al naso è un vino complesso, elegante, che nulla ha da invidiare alla classe dei grandi nebbioli di Langa. Ci sono profumi di piccoli frutti, ginger e rabarbaro, in bocca è un Grignolino che trova un tannino finissimo e diffuso.
fratelli natta-monferace.jpgTenuta Santa Caterina - Freisa d’Asti “SorìdiGiul” 2018
Il colore è un rubino consistente, a volte quasi impenetrabile, con riflessi aranciati. Al naso è "solenne", con sentori che ricordano quasi una frutta caramellata data l'importanza e la consistenza del vino; si avvertono spezie, complessità e la nota aromatica di pepe, tipica della Freisa. In bocca, l'ingresso è morbido, seguito da grande eleganza e verticalità. I tannini sono fini, setosi, graffianti e invitanti.
santa caterina-sorì d giul.jpgMonti Emanuel - Barbera d’Asti 2023
Barbera giovane fin dal colore con sfumature viola. Al naso presenta una bella ciliegia fresca, gustosa, invitante, con una nota mandorlata. Il naso è giocato sulla pulizia e una bella intensità, senza ricercare eccessiva complessità. In bocca è sugoso, piacevole, un vino che” fa venire voglia di essere bevuto". Una Barbera che conferma la verticalità caratteristica dei vini di Grazzano Badoglio, dove l’acidità è diversa da quella di Nizza, per capirci: qui c’è il frutto che abbraccia subito tutto.
monti emanuel.jpgCapretto Renato - Barbera d’Asti Superiore "Monte Cucchetto" 2021
Rubino impenetrabile al naso lascia emergere una nota intensa di amarena Fabbri, accompagnata da un sottofondo di bosco speziato. In bocca, si percepisce morbidezza, con l'acidità che sostiene l'insieme senza mettersi in prima fila, anche qui, contribuendo a un sorso di grande equilibrio. È la Barbera di queste terre.
capretto-monte cucchetto.jpgA conclusione, la degustazione che ha avuto il supporto, nei commenti dell’avvocato Guido Carlo Alleva (nella foto sotto con Paolo Massobrio) ha dato la percezione di un terroir che può ospitare e far esprimere qualsiasi vitigno.
paolo-alleva.jpgPensiamo solo a riesling, sauvignon e chardonnay e all’ultimo arrivato, il baratuciat, per inchinarsi. Sui Rossi, la Barbera e il Grignolino sanno raggiungere la perfezione, ma il coraggio è stato anche quello di non abbandonare il vitigno freisa, che dimostra quanto possa essere il grande Rosso del Monferrato. Grati ai produttori che ci hanno permesso questo viaggio e anche ai numerosi partecipanti della masterclass, fra ristoratori, sommelier e appassionati. Grazzano, in questo modo, difficilmente si potrà dimenticare.

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