In occasione dei 10 anni della Doc Nas-Cëtta del comune di Novello una degustazione che, nonostante qualche criticità,  conferma il valore del bianco delle Langhe

Il Piemonte che non ti aspetti. Se dici vino piemontese, il pensiero, in simultanea, corre ai grandi rossi, Barbera, Barbaresco e Barolo in testa. E invece, da tempo, da questa terra, ci sono piacevoli sorprese anche per quanto riguarda i bianchi. Se alcuni Chardonnay, due per tutti, quelli prodotti da Angelo Gaja e Guido Alleva, il primo nelle Langhe, il secondo nell’Astigiano, e “chicche” come il Baratuciat, che ha il suo alfiere in Enrico Druetto di Alfiano Natta, sono vini che da tempo hanno grande considerazione a motivo della loro caratura. Un altro “bianco” si sta rivelando vero gioiello: ha terra di elezione a Novello, comune di nemmeno mille abitanti a una ventina di chilometri da Alba, ed è la Nas-Cëtta.

Considerato “vino straordinario” già da documenti di quasi 150 anni fa, con lo studioso Giuseppe dei Conti di Rovasenda, che, nel 1877, nel suo Saggio di un’ampelografia universale, la definiva “uva delicatissima e vino squisito”. E Lorenzo Fantini, che nel 1879, nella “Monografia sulla Viticoltura ed Enologia nella Provincia di Cuneo” parlava della Nas-Cëtta (allora identificata come “Anascetta”) come di un vino “quasi esclusivamente prodotto nella zona di Novello” la cui “bontà è dovuta unicamente alla natura che fornisce un’uva squisita”.

Nonostante la fama acquisita per il suo valore, la sua sorte è stata tuttavia simile a quella di numerosi autoctoni del nostro Paese. Ovvero, in un primo tempo non ha avuto grande diffusione, perché, come scrive sempre il Fantini, nonostante alcuni produttori avessero tentato con le Nas-cëtte “la fabbricazione di un vino bianco sul genere dei vini del Reno, ed ottennero dei risultati soddisfacenti” questi furono “economicamente onerosi, per cui rinunciarono agli studi di perfezionamento e così dal far concorrenza al Schloss-Johannisberg!” E in seguito ha rischiato l’abbandono, quando la fillossera prima, e la povertà lasciata dalla seconda guerra mondiale poi, avevano orientato i produttori a credere in altre varietà più resistenti e produttive. Tanto da essere arrivati a conservarne solo alcuni filari a Novello, più per un valore affettivo che per la rilevanza economica.
La svolta a inizi anni ’90. È il 1991 quando il professor Armando Gambera, durante le sue ricerche, a casa di Franco Marengo, ne assaggia una bottiglia, presenti anche Elvio Cogno, con il genero Valter Fissore, che colpiti dalle potenzialità del vitigno, decidono di iniziarne la vinificazione in purezza. Nel 1994 la prima vendemmia di Valter, con una produzione di circa 800 bottiglie. Nel 1995 l’Azienda Agricola Elvio Cogno entra in possesso delle uve provenienti dalle due vigne più antiche di Novello, risalenti al 1948.
Nel 2010 il riconoscimento della Doc Langhe Nas-Cëtta di Novello.
Nel 2014 la fondazione dell’Associazione produttori di Nas-cetta del Comune di Novello, con le sette aziende fondatrici – Elvio Cogno, Vietto, Le Strette, Marenco, La Pergola, San Silvestro e Stra, a cui si son presto aggiunte Cascina Gavetta, Arnaldo Rivera, Marengo Mauro e Casa Baricalino – che si son messe insieme per valorizzare e far conoscere la Nas-Cëtta di Novello, le sue potenzialità e la sua qualità.

Per  celebrare l’importante traguardo dei 10 anni di Doc, l’Associazione Produttori di Nas-Cëtta del Comune di Novello ha  realizzato con Gheusis un evento virtuale, il Nas-Cëttaland Virtual.
La degustazione realizzata da Fabio Molinari e dal sottoscritto, che è seguita a ruota a un’altra fatta il giorno prima con Paolo Massobrio, consentendoci in due momenti ravvicinati di avere visione approfondita di questo vino, ci hanno lasciato la certezza che la Nas-Cëtta di Novello, grazie al lavoro sapiente delle cantine che si stanno dedicando alla sua produzione, ha le caratteristiche per affermarsi come un grande bianco nonostante qualche incertezza che riportiamo in una nota a piede dell'articolo.
Ecco la cronaca dei nostri assaggi!
apertura.jpgLanghe Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 ARNALDO RIVERA di Castiglione Falletto (CN)
La cooperativa Terre del Barolo di Castiglione Falletto, a partire dall’annata 2013, ha una linea di vini dedicati al maestro Arnaldo Rivera, fra i fondatori di questa realtà nel 1958 (di cui vi abbiamo parlato nelle scorse settimane link). Per festeggiare i 60 anni del sodalizio hanno deciso di sottoscrivere un protocollo particolare per esprimere, dai migliori vigneti dei soci conferitori, la purezza del vitigno. Da uve di vigneti di Novello, tra cui spicca anche una vigna storica del 1963, il Langhe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2018. Vinificata in acciaio inox a bassa temperatura, e affinata in acciaio con permanenza sui lieviti per 8 mesi. Degustata con Stefano Pesci, dell’azienda, nel bicchiere ha colore paglierino, profumi di lime e agrumi, note di miele, salvia e rosmarino, in bocca un equilibrio avvolgente, lungo finale.
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Langhe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 di CASCINA GAVETTA di Novello
“Veniamo dalla gavetta”, dice Silvio Cogno, quando è chiamato a raccontare il percorso della sua famiglia, per sgombrare ogni equivoco sul fatto che a ispirare il loro lavoro in vigna, siano la passione, l’amore per la terra, il rispetto dell’ambiente e la concezione del vino come patrimonio culturale. Il loro Langhe  Nas-Cëtta ha colore giallo paglierino con riflessi dorati, profumo intenso, sentori eleganti di mela, agrumi, frutta esotica e floreali di miele di acacia, mentre al palato ha spiccata acidità, freschezza, persistenza  
gavetta.jpgLanghe  Nas-Cëtta del comune di Novello Anas-Cëtta 2018 di ELVIO COGNO di Novello
Sulla sommità della collina Bricco Ravera, in un’antica casa padronale del Settecento, ha sede questa storica cantina circondata dai tredici  ettari di proprietà, tutti coltivati a vigneto rigorosamente autoctono, con Barolo, Barbaresco e Barbera, che sono i vini che l’han resa celebre. Ma Elvio Cogno e il genero Valter Fissore, sono all’origine del riscatto della Nas-Cëtta, e la loro Langhe  Nas-Cëtta del comune di Novello Anas-Cëtta 2018 è documentazione inequivocabile del loro lavoro appassionato a favore di questo vitigno. Dopo vinificazione in acciaio e affinamento 6 mesi in acciaio e per un 30% in botti di rovere di Slavonia da 15 hl per circa tre mesi, nel bicchiere ha colore giallo oro, profumi di mela, fiori d‘acacia misti ad agrumi e frutti esotici. In bocca è fresca e secca, con sorso ed un finale piacevolmente sapido. 
cogno.jpgLanghe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 di LA PERGOLA di Novello
Azienda a conduzione famigliare, fondata da Sergio Taricco alla fine degli anni ’70, e poi affidata al figlio Marco agli inizi del 2009, che prosegue l’attività con talento e passione. Dalla vendemmia 2015 firma una Nas-Cëtta che dopo criomacerazione per 2 giorni circa, fermentazione a temperatura controllata a 18° per circa 12-15 giorni in autoclave e affinamento per circa 5/6 mesi in acciaio su fecce fini e per 2 mesi in bottiglia, all’assaggio ha colore paglierino, richiami floreali di fiori di acacia e tiglio, note di miele e accenni di fieno maturo.  
pergola.jpgLanghe  Nas-Cëtta Pasinot 2018 del comune di Novello di LE STRETTE di Novello
Fondata nel 1997 a Le Strette, borgata di Novello da cui il nome della cantina, da Mauro e Savio Daniele, enologi e viticoltori, la cantina produce vini di carattere e classe, Barolo in testa, che valorizzano, seguendo i canoni della viticoltura integrata e sostenibile (certificata ufficialmente dalla vendemmia 2012) i vigneti di Novello, tra cui, il loro prestigioso Cru Pasinot. La Langhe Nas-Cëtta Pasinot 2018 (dalla collina dove c’è il vigneto più antico, del 1948), dopo affinamento in acciaio 12 mesi su fecce fini e in bottiglia per 6 mesi, alla vista si propone con colore dorato, profumi di fiori di acacia e miele, note di agrumi e frutta esotica, mineralità, con gusto avvolgente, sapido, grande personalità e potenziale evolutivo, finale lunghissimo.
strette-pasinot.jpgLanghe Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 di STRA di Novello
«Ogni vigna ha la sua terra, conoscerla significa capire il vino che ne deriva».
Una storia di oltre 200 anni legata ad agricoltura e produzione di vini, quella della famiglia Stra, che oltre al Barolo, produce con orgoglio Dolcetto d’Alba, Barbera d’Alba e a “Pallaretta”, sottozona storica di Novello, la Langhe Nas-Cëtta del comune di Novello, appunto. Giallo paglierino con riflessi dorati, ha sentori di fiori di campo e di acacia, miele e agrumi, mentre al palato si propone con mineralità e sapidità, per chiudere con retrogusto di pompelmo rosa, salvia e rosmarino.  
stra.jpgLanghe  Nascetta del comune di Novello 2018 di LUCA MARENCO di Barolo
Un ragazzo innamorato della propria terra con un sogno nel cassetto: produrre grandi vini. Si definisce così Luca Marenco, giovane che ha raccolto l’eredità dalla famiglia nel 2015, e coltiva dieci ettari tra Barolo e Novello nel rispetto del terroir e delle espressioni di ciascuna varietà, producendo Barolo, Langhe Nebbiolo, Dolcetto d’Alba, Barbera d’Alba e Nas-Cëtta  del Comune di Novello. Dopo fermentazione di solo mosto in vasche d’acciaio a temperatura controllata totalmente coibentate e affinamento in acciaio, in degustazione si propone con colore paglierino con riflessi dorati, elegante con sentori di fiori selvatici, erbe, agrumi e frutti esotici, palato dalla spiccata mineralità e sapidità, sorso dal gusto di miele di acacia, salvia e rosmarino.  
lucamarenco.jpgLanghe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2019 di MARENGO MAURO di Novello
Fondata introno agli anni ’50, questa azienda di undici ettari di proprietà tra Barolo e Novello, è a conduzione familiare, con ogni componente che dà il suo contributo affiancando Mauro, il titolare, con Lucia che si occupa del lavoro in vigneto, Elisa che cura la grafica e il packaging, Gabriella che si occupa dell’amministrazione e Daniele che segue i genitori essendo studente in viticoltura ed enologia, e che ha presentato il vino nella degustazione. La loro Langhe Nas-Cëtta del comune di Novello, unica del millesimo 2019, ha colore paglierino, naso di buona intensità, aromatico e floreale, con profumi che ricordano mimosa, fiori d’arancio, eucalipto, sentori di limone, fiori d’acacia, timo, mentre in bocca è sapido e persistente, con note rinfrescanti di lime e piacevole retrogusto di achillea.
marengo-mauro.jpgLanghe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 CASA BARICALINO di Novello
Da questa piccola cantina, di tre ettari, nata nel 2014 come omaggio alle radici di Omar Sannino, il titolare,  nato e cresciuto a Novello, il Langhe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2018, seconda annata (la prima nel 2017) e figlia di una vinificazione controllata in inox a 18° per 4 giorni e poi finita in legno. Dopo un affinamento di 4 mesi in barrique ha colore paglierino con riflessi verde mare, note agrumate, sapidità e freschezza.
baricalino.jpgLanghe  Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 di SANSILVESTRO di Novello
Coerenza, tipicità e innovazione i principi che ispirano Paolo e il cugino Guido Sartirano, conosciuti anche per l’altra loro proprietà, Costa di Bussia a Monforte d’Alba, e che portano avanti la cantina, nel solco di una tradizione di famiglia che si alimenta della sapienza di quattro generazioni. La loro Langhe Nas-Cëtta del comune di Novello 2018 dopo vendemmia manuale, fermentazione in acciaio inox a temperatura controllata e affinamento con maturazione su fecce nobili per 5 mesi, ha colore giallo oro, naso molto intenso dove spiccano i fiori d’acacia, le note di agrumi, mentre al palato ha buona mineralità e sorso armonico.  
sansilvestro.jpgLanghe  Nas-Cëtta del comune di Novello “Giuana” 2018 di VIETTO
A due chilometri da Barolo, tre da Monforte d’Alba e tre chilometri da Novello, paese di cui fa parte, Panerole, piccola borgata dove ha sede la cascina dell’azienda Vietto, diciassette ettari di vigneto, destinati a Nebbiolo da Barolo, Langhe Nebbiolo, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba e Nas-cetta del comune di Novello. Da mezzo ettaro di vigna, il Langhe Nas-Cëtta del comune di Novello “Giuana” dal colore paglierino brillante, naso ampio con profumi di fiori bianchi note di pompelmo e pesca, gusto sapido, piacevolmente  armonico pieno con finale gradevole e persistente.  
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NOTA DI FABIO MOLINARI

All'impressione generalmente positiva riportata nell'articolo aggiungo solo una perplessità riguardante l'identità di un vino che in certi casi mi è sembrato "inseguire" l'idea di essere un Barolo "bianco". Vini quindi già pronti, strutturati, nonostante l'annata piuttosto recente a fronte di altri campioni che invece ricercavano più la freschezza e la nota varietale e in quest'ultimo caso mi sono sembrati più rispettosi della natura del vitigno. Cito di quest'ultimo gruppo le etichette che mi sono piaciute di più ovvero quella di Marengo Mauro (l'unica dell'annata 2019), quindi Le Strette e Cascina Gavetta. 
 

NOTA DI PAOLO MASSOBRIO

Come ha scritto Marco Gatti, ho assaggiato con attenzione gli 11 campioni di Nascetta, incuriosito dal fatto che durante il lockdown una bottiglia di 10 anni aveva sfidato il tempo rimanendo integra. Ora, il campione che più mi è piaciuto è stato quello delle Strette; una conferma Arnaldo Rivera, una sorpresa il campione della Gavetta.

Per il resto ho registrato una scarsa omogeneità fra i vari campioni uno diverso (e va bene) ma forse anche “troppo” dall’altro. Poi ho avuto la sensazione che i produttori, forse condizionati dal fatto di avere a che fare con il Barolo, vogliano fare della Nascetta quello che non è, come a suo tempo alcuni vollero fare del Dolcetto.

L’uso del legno, per esempio, porta più squilibrio che altro e a mio avviso non è necessario, men che meno se si tratta della barrique. Se poi dovessi scommettere davvero su un grande bianco di Langa, sceglierei il Riesling, mentre alla Nascetta lascerei il ruolo che la natura gli affida: piacevolezza, freschezza, identità. 

Detto questo dobbiamo intenderci su cosa pensiamo quando diciamo grande vino. Non è quello muscoloso e legnoso: il grande vino è quello che si beve con piacevolezza e curiosità, anche senza muscoli e arredi barocchi (in quanto a tecnica). Quella Nascetta di 10 anni, per esempio, la considero grande.

 

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