Su ilGusto.it Paolo Massobrio degusta i vini di Colli di Castelfranci, un unico progetto di viticoltura ad alta quota che celebra il territorio con etichette d'eccellenza
Nel cuore dell'Alta Irpinia, nell'antico borgo medievale di Castelfranci, affacciato sul fiume Calore, è nata nel 2002 un'avventura vitivinicola ambiziosa e di successo. Due cognati, Luciano Gregorio e Gerardo Colucci, ereditando dei terreni e forti della storica vocazione del territorio, hanno dato vita a un progetto moderno di viticoltura "eroica", portando i loro vigneti ad altezze che superano i 700 metri sul livello del mare, a pochi passi dalle piste da sci del Monte Laceno. Il microclima di questa zona, protetto dalle vette irpine e caratterizzato da costante ventilazione e forti escursioni termiche giorno-notte (anche 10-15° C), si è rivelato ideale per la maturazione e la salubrità delle uve. Con la consulenza di enologi e tecnici, i fondatori hanno investito in migliorie sostenibili nei vigneti e nella costruzione di una moderna cantina, dando il via alle prime bottiglie.
Dopo alcuni anni, la nuova generazione ha consacrato la bontà del progetto. Mario Gregorio, figlio di Luciano, ha assunto il ruolo di manager commerciale, mentre Sabino Colucci, figlio di Gerardo, è diventato l'enologo dell'azienda, forte dei suoi studi a Napoli e di un'importante esperienza professionale presso Chateaux Margaux a Bordeaux. Al loro fianco, un'altra competenza enologica è stata aggiunta con Charly Annet, marito della sorella di Mario.
Oggi, a due decenni dalla fondazione, l'azienda si estende su quattordici ettari vitati tra Torella dei Lombardi, Candiano, Castelfranci e Lapio, a cui si aggiungono sei ettari in affitto, per una produzione totale di 120 mila bottiglie.
L'offerta si articola in due linee distintive: la "classica", pensata per una pronta beva, e la "cru", che rappresenta un racconto più autentico e profondo del territorio.
Tra le etichette di punta della linea "cru" spiccano l'Irpinia Falanghina "Iris" 2024, vinificata in acciaio con frequenti bâtonnage, che si presenta con un naso esplosivo e una piacevole sapidità. Il Greco di Tufo Riserva "Vallicelli" 2023, dal colore oro, offre un bouquet floreale e fruttato ingentilito dalla salvia, con un sorso fine e fresco. Il Fiano di Avellino Riserva "Paladino" 2024 affina per 9 mesi sur lies, regalando note di pera e polvere da sparo, con una spiccata personalità e acidità equilibrata. Infine, il Campi Taurasini “Candriano” 2020, da uve aglianico, matura in barrique e acciaio, per un vino dal bel rubino tendente al viola, con profumi di sottobosco e tannini fruttati.
La linea "classica" non è da meno in termini di qualità e carattere. La Falanghina del Sannio "Gines" 2024, proveniente da vigneti di Guardia Sanframondi (BN), si distingue per le note citrine e minerali e un sorso setoso e vivace. Il Fiano di Avellino "Pendino" 2024, da un vigneto di Lapio, "ha un naso molto fine, floreale e delicato. Al palato mostra corpo, acidità decisa, un sorso morbido e bella sapidità. Ed è da sempre fra i miei preferiti." – sostiene Massobrio.
L’Irpinia Rosato “Rosiè” 2024, da uve aglianico vinificate in bianco, sorprende con un color buccia di cipolla brillante e un intenso profumo di fragolina.
Per i rossi, l’Irpinia Aglianico “Vadantico” 2021 si rivela elegante e complesso, con note floreali e vulcaniche al naso, confermate da tannini finissimi e violetta al palato. Il Taurasi “Alta Valle” 2019, frutto di uve aglianico coltivate a 700 metri, affina in barrique e tonneaux, sprigionando note balsamiche e di liquirizia, con un sorso pieno e ben equilibrato.
Un riassaggio dei vini di questa azienda conferma l'eccellenza e la capacità di esprimere la complessità dei propri terroir, in particolare per la linea "classica" che, pur di pronta beva, rivela una profondità sorprendente.
Colli di Castelfranci
Castelfranci (Av)
contrada Braudiano
tel. 082772392
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