Dalle vigne secolari di Sergio Del Casale alla sfida della Pasta alla Mugnaia: a Vasto, l'orgoglio della tradizione è ponte verso il futuro

Vigneti e mulini

L’orgoglio della storia, ponti verso il futuro: incontrare Sergio Del Casale a Vasto nella sua azienda vinicola, che si chiama come lui, trasmette la sensazione della forza che arriva da generazioni passate e che è evidente nell’impegno delle figlie Paola e Laura, oggi.
 Sergio Del Casale.jpgE’ un’energia di lavoro e scelte importanti, a partire da quella fatta dal nonno Francesco Paolo, classe 1896, detto “Vird Vird”, verde verde, per il suo attaccamento alla terra, alla campagna e alla coltivazione delle viti in un’area che sta a ridosso del mare, non costiera, ma poco distante. Un nonno pioniere nel settore e anche un po’ visionario, nel senso moderno e positivo del termine: Francesco Paolo sentiva che quei terreni non facili avrebbero dato buoni frutti. Oggi l’azienda annovera decine di premi internazionali, ottenuti a partire dal 2006. I Del Casale coltivavano viti dalla seconda metà del ‘700, ma fu Francesco Paolo a dare la svolta in un periodo in cui, causa fillossera, occorreva decidere. E la decisione, coraggiosa, fu quella di non abbandonare la terra, ma, anzi, d’investire. Tra i mercati locali degli inizi a quelli nazionali e anche stranieri attuali stanno continui miglioramenti in tecnica e struttura, ma anche in marketing e ospitalità, binomio quest’ultimo che si affianca alla produzione vitivinicola.
Il futuro? Sergio nomina già i nipotini, confidando che seguano le orme di famiglia. La produzione: Pecorino, Montepulciano, Cerasuolo e Rosato, ma anche Pecorino Brut, Passito e grappe (Info: www.sergiodelcasale.com).

Il contesto dell’incontro con Sergio e la sua famiglia, tutta impegnata, compresa la moglie Lucia, in azienda, è stato l’Educational Tour “Abruzzo Food Experience” organizzato da AbruzzoTravelling.com dal 15 al 19 settembre 2025 con il contributo di Camera di Commercio Chieti Pescara e Regione Abruzzo - Dipartimento Turismo.

L’occasione, però, oltre alla degustazione di vini abbinati a una cena di ricette territoriali, ha riservato la sorpresa di veder realizzare in diretta la Pasta alla Mugnaia, nome comune a varianti diverse, ma che qui in zona si prepara secondo quanto dimostrato da Nicola Di Campli, “erede” del metodo antico rinnovato da Nicola Di Lallo, mugnaio e cuoco scomparso nel 2024 a 84 anni.
Cantina del Casale VASTO  Nicola Di Campli.jpgL’origine della ricetta è a Paglieta, paese dei due Nicola citati. La tradizione è quella della pasta preparata dai mugnai con farina di grano tenero, acqua e sale. Un tempo la si condiva con anguille di fiume, per passare poi a condimenti con sughi di carne. La maestria consiste nella lavorazione dell’impasto sino a raggiungere un lunghissimo filo e, soprattutto, mantenendo la giusta umidità. I “maccheroni fatti a mano”, indicazione popolare della pasta ottenuta, si ricavano tagliando il filo, una volta raggiunta la dimensione di diametro desiderata (non vanno confusi con spaghetti o tagliatelle, avendo uno spessore maggiore e lievemente irregolare).

Cantina del Casale-pasta mugnaia convivialita.jpgLa Pasta alla Mugnaia si mangia in compagnia, attingendo insieme dalle spianatoie di legno sulla quale viene disposta. Un inno alla convivialità che richiede ore di lavoro, un’abilità non comune nell’impastare e una cura sapiente di aggiunte d’acqua e di farina. Data la particolarità della sua preparazione, viene realizzata in occasione di feste popolari o su apposita richiesta.

Brodetto e spaghetti, spiaggia e pinete

Il Brodetto alla Vastese è una zuppa di pesce che utilizza per lo più pesci di scoglio, tutti interi, tranne quelli di grosse dimensioni che vengono cotti a pezzi. Nessun soffritto, nessuna aggiunta di brodo: tutto ciò che arriva nel piatto sono il pesce e il risultato della sua cottura.
Anche questa portata è all’insegna della convivialità: la terrina di servizio viene infatti divisa fra due o più commensali. Quanto resta può diventare sugo di spaghetti sottili. Così li abbiamo apprezzati al ristorante Votta di Mare in Piazza San Pietro a Vasto, direttamente affacciato su uno dei golfi più ampi e pittoreschi dell’Adriatico.
La Votta di mare-brodetto.jpgA precederli, calamaro con ventricina, un’unione fra tradizione marinara e tradizione dell’entroterra,
La Votta di mare-calamaro.jpge cozze ripiene (pagina Facebook: La Vòtta di Mare).
La Votta di mare-cozze.jpgIl ristorante La Vòtta di Mare è a Vasto alta, nucleo originario dell’abitato, elegante nelle sue strade e nei suoi palazzi, come, per esempio, Palazzo D’Avalos, sede dei Musei Civici e affiancato da splendidi giardini alla napoletana.
Vasto di sera.jpgDa qui e dalla lunga passeggiata terrazzata della città il panorama sul mare è sorprendente per bellezza. La conferma viene dal litorale: spiagge larghe e di sabbia fine, precedute da pinete ben curate. Fra paesaggi, monumenti e tipicità enogastronomiche Vasto e il suo territorio sono dunque meta possibile di turismo esperienziale a 360 gradi, articolato, identitario.
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