I Vermentino che sanno esprimersi nel fruttato e i Sangiovese sontuosi che raccontano di una Toscana meno conosciuta ma sorprendente

Situato nel sud della Toscana, sulle colline che separano il Monte Amiata dalla Maremma, il Montecucco rappresenta oggi un terroir di valore riconosciuto, dove il tipico Sangiovese toscano assume un volto serio ma non austero, in cui le fragranti note fruttate si accompagnano a una solida struttura acida. Il risultato è un vino che si lascia apprezzare fin dai primi momenti, senza però rinunciare alla capacità di invecchiamento, nel corso della quale sviluppa eleganti note che richiamano la circostante macchia mediterranea.
consorzio montecucco-filari.jpgSul territorio, organizzato in sette comuni della provincia di Grosseto, insistono due Denominazioni, il Montecucco Sangiovese Docg e il Montecucco Doc. Mentre la prima è incentrata sul vitigno principe della regione, la seconda punta a esaltare gli altri vitigni che appartengono alla tradizione viticola locale. Tra questi, particolare pregio ha il vermentino, che nel suo essere esposto ai venti marini carichi di salsedine, gode dell’effetto benefico delle correnti fredde che scendono dall’ormai spento vulcano amiatino.

A guidare lo sviluppo delle due denominazioni d'origine un Consorzio che oggi conta 63 associati, presieduto da Giovan Battista Basile, piccolo produttore che ben interpreta i valori fondanti del territorio: natura familiare delle aziende e grande attenzione alla sostenibilità. In un contesto dove la biodiversità la fa da padrona grazie alla diffusa presenza di bosco, seminativi e olivi, i viticoltori hanno infatti puntato in modo sempre più deciso per la certificazione biologica, che oggi caratterizza ben l’85% della produzione delle aziende associate al Consorzio.
consorzio montecucco-vigneto.jpgLa Doc Montecucco, così fotografata, tuttavia, può solo abbozzare tutto l’entusiasmo che abbiamo per questa realtà che già anni fa, durante uno storico convegno a Grosseto con i principali enologi che lavorano in Toscana, si dimostrava emergente. Ogni anno con Marco Gatti è poi capitato di premiare fra i vini Top Hundred un Montecucco, e le menzioni sul nostro ultimo libro, l’Emozione del Vino riguardano ben sette aziende raccontate.
Detto questo iniziamo il nostro viaggio con i vini bianchi ovvero col Vermentino.
montecucco.jpgColle Massari - Montecucco Vermentino “Melacce” 2020 
Ecco un bianco che già nel nome fa immaginare la nota fruttata che si avvertirà al naso, da un colore paglierino classico. Ti assalgono note citrine marcate, ananas e poi un sorso sognante: molto equilibrato, vibrante, sapido con un finale ammandorlato. Un classico.
collemassari-melacce.jpgPeteglia - Montecucco Vermentino 2020 
Il colore giallo limone e il profumo evocano anche qui frutti esotici (la papaya); in bocca rotea evocando soprattutto freschezza per un sorso ghiotto che chiude sapido e secco.
peteglia-vermentino.jpgBasile - Vermentino Montecucco “Artéteca” 2020
Basile esce con questo 2020, ottima annata, che ha fini note fruttate e floreali ma anche speziate con quel sottofondo di zenzero e camomilla. Anche questo Vermentino, particolare, finisce secco con una nota aromatica che persiste sul finale.
basile-arteteca.jpgColle Massari - Montecucco Vermentino “Irisse” 2019 
Il colore qui vira all’oro e la frutta esotica sembra essere sottospirito per una nuance che esprime maggiore concentrazione. Sembra frutta esotica da mangiare, per dare l’idea della potenza, in un sorso dove la freschezza è costante, mista a note finali di sottobosco.
collemassari-irisse.jpgPeteglia - Montecucco Rosato 2020 
Peteglia esce anche con un Rosato cha ha colore buccia di cipolla. Al naso colpiscono le note calde e leggermente animali. Il sorso poi scorre con equilibrio e piacevolezza.
peteglia-rosato.jpgEd ora passiamo ai rossi.
Iniziamo da una carrellata di Montecucco Rosso col 2019 di Poggio Stenti (uve sangiovese e cabernet sauvignon) che si presenta equilibrato in bocca con il leit motiv della frutta sottospirito. Di Villa Patrizia ecco il Montecucco Rosso “Leremo” 2019 (uve sangiovese) che è galoppante e vivo con una freschezza lunghissima. Colle Massari gioca invece con un Montecucco Rosso “Rigoleto” 2018 (uve sangiovese, ciliegiolo e montepulciano) dove colpiscono le note di polvere da sparo, ma anche i tannini fini che accompagnano un sorso disteso. Dell’azienda Le Pianore ecco poi il Montecucco Rosso “Tiniatus” 2018 (uve sangiovese e merlot) che è decisamente balsamico con le sue note verdi e il suo equilibrio iconico. Nell’annata 2018 Colli Massari gioca ancora una riserva (uve sangiovese, ciliegiolo, cabernet sauvignon) che ha i descrittori dei grandi vini (cioccolato, ma anche peperone) e si presenza di bell’ampiezza. Il Montecucco Rosso “Sidus” 2017 di Pianirossi (uve sangiovese e montepulciano) ha la freschezza del mallo di noce al naso ed è piacevolmente profondo con leggere note di frutta sottospirito. Infine Tenuta L’Impostino offre un Montecucco Rosso Riserva 2015 (uve sangiovese, merlot, syrah, petit verdot) che spicca per i piccoli frutti e in bocca mostra la sua notevole stoffa, con tannini che rendono il sorso davvero croccante e piacevole.
Montecucco_vendemmia Sangiovese.jpgEd ora ci dedichiamo al Montecucco Sangiovese docg che è la carta di identità più iconica del territorio e che ci ha conquistato con i campioni di tanti bravi produttori, alfieri della rinascita e dell’affermazione di questo vino prodotto su altezze talvolta importanti.

Salustri - Montecucco Sangiovese “Grotte Rosse” 2018 
Il Grotte Rosse è stato per noi l’esemplare che ci ha introdotti nel mondo del Montecucco con la voglia di saperne di più. Fu il primo che premiammo, riconoscendo a Salustri uno stile iconico per i vini del suo territorio. Questo 2018 dal colore rubino che brilla, ha note di frutta e di pepe bianco. Ma il vero spettacolo è in bocca dove il tannino lo rende croccante mentre ti fa percepire la ciliegia in tutta la sua pienezza; ha una profondità elegante con una punta di sottobosco sul fondo.
salustri-grotte rosse.jpgBasile - Montecucco Sangiovese “Cartacanta” 2018
Qui le note fruttate sono accompagnate da erbe officinali tanto da sembrare un vermut, con alloro e sentori verdi. In bocca vince una freschezza pregante, per un altro campione iconico e, sinceramente, entusiasmante.
basile-cartacanta.jpgLa Banditaccia - Montecucco Sangiovese “Vigna Allegra” 2018 e Montecucco Sangiovese Riserva “Vigna Allegra” 2018 
Due i campioni di questa azienda che si presenta con Sangiovese di ottima concentrazione visiva. E se il primo ha note intense e penetranti con cenni di frutta sotto spirito, il secondo chiede altro tempo per trovare il suo equilibrio dopo l'elevazione in legno.
banditaccia-vigna allegra.jpgOtto Ettari - Montecucco Sangiovese 2017 e Montecucco Sangiovese Riserva 2017 
Il colore è rubino concentrato e al naso si avverte una profondità speciale che attesta quante sorprese riservi l'annata 2017. Le note al naso sono minerali e distese, senti la liquirizia, mentre in bocca apprezzi l’acidità ficcante che accarezza uno spettacolare equilibrio. Ma il 2017 è stato talmente una sorpresa che la maison ha creato anche la riserva dove la profondità è maggiore e si sente anche in bocca con quel finale amaricante.
ottoettari.jpgPoggio Stenti - Montecucco Sangiovese “Tributo” 2017
Che belle le note vinose che evocano addirittura sentori primari. DI questo vino si apprezza il sorso placido, equilibrato che offre una lunga piacevolezza, immaginandolo con una Fiorentina, come la prima volta che lo scoprimmo in un’osteria di Sant’Angelo al Colle.
poggiostenti-tributo.jpgPeteglia - Montecucco Sangiovese 2017 
Il colore rubino brillante colpisce, ma anche la nota di rabarbaro al naso e radici. E’ profondo ed elegantissimo, rimarcando uno stile di questa cantina che già ci aveva colpito sul Vermentino.
peteglia-moncuccosangiovese.jpgColle Massari - Montecucco Sangiovese Riserva “Poggio Lombrone” 2017
Notevole questo Montecucco riserva dove spicca la ciliegia al naso dentro a sentori caldi e invitanti. In bocca è l’ampiezza del sangiovese a colpire, per un bicchiere bellissimo dove il velluto è lastricato dalla finezza dei tannini.
collemassari-poggio_lombrone.jpgSoc. Agr. Maciarine S.S. - Montecucco Sangiovese 2016 
Ancora più in fondo, con una carrellata di Sangiovese 2016 che in questo caso mostra piacevoli speziature accanto all’integrità del frutto. In bocca l’acidità è scalpitante.
maciarine.jpgPianirossi - Montecucco Sangiovese “La Fonte” 2016
Sono le note animali e calde quelle che caratterizzano questa annata. Il naso è pulito e invitante; in bocca avverti una bella stoffa con tannini ben levigati e acidità pregnante.
pianirossi-lafonte.jpgLa Rocca - Montecucco Sangiovese “Podere Montale” 2016 
Che sorpresa questa ventata balsamica al naso con note di caffè, chinotto, frutta sotto spirito. Il sorso poi appare sontuoso nel suo equilibrio con tannini fini e freschezza che ne prolunga la persistenza.
podere-montale.jpgVilla Patrizia - Montecucco Sangiovese “Istrico” 2016 
Qui il naso offre ginepro e sottobosco. E’ un vino che in bocca mostra la sua rotondità pur mostrando i muscoli dei tannini. Ha un finale amaricante.
villapatrizia-istrico.jpgPierini&Brugi - Montecucco Sangiovese “Ginepraio” 2016
Ed eccoci a un Sangiovese che nel 2020 meritò il Top Hundred. E’ un esemplare iconico dell’annata, con note di frutta matura e anche sentori di hummus. Carezzevoli i tannini.
pierinibrugi-ginepraio.jpgCampi Nuovi SS Soc. Agr. - Montecucco Sangiovese Riserva 2016
Naso ampio, minerale, con la frutta e le nocciole in evidenza per questo campione che già alla vista mostra una bella intensità e concentrazione. In bocca è piacevolmente disteso, caldo, con un tannino polveroso e diffuso e una sapidità finale che lo fa apprezzare ancora di più.
campi nuovi.jpgTenuta L’Impostino - Montecucco Sangiovese Riserva “Viandante” 2016 
Ci troviamo su un'interpretazione molto distante dalla precedente. Al naso è ancor più concentrato, ma a spiccare questa volta è la parte più animale del sangiovese impreziosita da note terziarie sottili e minerali. In bocca invece torna ampio, disteso, con l'alcolicità che si accompagna all'acidità.
impostino-viandante.jpgPoggio Stenti - Montecucco Sangiovese Riserva “Pian di Staffa” 2016 
Un vino che rappresenta un'espressione classica, ampio al naso, con le giuste note di ciliegia e profumi più caldi, di cioccolato. In bocca è giustamente tannico, equilibrato.
poggiostenti-piandistaffa.jpgPeteglia - Montecucco Sangiovese Riserva 2016
Al naso i profumi sono più morbidi, caldi, con un sentore di vaniglia che addolcisce il frutto tipico del sangiovese. In bocca ha un'acidità diffusa e una freschezza persistente.

Basile - Montecucco Sangiovese Riserva “Ad Agio” 2016 
Un vino sontuoso con un naso maturo in cui la frutta lascia spazio al cioccolato e all'incenso. Anche in bocca riesce a imporsi per l'opulenza: è decisamente rotondo con un finale contornato da tannini.
basile-adagio.jpgFlavia Tagliabue Poderi Firenze - Montecucco Sangiovese Riserva 2015 
E’ apprezzabile la nota netta di frutta, ma soprattutto il bell’equilibrio che veleggia in bocca per un sorso disteso di grande piacevolezza.
tagliabue.jpgAz. Agr. Amiata - Montecucco Sangiovese “Lavico” 2012 
Notevole, senza se e senza ma, questo 2012 che ha colore rubino trasparente e al naso un effluvio balsamico molto netto. In bocca ruota con note di tabacco e una finezza esemplare, che racconta la persistenza di un equilibrio integro anche dopo 9 anni.
amiata-lavico.jpgDetto questo, le aspettative verso grandi vini prodotti ad altezze importanti sono state ancora una volta appagate. In pieno, direi.

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