Ultime degustazioni dell’anno della squadra del Golosario

Se è impossibile dire "il miglior vino mai assaggiato", sicuramente si può esprimere una preferenza simile per alcune espressioni di un vitigno. Probabilmente è quello che è successo a noi nell'ultima sessione di assaggio grazie all'etichetta di uno dei produttori veneti più bravi (e sottovalutati dalla critica). Stesso entusiasmo anche pe una cantina dei Colli Apuani, altra denominazione per lo più snobbata dalla critica, ma capace di grandi cose, dacché ormai sono due anni consecutivi che ci troviamo a premiare le piccole, sconosciute cantine di questa enclave. Vediamole.

Lavagnoli - Verona

Una scoperta di cui ci vantiamo, questa cantina situata a Pigozzo frazione di Verona, premiata nel 2020 con il Top Hundred per l’Amarone, miglior assaggio di tutti gli Amarone del 2016. Potremmo premiarli di nuovo, a occhi chiusi, dopo aver assaggiato la Garganega Veronese Pigosso 2021, un vino che al naso lascia attoniti per l'intensità e la franchezza delle erbe aromatiche. Si sentono la camomilla, l'ortica e la salvia, con una finezza senza precedenti; in bocca ha una bella freschezza amplificata proprio da questi stessi sentori che restano a lungo nel retrogusto. Un bianco che ci viene da definire “monumentale", uno dei migliori d'Italia. 
I Rossi, tuttavia, sono il suo terreno d'elezione e quindi ci aspettiamo grandi cose. Un'aspettativa che non viene disattesa, a partire dall'assaggio del Valpolicella 2020 che ha naso fine di ciliegia e canfora, in bocca è fresco, elegante. Il Valpolicella Superiore 2019 ha naso che vira più sulle note vegetali ed erbacee rispetto al precedente, a tratti balsamiche. In bocca è caldo, ampio. Il Valpolicella Ripasso Superiore 2019 conferma il fatto che ci troviamo di fronte a un grande produttore: un vino intenso, con profumo di frutta rossa sotto spirito e, netta, la polvere da sparo. In bocca è ampio, con il sorso sostenuto da una bella freschezza. Non ci resta che aggiornarci sugli Amarone. 
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Aurora di Francesco - Massa (MC)

Non ha bisogno di presentazioni (per chi ci segue) questo produttore, Pietro Mosti, che ha firmato il nostro Top dei Top 2021 dei vini rossi, uno straordinario e raro Vermentino Nero, capace di sbaragliare colleghi ben più blasonati. Pochi ettari di terreno in una zona di colline impervie tra Liguria e Toscana, per una denominazione - quella dei Colli di Candia - pressoché sconosciuta, ma capace di grandi prove.
Allora, ancora una volta, vi invitiamo ad assaggiare i vini che vengono prodotti sui Colli Apuani (quest’anno abbiamo premiato due cantine: Calevro di Massa con il Colli Apuani Vermentino Nero 2019 e Il Moretto con il Candia dei Colli Apuani Bianco “Terrazzato Nobile” 2020 da uve vermentino, albarola e malvasia). 
Andiamo all’assaggio del Candia Colli Apuani secco 2021 “Pozzoalto" da uve vermentino in purezza, di colore paglierino con riflessi verdolini, al naso accompagna la frutta tropicale con la salvia e la menta. Complesso e verticale al tempo stesso, in bocca spicca per la sapidità intensa che spinge la beva. Il Candia dei Colli Apuani “Massetano” 2021 (nel 2020 vinse il premio dei Migliori Vermentino d’Italia a Diano Castello)  è l'altro vermentino in purezza di casa. In questo caso il naso vira più sulla polpa di frutta dove però non manca un cenno alle erbe (il cardo). Anche in bocca la sensazione di polpa si fa più forte, con un corpo che invita a mordere. Il Candia Colli Apuani TreTerzi 2021, come suggerisce il nome, nasce da un triplice uvaggio di vermentino, sauvignon e traminer. Un accostamento ben riuscito grazie al vermentino capace di addomesticare l'aromaticità degli altri due. Di colore oro, ha naso elegante con una nota erbacea e di salvia ben presente ma mai troppo invasiva e un sorso fresco e minerale. 
I rossi più che tali sono neri, perché il colore in tutti e tre i campioni è intenso, impenetrabile, decisamente invitante. Il Candia dei Colli Apuani Vermentino nero Riflesso 2021 ha naso che esprime la stessa concentrazione visiva con un profumo di mora decisamente piacevole, accompagnato dal vinoso del mosto, in bocca è composto, tannico e speziato soprattutto sul finale. Il Toscana Rosso Roccia in Pietra 2020 nasce da uve petit verdot e cabernet sauvignon e si esprime con un naso ampio, con un che di macchia mediterranea e frutta sotto spirito. Il Candia dei colli Apuani Barsaglina "Perte" 2019 è probabilmente il vino più amato da Pietro, che lo ottiene dall'omonimo vitigno raro e che ha voluto dedicare al padre scomparso. Il colore nero impenetrabile questa volta non si accompagna tanto alla mora quanto a un naso che entra nel sottobosco, in un mondo fatto di piccole bacche e humus, dove la polvere da sparo è un tocco di eleganza. In bocca è ricco, tannico, caldo. Superbo!!!
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Magaddino - Castellamare del Golfo (Tp)

I fratelli Magaddino sono una piacevole scoperta di Golosaria, dove Simone che cura le vigne di Castellamare del Golfo (Tp) ha voluto essere presente dopo il racconto effettuato sul Papillon speciale Sicilia. La famiglia Magaddino si occupa delle vigne da tre generazioni: prima con il capostipite Simone, poi con Angelo che da inizio anni Ottanta porta avanti l'azienda, infine dal 2016 con l'ingresso nel team dei figli che apportano una piccola rivoluzione. Simone, come il nonno, insieme al fratello Giuseppe si occupano della gestione dei vigneti, la sorella Mariangela ha compiuto studi di enologia e mette in pratica le sue conoscenze tra vigna e cantina.


Lo Zibibbo 2021 ha colore paglierino brillante, al naso - come ci si aspetterebbe dal vitigno - si dimostra molto aromatico, con un'inclinazione alla foglia di pomodoro e agli idrocarburi. In bocca è fresco con finale amarognolo che si arricchisce delle note aromatiche. Interessante anche il Grillo 2021 che evoca l'albicocca accompagnata dagli idrocarburi. In bocca l'acidità è vibrante, con una bella sapidità. Si addomestica invece il Cataratto 2021 con note di caramellina, molto gradevoli al naso.
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Marina Cvetic e Masciarelli - San Martino sulla Marrucina (Ch)

Dici Masciarelli e subito si apre una storia che è quella dell'Abruzzo vitivinicolo di cui rappresenta uno dei nomi più appassionati e appassionanti. Oggi San Martino sulla Marrucina (Ch) è un punto di riferimento per gli amanti del vino e il Castello di Semivicoli rappresenta uno dei massimi esempi di wine resort. Lasciamo però parlare i vini, dopo averli avuti a Golosaria Milano, con alcuni campioni che sanno dare la giusta lettura di una filosofia che ha portato questo produttore in tutto il mondo. Non si tratta di vini facili o comunque di pronta beva quanto di campioni dal naso internazionale che deve essere in grado di parlare a un pubblico di ogni latitudine senza abbandonare il territorio. E lo fa con classe ed eleganza come dimostrato dal Colline Teatine Chardonnay 2019 vino prezioso fin dal colore oro intenso, molto bello. In bocca è lui, lo chardonnay, nella sua massima espressione con la banana e il miele. In bocca è un vino dalle spalle larghe, perfettamente compiuto, con un'acidità vibrante.  Il Cerasuolo D’Abruzzo Superiore Villa Gemma 2020 è un'ottima espressione di questo vino in bilico tra rosso e rosato, con naso di ciliegia, in bocca è pieno e avvolgente. Il Montepulciano d’Abruzzo Riserva Villa Gemma 2017 ha già il naso dei grandi vini con lo sviluppo di sentori terziari che evocano il pepe e lo smalto. La nostra predilezione va però alla riserva 2015, un vino che ha l'obiettivo di essere grande e ci riesce in pieno. Il naso sprigiona fascino, grazie ai profumi di sottobosco, pane nero e cola. In bocca è tannico, speziato, con una freschezza balsamica che poggia sul velluto del sorso. Una classe che non viene meno neanche alla prova degli internazionali: il Marina Cvetic Colline Pescaresi Syrah 2016 esce ingentilito da un affinamento che ne esalta la parte balsamica mentre il Marina Cvetic Terre Aquilane Merlot 2015 spicca per il naso verde, vegetale, dove arrivano peperone e foglia di pomodoro, ad accompagnare un sorso dove il tannino è ben distribuito. 
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Cantine Merinum - Vieste (Fg)

Una piacevole scoperta questa cantina che ha sede in una delle località turistiche più belle d'Italia, e più precisamente nella Foresta Umbra, Patrimonio Unesco. Qui Cinzia Quitadamo ha ripreso le vigne dei nonni puntando decisamente sulle uve autoctone vinificate in purezza: bombino bianco, nero di Troia e malvasia nera. Dal bombino bianco in purezza nasce il Puglia Bombino Bianco 2021 che si fa notare per i profumi di talco che accompagnano la polpa di frutta bianca. In bocca è minerale, diretto. Il Rosato Cinthya 2021 ha un bel colore rosa pastello, che evoca fin dal naso la rosa che si esprimerà con i profumi di caramella e di essenza. In bocca è fresco, persistente. Notevole il Puglia Malvasia Nera 2020: nero, profondo, ha naso intrigante di confettura di ciliegia e ancora quella rosa che si scorgeva già nel campione precedente. In bocca è avvolgente, con tannini e acidità che donano una freschezza capace di invitare a un nuovo sorso.
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Duca di Salaparuta - Casteldaccia (Pa)

Il gruppo è uno dei principali in Sicilia grazie a due marchi che hanno dietro di sé una storia secolare: Corvo e Florio ambasciatori dei vini siciliani nel mondo già sul finire del secolo scorso. I nostri assaggi però sono andati a due espressioni della casa madre che raccontano di un notevole lavoro. Lo dimostra il grandioso Nero D'Avola Duca Enrico 2018 che ha naso di spessore con note di liquirizia nera e mirtilli accompagnati da sentori più caldi, vegetali, che richiamano l'orto. In bocca è pieno, armonico, di notevole eleganza. Un Nero d'Avola che sa guardare al mondo, senza perdere la sua anima siciliana.
Abbiamo apprezzato anche il Cabernet Franc Terre Siciliane "Suolo 7" 2020 che conquista per un naso pulito, franco, come pochi altri campioni dove la cifra varietale esce diretta grazie a quel profumo di peperone verde che tornerà con persistenza anche in bocca. 
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Cantine di Tappia - Villadossola (Vb)

Abbiamo scoperto la cantina di Tappia lo scorso anno in occasione di una degustazione dedicata all'Alto (e altro) Piemonte, proprio dove i vitigni vanno diradandosi in vista delle montagne e del Monte Rosa, che si staglia maestoso all'orizzonte. I vigneti sono già quelli tipici della montagna, terrazzati e a pergola, mentre il vitigno principe qui è un clone del nebbiolo, il prunent. Di questa cantina, grazie ad Alessandro Bassa, abbiamo assaggiato due etichette. Il Valli Ossolane Rosso Barbarossa 2020 è dedicato all'avo partigiano Dante Zaretti detto il Barbarossa che porta lo stesso cognome dell'attuale titolare, Corrado. Il vino ha un naso ricco, di frutta rossa all'apice della maturazione, accompagnato da una nota verde, di radice. In bocca ha corpo e buon equilibrio. Decisamente convincente il Valli Ossolane Nebbiolo Superiore Prunent 2019 che al naso è immediatamente riconoscibile per i profumi di liquirizia, menta, rabarbaro. In bocca è caldo, tannico, speziato. Un gran bel bicchiere.
cantina-tappia.jpgTra gli altri assaggi segnaliamo l'ottimo Oltrepò Pavese Metodo Classico Brut Aiace, da uve 100% pinot nero, firmato da Vanzini di San Damiano al Colle (Pv), che punta su un'eleganza capace di esprimersi fin dal colore dorato brillante con bollicina di buona finezza. Al naso è franco, con note di agrumi e frutta secca. In bocca è pieno, di nerbo acido e piacevole sapidità che si esprime soprattutto sul finale. Bellissima sorpresa che ci fa dire ancora una volta: We Love Oltrepò!
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ILGOLOSARIO WINE TOUR 2023

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia