Bella sosta in una frazione di Cavaion Veronese
Posso capire, ma non giustificare, che nelle varie guide un locale come questo non ottenga il massimo dei voti. Se uno guarda i coperti, dentro e fuori, scatta nella mente del critico de noantri l’ideologia del coperto, che tuttavia è qualcosa che va verificato.
La sera prima eravamo in un locale di Desenzano del Garda, stesso numero di coperti, stessi piatti (alcuni per la verità), ma una cucina senza anima, banale, oltre al servizio dove il vino a bicchiere ti arriva senza la bottiglia. Qui invece abbiamo compreso alcuni aspetti che mi piace evidenziare.
La trattoria italiana di moderna concezione (non ancora trattoria di lusso) è un posto così, che vuole dare soddisfazione a tante gente, di ogni ceto, verrebbe da dire, con la codifica dei piatti della tradizione in questo posto che esiste dal 1975. E lo fa avendo reso elegante e accogliente la sala, e ancor più il dehors che si affaccia su queste colline del vino che degradano verso Bardolino e Lazise del Garda.
Che bello vedere in carta i vini dei produttori del paese, che fanno un prodotto onesto come Enzo Righetti (il bianco lo ha chiamato Veneto Cortese, avendo un 100% di “Fernanda”: mi è piaciuto, ma il Custoza rimane sempre qualcosa di più complesso, a mio parere). E poi osservare alcune referenze di chi sa cosa significa la qualità, spaziando nella zona dell’Amarone (Corte Saletta e Vaona, meritano) o vedere un Top Hundred clamoroso come Villa Calicantus in pole position. Che bello poi, quando chiedi se hanno il vino a bicchiere, scoprire che ti aprono volentieri la bottiglia che desideri, tanto sanno come farla girare.
E qui vedi l’oste di un tempo, Davide, benché i titolari siano giovani (almeno rispetto al sottoscritto), e davvero capaci.
Ora, chi ci ha segnalato (e lo ringraziamo) questa sosta delle sorelle Mazzi (Patrizia, Silvia e Annamaria che seguono la cucina) ci aveva detto dei salumi di produzione propria come le osterie di un tempo; della trippa in brodo, che è un’antica ricetta di mamma Anita, del luccio in salsa con polenta e peperoni in agrodolce, e del baccalà con polenta, per non parlare dell’agnello (al forno o allo scottadito). Con Marco Gatti mi prenoterei per un bollito misto con la pearà, ma ora vi dico cosa ho assaggiato io, confermando l’entusiasmo di Roberto C.
In tavola tre tipi di panini, ma qui i carboidrati li dovete assumere con i bigoli con la sarde di lago, tanto buoni da far impallidire quelli della sera prima. E capisci che le paste fatte in casa sono una cifra della trattoria. La prossima volta, se sarà primavera, voglio le tagliatelle coi piselli. I primi costano sui 9 euro, tranne il mio con le sarde che vale (nel senso letterale) 11,50. C’è poi la lasagna al forno (sono curioso di sapere come la fa) e i tortellini in brodo o al burro fuso, ma la tentazione di assaggiare gli gnocchi è stata ripagata da una sorpresa: morbidi come nuvole secondo la tradizione veronese, conditi con la freschezza di un buon sugo di pomodoro. Gnocchi veri, seri, come nessun altro locale “per turisti” ti servirebbe mai.
Ai secondi comandano le carni, ma il mio coniglio con le patate era perfetto (e la foto l’ho mandata subito a Marco Gatti per farlo morire di invidia).
Generosa nei sapori la trippa alla parmigiana e chi la fa più?
Ho concluso con un semifreddo al torroncino, fatto bene, anche se il torroncino industriale a pezzetti un po’ rovinava l’armonia di un dolce buono (qui ci vuole IlGolosario in soccorso). Ma mi sono rifatto con i Sanvigilini, che sono i biscotti tipici del paese, da gustare col caffè.
Ora, quello che vi ho descritto è un locale che merita il radioso, perché l’esperienza dei 3 piatti iconici (miei e anche di Roberto) l’ho fatta. Sono questi i locali da segnalare, dove mandare la gente, dove c’è cuore, mestiere, capacità di far felice l’altro, senza tirarsela più di tanto. BRAVI!
Trattoria Villa
Strada Villa, 32
Cavaion Veronese (Vr)
tel. 045 723 5426