Con la chef Dina Ferrari, il rinnovato locale catanese esplora i sapori del mondo mantenendo salde le radici siciliane e la filosofia del "sentirsi a casa"
«Cosidero ogni piatto una creatura a cui dedico la massima attenzione, perché per me cucinare è come offrire a chi lo gusta un dono prezioso, quasi sacro».
Dina Ferrari, 63 anni anni, chef autodidatta, sangue siculo-emiliano ma cittadina del mondo, è lei la direttrice della nuova cucina di "Buatta", a Catania, a Piazza Crociferi, strada del Barocco etneo e patrimonio Unesco.
Dal francese boîte, in Sicilia, crocevia di popoli e culture diverse, sta a indicare quei vasi di vetro panciuti, un po’ vintage, dove si conserva il cibo. Dai carciofini sott'olio al "capuliato" (pomodori secchi tritati), da "Buattta" le cucine del mondo sono servite in questo speciale contenitore che è soprattutto una filosofia di cucina. Infatti il "comfort food e senza etichette" è il nuovo claim del locale.
Nato nel 2015 dall’avventura imprenditoriale di Nicolò Giannotta e Agnese Privitera, Giorgia l’Episcopo e Damiano Valguarnera, coppie nella vita e nel lavoro, si è affermato nella prima apertura come uno dei primi locali che ha puntato sulle birre artigianali e sul Cunzatizzu, un pane condito che nasce dallo stesso impasto della pizza.
Dopo tre anni di chiusura, la scommessa di un nuovo inizio è legata a una maggiore consapevolezza rispetto all’identità del ristorante e agli obiettivi futuri.
«Non sono stati anni facili – commentano i giovani ristoratori – ma sono stati utili per capire chi siamo e cosa vogliamo. Abbiamo deciso di ritornare e di condividere un’idea culinaria che ci assomiglia, senza cedere alle mode e ai trend».
Le cucine al di là dei confini dell'Isola, dialogano con quella siciliana, legando i profumi e i sapori degli incontri e delle esperienze di viaggio della chef Dina Ferrari che, cresciuta tra gli orti familiari della cucina di mamma in Sicilia e le influenze emiliane del padre, dà un tocco orientale ai suoi piatti in cui trasmette il suo grande amore per l'India.
«Ogni piatto è un contenitore di unicità, che unisce sapori familiari e ingredienti originali, aggiungendo spesso un tocco esotico. È la curiosità e la scoperta di nuovi mondi che mi guida nelle creazioni. Le cucine, anche quelle che sembrano più lontane, finiscono per somigliarsi. A legarle, è la sensazione di comfort, quel sentirsi a casa degustando un piatto» commenta Dina.
I quattro giovani ristoratori etnei hanno dato una veste nuova al bistro siciliano con un design degli interni che definisce una Sicilia contemporanea aperta al mondo, grazie all’utilizzo di materiali come il legno e il metallo, le vetrate luminose e le pareti colorate ma è l'atmosfera accogliente che lo contraddistingue.
Il menù stagionale, riprende in veste creativa e con nuove ricette i due must che hanno consolidato la fama di Buatta: il Cunzatizzu e le Buatte. L’ispirazione internazionale è più di una suggestione.
Le dodici proposte del cunzatizzu sono un vero e proprio viaggio nel mondo. A partire dalla Sicilia, con il Cunzatizzu broccoli e salsiccia, il Brontese con pesto di pistacchio, e Jaddu con pancetta di suino siciliano affumicato. Si va in Nord Carolina con il Cunzatizzu pulled pork, iconico comfort food a stelle e strisce. Non manca la versione vegan con cialde di tofu e salsa chimichurri.
Dalla semplicità e creatività, nascono: Buatta di Bosco e sapori contadini, la Buatta esotica al pollo speziata con riso basmati saltato con ghee, carote e porri cotto con latte di cocco e aromi d'Oriente e anacardi tostati (12 euro) che conferma la passione e la ricerca gastronomica di Dina per l’India, alla Buatta di polpettine al sugo con piacentino ennese con alloro, salvia, chiodi garofano (14 euro) il comfort food della nonna per eccellenza per la boomer generation sicula.
«Mi diverte – dice Dina – creare le nostre buatte che riempio con cibi colorati e ricchi di sapori che esplodono al primo assaggio esaltando semplicità e autenticità, facendo tornare alla mente ricordi d'infanzia».
In abbinamento anche a una vasta selezione di vini bio ed artigianali insieme alle birre. Grande attenzione ai Presidi Slow Food, ai prodotti bio e Dop, ai piccoli artigiani della terra e produttori del cibo buono e sostenibile.
Aperto a pranzo e cena, «Buatta è un invito a sentirsi a casa, accogliendo anche chi prova i piatti per la prima volta. Offriamo comfort food dalle influenze globali perché crediamo nell’idea che tutte le cucine del mondo siano legate da un filo conduttore: condividere l’esperienza e la tradizione».
Nel menu, si continua con il Cuberoll (22 euro) alla griglia preparato con cipolline borrettane al brandy e pavè di patate aromatizzato, che strizza l’occhio alla Francia.
Non mancano i piatti-icona del comfort food: la Cesar Salad e il Chicken burger.
«Per me cucinare – chiosa Dina Ferrari – è molto più che un mestiere. È un modo di raccontare chi sono e di regalare emozioni con il cibo».
Buatta
via Crociferi, 42
Catania
Tel. 351 5854397
visitato il 02/04/2025