Domenica 7 maggio, in occasione di Golosaria, visite al bel centro storico con le chiese e gli infernotti e possibilità di degustare il vino Ruchè

"Castagnole di Casale, com'era chiamato il paese nell'Ottocento, per la sua appartenenza all'omonima Provincia di Casale, si presentò il mattino del 16 maggio 1870 con un'aria purissima e ampie e pulite vie: buone scuole, un archivio comunale ordinatissimo, una fiorente società operaia ed un teatro sulle scene del quale recitano i dilettanti del borgo o gli alunni delle classi superiori a scopo di beneficienza”.
Così annotava Giuseppe Niccolini, Regio Verificatore dei Pesi e Misure della Provincia di Casale, che da Montemagno saliva a Castagnole tra la vegetazione rigogliosissima, i vigneti che promettono assai e l'erbe dei prati che attendono la falce che tutte deve eguagliarle.

Domenica 7 maggio, dalle ore 10 alle 17, ci sarà la possibilità di visitare il centro storico del borgo. Elementi peculiari, i resti con arcate trecentesche in cotto e tufo, con massicci muri maestri dell'antica fortezza di frontiera, ultima rocca monferrina contro le bramosie astigiane e sabaude; la chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, costruita nel 1756, che conserva la statua lignea di Santa Margherita e una scultura in legno che rappresenta L'ultima Cena, lavoro pregevole eseguito a Roma nel convento di Santa Maria. E le due acquasantiere rinascimentali, collocate nel pronao, datate 1589 con lo stemma della Comunità.
La chiesa dell'Annunziata sorge invece contrapposta alla parrocchiale, in bel barocco piemontese con il portale intagliato e la cappella di San Rocco che risale al Seicento e custodisce un'espressiva statua lignea del santo: ora è dedicata alla Madonna di Fatima.

Altro elemento visitabile del borgo sono i "crutin" o infernotti, antiche cantine scavate nel tufo; i crutin sono antiche strutture ipogee scavate nel tufo arenaceo che costituisce gran parte del territorio del Monferrato. L'utilizzo di tali strutture è stato da sempre quello di conservazione dei vini e delle derrate alimentari in quanto, scavati in profondità, consentono di avere una temperatura e un'umidità costante durante l'anno evitando così quegli sbalzi termici tanto dannosi al vino. Negli infernotti di alcune cantine locali si trovano statue con figure di contadini scolpite nel tufo, risalenti allo scorso secolo.
In Castagnole si possono ammirare alcuni di questi "crutin" presso il B&B La Locanda dei Musici e presso l'azienda Vinicola Luca Ferraris.

Castagnole Monferrato è anche enclave del vino Ruchè, la cui riqualificazione è dovuta a un religioso, Don Giacomo Cauda, che negli anni Sessanta ricoprì quei grappoli abbandonati rilanciando un vino destinato a registrare grande fortuna. Ha ottenuto la Docg nel 2010 e la sua produzione tocca oggi il milione di bottiglie.
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Per i visitatori di Golosaria, la possibilità di degustare i migliori campioni presso la settecentesca Tenuta La Mercantile, che fu di proprietà dei Conti Rogeri, una delle famiglie più rimarchevoli di Castagnole. Dal 2008, anno in cui è stato festeggiato il ventennale della D.O.C. del “Ruchè di Castagnole Monferrato”, ogni anno La Mercantile, nel secondo week end di Maggio, è sede della Festa del Ruchè.

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