La pianta del pistacchio non è autoctona, ma fu introdotta in Italia durante l’Impero Romano tra il 20 e il 30 d.C. a opera di Lucio Vitellio, governatore della Siria. In Sicilia arrivò grazie agli Arabi che ne diffusero la coltivazione, dando il via a una tradizione ben radicata che dura fino ai nostri giorni, dal momento che sull’isola si coltiva oltre l’80% dell’intera produzione italiana di pistacchio, diventato una delle principali risorse economiche del Catanese, come testimonia il riconoscimento della Dop ai pistacchi dei comuni di Bronte, Adrano e Biancavilla, identificabili dal simbolo del vulcano Etna che sovrasta tre pistacchi. Il successo di questo alimento deriva dal gusto e dall’aroma universalmente riconosciuti come unici.
A Bronte l’azienda Caraci realizza numerose prelibatezze come la pasta pura di pistacchio (100%) in vasetto, ottima per la preparazione di gelati, parfait e semifreddi; la più delicata crema di pistacchio (35%), ideale da spalmare sul pane e per farcire i dolci; la crema liquorosa, la soffice torta al pistacchio, il torrone con miele siciliano e il croccante al pistacchio. Quindi la granella e la farina di pistacchio, ottenute da pistacchio pregiato. A Natale è imperdibile il panettone artigianale a lievitazione naturale proposto insieme a un vasetto di crema di pistacchio verde di Bronte Dop. Senza dimenticare il gustoso pesto di pistacchio (dal 2020 anche pistacchio e tartufo e pistacchio e bottarga) e la pasta secca al pistacchio (trafilata in bronzo e a lenta essiccazione).
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