Nelle Marche l’anice è molto diffuso e commercializzato con risultati positivi fin dal Settecento. Castignano un secolo dopo era uno dei produttori principali: il suo anice era conteso dalle aziende trasformatrici per l’alta resa in essenza (4,6%) e per l’eccezionale concentrazione di anetolo (94%). Noi l’abbiamo conosciuta attraverso l’Anisetta Rosati che è solo una delle filiere di questo straordinario prodotto che contempla anche l’Anisetta Meletti (che un tempo assorbiva quasi completamente la produzione), Pimpinella (Birra all’anice verde), e Mistrà (Terra dei Calanchi).

Ma con i suoi semi si realizzano anche piccole specialità di pasticceria come i confettini oppure sono straordinari per aromatizzare i cantucci. Per tutelarlo è nata un’associazione di produttori Anice Verde di Castignano (presidente Sergio Corradetti tel. 348 9827964) che ha registrato un marchio collettivo e soprattutto ne ha promosso la conservazione attraverso un gruppo di agricoltori custodi, che si occupano di mantenere inalterato l’ecotipo locale.