Il vento, il sole, la giusta umidità e la vicinanza al bacino di utenza di Napoli sono gli elementi che hanno reso Gragnano un luogo ideale per la produzione della pasta, tanto che i primi pastifici nacquero nel XVI secolo, ma già nel 1800 erano diventati 100 e la produzione da allora non si è mai fermata. Con il tempo la pasta di Gragnano diventò così celebre che il poeta Gennaro Quaranta le dedicò un’ode: la Maccheronata. Oggi è protetta dalla Igp, preparata con grano duro e con l’abbondante acqua che scende dai monti Lattari. È caratterizzata da una superficie ruvida, adatta ad assorbire meglio il condimento, trafilatura al bronzo e di formati diversi preparati secondo la fantasia dei maestri pastai. Non lontano da Gragnano, a Boscoreale, ecco infine gli Artigiani Pastai, che producono ben 60 formati di pasta: da quelli normali (penne, rigatoni, caserecce, tubetti) a quelli speciali (taccole, calamarata, scialatielli, vesuviotti), fino ai formati lunghi e aromatizzati (tubetti al nero di seppia, caserecce al peperoncino, scialatielli al limone).



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