Marco Bellini a Camino produce straordinarie opere d'arte in legno

In giapponese il termine “Inu Do” è quanto si utilizza per indicare lo stile di vita placido del cane. Lo stesso mood ha ispirato Marco Bellini, ex informatico di Vercelli divenuto un appassionato scultore del legno che ha trovato nel Monferrato, precisamente a Camino, il locus amoenus in cui dare sfogo alla propria creatività. 

Le sue opere oggi sono esposte in gallerie d’arte a Volterra, New York e dal 2023 anche a Londra e sono apprezzate da una clientela internazionale, particolarmente attratta dalla capacità di questo artista di trasferire in ogni creazione tutta l’energia della natura. 

In Italia - racconta su La Stampa nell’intervista raccolta da Marina Maffei - a differenza di ciò che accade in Francia o Inghilterra, il panorama di chi si occupa di artigianato è desolante. Le persone hanno perso la capacità di valutare questo tipo di lavoro, che è interamente fatto a mano. Per questo ho cominciato a ripensare la mia attività perché venisse riconosciuto il giusto valore alle creazioni”. Di qui la scelta di utilizzare tecniche poco conosciute per creare pezzi unici e dal design elegante.

Una decina di anni fa, la scelta di trasferirsi a Camino, dove i genitori avevano una seconda casa; una scelta naturale cercare nel paese monferrino dominato dal bel castello di origine Paleologa che fu protagonista della prima edizione di Golosaria nel 2017, una base che diventasse uno studio, oltre che un’abitazione. Ed è proprio su queste colline che Marco recupera il materiale che utilizza per le sue opere. “Acquisto legno di quercia e noce che proviene dai boschi di Varengo e dintorni. Il legno non è mai legno e basta. Trattandolo da anni, ho imparato a conoscerlo in profondità e a capire come reagisce ai trattamenti”. Una magia, quella di Marco, che si riflette nelle forme e fenditure che attraversano ogni singola opera. 


Fonte: La Stampa di Alessandria

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